Destinazione La Pinetina a bordo della Volvo T6 AWD Plug-in Hybrid
Una ventina di minuti da Como e mezz’ora da Milano. Il Circolo che siamo andati a trovare stavolta appartiene alla collana di splendidi percorsi nell’area lariana, che in questa stagione sta iniziando a festeggiare un anniversario davvero importante.
Stiamo parlando de La Pinetina e del suo mezzo secolo di vita, caduto fra l’altro in un momento davvero speciale. Collegato naturalmente al centro sportivo che porta lo stesso nome, ultranoto fra gli appassionati di calcio, il club ha sempre avuto molto nerazzurro fra i suoi colori preferiti. E la vittoria dell’Inter, che si è cucita da poco sulle maglie il suo 19° scudetto, ci ha dato l’ispirazione per la partenza di questo nostro servizio.
Abbiamo infatti raggiunto quello che oggi si chiama Suning Training Centre prima di spostarci verso il vicinissimo golf.
Foto e riprese video con la nostra compagna di viaggio di questo mese, la splendida Volvo T6 AWD Plug-in Hybrid.
Sul muro dietro al quale si cela la guardiania, oltre alla scritta in cinese, dovuta all’attuale proprietaria della squadra nerazzurra, anche quella dedicata ad Angelo Moratti.
Fu proprio il papà della Grande Inter degli anni ‘60 a volere questo innovativo centro sportivo, nel cui progetto completo figurava anche un percorso da golf. Era davvero un’idea molto evoluta per quei tempi e la costruzione di 18 buche rappresentò il polo di attrazione del nuovo insediamento. Il progetto venne affidato all’architetto inglese John Dering Harris, uno dei migliori progettisti in attività in quel periodo. Harris era anche un ottimo giocatore, conosciuto in tutto il mondo, che nella sua lunga carriera di architetto ha realizzato o aggiornato oltre 400 percorsi nei cinque continenti.
Il campo fu realizzato dall’Impresa Peverelli, mentre il progetto della clubhouse venne firmato dall’Architetto Gerli, successivamente rivisto dal Presidente del club Aldo Cosmacini. Curioso che i primi colpi di pratica, in attesa del completamento della clubhouse e delle iniziali nove buche, vennero effettuati proprio nel campo di calcio di allenamento dell’Inter.
Nel 1971 prese il via l’attività sportiva, che si svolse dapprima su nove buche, con difficoltà organizzative che resero necessario realizzarne altre nove. Il disegno venne affidato a Gianni Albertini.
L’allora Presidente della FIG nel 1974 realizzò il progetto, che si concretizzò però solo due anni dopo con la realizzazione delle attuali prime 9 buche. All’inizio del nuovo millennio è poi stato spostato il campo pratica. Necessario perciò modificare alcune buche delle attuali seconde 9, un importante intervento che è stato affidato all’architetto David Mezzacane.
Arriviamo in poco più di cinque minuti dal Centro Sportivo al cancello automatico del golf.
Gli ultimi tre chilometri li percorriamo in un’apoteosi di verde, lungo un vero e proprio tunnel fra il folto bosco che si estende per centinaia di ettari e all’interno del quale sono state ricavate le 18 buche della Pinetina.
Incontriamo subito Simone Laureti, direttore del Circolo esattamente per metà della sua vita.
Al lavoro da ben 25 anni su questi fairway e green, Simone è ormai uno dei direttori “storici” del golf italiano. A coadiuvarlo nel suo lavoro Barbara Ceriani, Federico Bianchi (nostra ideale guida durante la realizzazione di servizi fotografico e video) e Matteo Zonta.
La clubhouse è davvero un gioiello, senz’altro ai primi posti in Italia per gusto, stile ed eleganza. Negli spazi generosi trovano posto tutti i servizi del Circolo, a cominciare dalla segreteria/proshop, che si apre subito sulla destra entrando. Meritano una menzione speciale il bel bar e il raffinato ristorante, dotato di due sale, una in grado di accogliere 200 persone e l’altra, più raccolta, per 25. Davanti si apre una soleggiata e ampia terrazza affacciata sulla 18. Una vera fortuna fino a pochi giorni fa, viste le restrizioni dovute al Covid-19.
Stessa classe anche nelle 11 camere della foresteria, piccola perla perfetta per trascorrere qualche giorno fra golf e relax, in un silenzio assoluto. Ci sembra giusto e interessante segnalare il pacchetto “Stay and Play”che, per 714 euro, prevede cinque notti e altrettanti green fee nei meravigliosi campi della zona. Oltre alla Pinetina, l’offerta prevede un giorno di grande golf a Barlassina, Carimate, Monticello e Villa d’Este, tutti decisamente a portata di un veloce trasferimento in auto.
E veniamo al campo: in totale sono settanta ettari di verde immersi nel Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate.
La cornice sono fitti boschi di pini silvestri, betulle, querce e castagni. Il tutto quanto mai distante da strade, rumori e dallo stress quotidiano. Non mancano ostacoli d’acqua (il più insidioso il lago della 10), ma sono proprio gli alberi l’insidia maggiore, perché restringono spesso l’ampiezza dei fairway, entrando in gioco. In totale la lunghezza (5.571 metri dai tee gialli, per un par 71) è tipica di campi con una storia alle spalle, ma non bisogna farsi trarre in inganno. Il percorso non è davvero arrendevole e merita di essere affrontato con rispetto, per non trovarsi di fronte a qualche brutta sorpresa. I fuori limite sono infatti in agguato e il folto del sottobosco può inghiottire le palline erranti. Il via è un bel par 4 in discesa, uno dei non moltissimi dogleg del percorso, che ha parecchie buche lineari, ma complicate da ondulazioni naturali del terreno, a volte anche accentuate.
Fra le altre buche, oltre alla già ricordata 10, meritano una citazione la 14, spettacolare par 3 a caduta, e la conclusiva 18. Una volta quasi imprendibile par 4, è oggi un abbordabile par 5 (hcp 18) che però presenta una decisa salita in chiusura: il colpo di coda finale.
La Pinetina ha da sempre un fortissimo animo ecologico. Fin dal 2000 ha aderito al programma di certificazione di eco-compatibilità per i percorsi di golf della FIG, noto come “Impegnati nel Verde”.
Nel corso del 2007 ha ottenuto il Certificato Nazionale e l’anno successivo ha avviato un altro percorso di certificazione. È del 2010 l’ulteriore e massima certificazione ambientale a livello europeo, rilasciata da GEO (Golf Environment Organisation), una organizzazione no profit che si occupa di tutte le tematiche ambientali inerenti i campi da golf.
La Pinetina Golf Club è stato il primo campo in Italia ad ottenerlo e poi a ribadirlo con le conferme del 2013 e del 2019. Prima di chiudere la nostra meravigliosa giornata di sole fra fairway e green de La Pinetina, incontriamo il presidente del Circolo, Roberto Tavecchio. Come il direttore, anche lui ha una militanza nel club difficilmente battibile. È stato infatti eletto per la prima volta nel 2001 e quindi da ben 21 anni è al timone del sodalizio lombardo. Credo non ci sia bisogno di aggiungere nulla riguardo al suo gradimento da parte dei soci. A noi solo il piacere di fargli i complimenti per un club bello e accogliente come pochi. Arrivederci, Pinetina.