Non tutti sanno che il paese della cuccagna è esistito veramente.
Ci sono differenti versioni sull’origine del nome ma, tra tutte, è proprio la versione provenzale ad essere quella giusta.
Tutto nacque a causa di una piccola pianta gialla, il pastel, le cui foglie triturate, seccate e raccolte in piccole palle (le cocagnes), servivano a colorare i tessuti con le più belle sfumature del blu: il classico blu di Francia.
Il blu era il colore del re, della nobiltà e in seguito anche dell’alta borghesia, che non amava essere da meno. I mercanti pasteliers di tre città serbarono a lungo il segreto della produzione del pastel ed ebbero modo di accumulare ricchezze immense, edificando palazzi sempre più belli e torri sempre più alte.
In ogni caso, per tutti gli abitanti di questa regione e ovviamente anche per tutti gli acquirenti del “blu” questo divenne il pays de la cocagne.
Un luogo di ricchezza e benessere, dal clima mite e solare, dalla parlata dolce e musicale, dai modi gentili e cordiali, dall’ottima cucina e dai vini ancor più generosi.
Una buona, anzi ottima, scusa per scoprire questa terra, rallentare un po’ i ritmi e per apprezzarne meglio colori, profumi, sapori e ovviamente i suoi campi da golf.
Tolosa è la principale città dell’Occitania e del dipartimento dell’Alta Garonna e il suo centro merita di essere visitato a piedi.
Si sviluppa lungo la linea ideale che collega la Basilica di Saint-Sernin, il più vasto complesso romanico al mondo, alla cattedrale di St-Ètienne. Tra questi due estremi si trovano l’antico convento gotico dei frati “Les Jacobins”.
Amichevole e tranquillo di giorno, il centro cittadino diventa gaio e vivace la sera.
La sua vita culturale è straordinariamente dinamica e le proposte di intrattenimento sono così varie e di qualità da competere con molte capitali europee.
Tolosa sta rivivendo la sua epoca d’oro e la sua crescita economica è superiore alla media francese, ma non è più il pastel a fare la fortuna di questa città.
Le ricchezze di oggi sono la sua industria aeronautica e spaziale e la sua università. Con 120.000 studenti, è la seconda città universitaria della Francia, qui Airbus costruisce i velivoli passeggeri del futuro e Aerospace i suoi missili e satelliti con un totale di oltre diecimila tecnici e ricercatori.
La Cité de l’Espace ne offre un’interessante vetrina accogliendo migliaia di visitatori ogni anno.
Proprio nei pressi dell’area aerospaziale, a dieci minuti dall’aeroporto, troviamo il Golf International de Seilh.
Comprende due percorsi da 18 buche disegnati da Jean Garaialde e Jérémy Pern in una vasta proprietà di 140 ettari di bosco: il Rosso 6.141 metri par 72 (24 di handicap minimo) e il Giallo 4.071 metri par 64.
Il percorso rosso offre un gioco piuttosto impegnativo e decisamente interessante in una piacevole cornice campestre, tutte le ultime edizioni del Toulouse Open Championship si svolsero qui.
Dopo le prime buche di riscaldamento il percorso diviene via via più impegnativo e ben dieci di esse presentano ostacoli d’acqua. Le linee di tiro sono sempre molto strette e grandi e profondi bunker sono posizionati strategicamente.
I green molto veloci, anche se piuttosto grandi, sono spesso inclinati e sopraelevati rispetto al terreno circostante. Tra tutti, quello che richiede maggiormente nervi saldi è quello della 11 (512 metri par 5): situato a quasi dieci metri sopra al fairway, è suddiviso in due livelli differenti. La bandiera è posizionata al limite tra i due e tutt’intorno il terreno scende ripido a invitare le palline imprecise nei sei bunker intorno o addirittura nell’acqua di uno stagno.
La clubhouse è molto confortevole ed è collegata all’hotel. Insieme formano un vasto complesso con ristorante, piscina e sale fitness.
Sempre alla periferia di Tolosa, nella vastissima area della Ramée, troviamo il Golf de Toulouse la Ramée, 5.655 metri, par 70.
Disegnato da Hawtree & Son su un terreno piatto, presenta un livello medio di difficoltà che tuttavia può innalzarsi notevolmente in presenza del vento di nordest che spesso spazza la piana di Tolosa.
Gli alberi sono abbastanza alti e non consentono di rilevarne la presenza, proteggono il gioco basso ma appena la pallina si alza sopra le loro chiome… Fairway e green sono molto ben tenuti e l’aspetto generale è curato.
L’acqua la fa da padrona in 15 buche e anche il driving range è un vasto specchio d’acqua.
Dalla metà degli anni ‘70, al limite meridionale della foresta di Buzet, si trova uno dei campi francesi che meglio ha saputo rispettare il paesaggio in cui è stato disegnato.
Il Golf Club de Palmola, 5.949 metri par 72, è un magnifico parkland intagliato da Michael Fenn nel fitto bosco in cui sviluppa i suoi circa sei chilometri di percorso tra quinte di alberi secolari e splendide vedute sul fiume Tarn.
Il club ha ospitato numerosi importanti tornei amateur e, tra tutti, vale ricordare gli Internazionali di Francia Junior del ‘97 vinti da un giovane Sergio Garcia.
Il gioco vario e senza fairway paralleli, alterna buche di media difficoltà ad altre più complesse. Dopo un avvio in scioltezza è la 2 par 4, a offrire l’impegno più difficile, un dogleg a sinistra e in discesa. La parte finale è piuttosto atipica: due par 3 alla 16 e alla 18 inframmezzati da un altro difficile par 4 di 412 metri.
Meno di un’ora d’auto separa il Golf Club di Palmola dalla città di Albi e dal suo Golf Albi-Lasbordes, 6.158 metri par 72.
È un percorso molto bello situato in un’ansa del Tarn, poco prima che il fiume attraversi la città.
Il disegno di Jean Gaiaralde e Jeremy pern ha saputo modellare il terreno rispettandone le caratteristiche naturali ed esaltandone le prospettive, sia nella parte pianeggiante dove la silhouette della cattedrale è spesso in vista, sia dove le placide acque del Tarn lambiscono il campo.
Più di metà del percorso è interessato da ostacoli d’acqua ma presenta molte altre caratteristiche che lo rendono interessante: le buche più vicine al fiume sono circa 15 metri al di sotto del pianoro su cui si sviluppa il resto del percorso e tra i tee e i green ci sono notevoli dislivelli.
I fairway sono moderatamente ondulati, stretti e il rough in estate viene lasciato alto. Sono frequenti i green in pendenza e i bunker molto grandi, ma non profondi. Anche quando l’occhio può spaziare sul panorama intorno, come nella parte alta del percorso, le linee di tiro sono molto strette e il gioco deve essere preciso.
La clubhouse si trova in un edificio antico, l’allestimento è moderno ma la cucina è di tipo tradizionale della regione.
Per concludere il triangolo di questa visita occorre spingersi a sud e prima di giungere alla città di Carcassonne ci si può cimentare su di un campo dalle caratteristiche molto diverse dai precedenti.
Proprio ai piedi della Montaigne Noire si trova il Golf Club de Mazamet-La Barouge, 5.635 metri par 70. Disegnato nel 1956 da Ross MacKenzie e Mark Hawtree possiede tutte le caratteristiche del -parkland pienamente riuscito.
Il suo aspetto generale è infatti molto curato e viene considerato a ragione uno dei più bei percorsi della regione Midi-Pirenées.
La vegetazione del percorso si integra pienamente con quella circostante e offre al giocatore splendidi scorci sulla valle, sul fiume che lo costeggia e sul torrente d’Issalès che lo attraversa. La varietà dei colpi è divertente per ogni tipo di golfista.
I fairway sono generalmente piatti, il rough è basso ma è facile finire fuori limite. I bunker sono poco profondi come nella media francese e i green sono veloci e ben tenuti. La clubhouse è piccola ma con una buona cucina tradizionale.