A Sotogrande, in Andalusia, tutto è stato creato per un’offerta di altissimo livello dedicata a una clientela che non ama la confusione e la ressa ma servizi ineccepibili, attività di mare di prim’ordine e campi da golf spettacolari.

La Rocca di Gibilterra: l’abbiamo studiata tante volte a scuola.

Una montagna alta poco più di 400 metri che si affaccia su uno stretto fondamentale e strategico per i commerci e per il controllo militare del Mare Mediterraneo.

Eppure, con il passare degli anni, il fatto che gli inglesi ne mantenessero il controllo mi appariva un po’ anacronistico, un retaggio della passata potenza marinara. 

Con gli aerei, i satelliti spia, i droni, che cosa se ne fanno oggi – pensavo – di una rocca laggiù in fondo all’Europa.

Eppure, gelosamente gli inglesi lo hanno mantenuto come territorio d’oltremare, con tanto di controllo di passaporti all’entrata, stadio di calcio con tribune ed aeroporto, con la curiosa caratteristica che la strada principale della cittadina attraversa la sua pista di decollo ed il traffico automobilistico viene bloccato da un semaforo al passaggio di ogni aereo. 

Arrivando in autostrada dall’aeroporto di Malaga, poco prima di svoltare per Sotogrande, ci si è stagliata questa imponente rocca grigia in fondo alla costa quasi piatta dell’Andalusia. 

E subito di fronte, vicinissima, la costa dell’Africa, anzi di Ceuta, l’enclave spagnola che confina con il Marocco. Poco più di trenta chilometri dividono l’Europa dall’Africa, basta questo per intuire il ruolo di deterrenza politica e commerciale di Gibilterra.

In quello stretto passa tutto ciò che non vola o che non attraversa i confini di altri Stati. Ma appena lasciata l’autostrada andalusa e la costa fortemente edificata, ci siamo addentrati in una realtà inattesa: la zona di Sotogrande. 

La storia del resort di Sotogrande

Inizialmente, parliamo del 1964, erano venti chilometri quadrati destinati a un turismo di alto profilo, tutto immaginato dalla Sotogrande Urbanization intorno al primo campo da golf disegnato da Robert Trent Jones sr. in Europa e al quale Re Juan Carlos concederà, nel 1994, l’uso del termine ‘Real’ facendolo così diventare ‘Real Club de Golf de Sotogrande’.

La cosa sorprendente è l’iniziale visione lungimirante e complessiva dell’obiettivo, rimasto costante nel tempo. Mentre nei decenni passati la costa mediterranea della Spagna è stata oggetto gradito di un turismo di massa (basta vedere le dimensioni dell’aeroporto di Malaga per capire di che numeri stiamo parlando, nda) qui si è sempre tenuta ben alta l’asticella.

Tutto è stato fatto per elevare il livello dell’offerta, quasi a creare un mondo a parte. L’obiettivo è stato raggiungere un’utenza che non ama la confusione e la ressa e vuole servizi ineccepibili, attività di mare di prim’ordine, campi da golf con percorsi da ricordare. 

Lo sviluppo ha seguito quindi diverse direttrici, con l’obiettivo di penetrare tutti i gangli del turismo con alta capacità di spesa.

Un perfetto connubio tra qualità e varietà dei servizi

Nel tempo le cose hanno veramente funzionato: sono stati creati sette campi da golf (fra cui Valderrama, La Reserva e Sotogrande, sogno di ogni golfista), tre campi di polo, The Beach a La Reserva, un’incredibile spiaggia artificiale, nell’entroterra vicino all’omonimo campo da golf, con lettini, ombrelloni, barche a vela, waterboard, canoe, windsurf e ovviamente un ottimo ristorante.

E poi il resort di lusso SO/ Sotogrande, in cima a una collina con una vista mozzafiato sulla valle e sul mare, con 156 camere tutte in villette, tre piscine (una attrezzata ed assistita per bambini), una SPA spettacolare, ristoranti e cocktail bar notevolissimi e con un servizio sempre assolutamente ineccepibile. 

Tutt’intorno una lottizzazione bella e curata, tra sugheri e ulivi secolari: piccoli condomini e ville in vendita a cifre alte ma non impossibili, con l’eccezione di quella villa da far girare la testa collocata su in cima alla montagna, per la quale chiedono oltre quindici milioni di euro.

Molti alloggi e ville possono anche essere affittati per periodi limitati, utili quindi a vacanze di famiglie o gruppi di amici, con la possibilità di fruire dei servizi del resort. 

Una porta per accedere a campi da golf esclusivi

Ma perché vi parlo di tutto questo anziché di golf? Perché soggiornare nel resort è la serratura per accedere a campi come Valderrama o Sotogrande, spesso ‘sold out’ se si cerca di prenotarli direttamente.

Prenotando con ragionevole anticipo, l’organizzazione garantisce i green fee sui percorsi più celebri.

Ci sono pacchetti con varie combinazioni di tracciato e durata che permettono di giocare in pochi giorni sul primo campo di Spagna (Valderrama), sul secondo (Sotogrande) e sul settimo (La Reserva), senza dimenticare il 27 buche Almenara che parte proprio dal resort stesso.

In tutti, salvo a Sotogrande, è indispensabile il golf car per i dislivelli da superare e per trasferimenti non sempre brevi.

Non ho giocato a Valderrama, probabilmente perché pochi giorni dopo avrebbe ospitato il LIV Tour e quindi il campo era chiuso. Ma ho giocato sul Real Sotogrande.

Situato nella parte bassa del comprensorio denominata Sotogrande Costa, vicino al porticciolo e alla esclusiva spiaggia sul mare, il campo rispecchia lo stile di Trent Joness Senior.

Fairway ineccepibili e ampi con erba perfetta che lasciano giocare anche i giocatori medi, sottobosco pulito, green grandi e abbastanza semplici, tutti circondati da tantissimi bunker, che qui sostituiscono l’acqua che abitualmente troviamo a difesa della bandiera nei campi di Trent Jones.

Sono solo tre le buche che hanno l’acqua lungo tutto il fairway, ma il campo è talmente largo, che basta stare dall’altra parte per evitare guai. I saliscendi del percorso, peraltro assai modesti, sono limitati ad alcune buche centrali.

La ‘signature hole’ è certamente la 7, in netta discesa e che richiede un gioco in difesa, soprattutto con la bandiera lunga.

Il campo che ho preferito, però, è stato La Reserva dove c’è anche la già citata spiaggia artificiale, e intorno al quale si sviluppa la maggior parte della lottizzazione edilizia.

A Sotogrande trovi una realtà attenta a qualsiasi dettaglio

Il campo disegnato da Cabell B. Robinson e costruito nel 2003, è inserito in un paesaggio molto mosso, con viste che si alternano verso il mare e verso l’interno. L’handicap minimo richiesto è 28 per gli uomini e 34 per le donne.

I fairway sono ampi, con pochi punti in cui gli ostacoli d’acqua possono generare problemi al vostro gioco.

I green invece sono piuttosto complessi, molto mossi ma mai piccoli. Ma sono due le cose che mi hanno particolarmente colpito.

Il primo è la qualità del servizio: dal momento in cui entri nella club house hai la sensazione di non essere mai ‘abbandonato’. È una costante a Sotogrande, ma qui è particolarmente piacevole.

La segreteria-proshop, lo spogliatoio molto elegante, la sacca già caricata sul golf car al tuo arrivo sulla piattaforma, l’accesso al campo pratica limitato a 45 minuti prima della tua partenza, lo starter che viene a cercarti dieci minuti prima del tuo tee time.

E anche a portarti i bastoni che hai dimenticato sul campo pratica prima ancora che tu ti accorga di non averli in sacca.

La seconda cosa è l’armonia e la sequenza delle buche. Non avevo mai visto il campo, non avevo idea di cosa mi sarei trovato di fronte.

Eppure, ho giocato avendo sempre la sensazione di conoscere ogni cosa. Forse per la perfezione del percorso o forse per la capacità del progettista, non ho mai avuto bisogno di guardare la mappetta perché sapevo già che là avrei trovato ciò che mi aspettavo. Una sensazione magnifica che ricorderò.

La buca più bella?

Certamente la 10, per il green circondato dall’acqua con una vista su altri due green che si affacciano sullo stesso laghetto. Il terzo campo sul quale ho giocato è l’Almenara Golf, quello che parte dal Sotogrande Resort.

In realtà si tratta di tre percorsi da nove buche ciascuno che, a seconda della stagione e delle esigenze, si possono giocare con sequenze diverse.

Disegnato nel 1997 dall’inglese Dave Thomas, l’Almenara vede caratteristiche diverse a seconda del percorso, ma tutti sono stretti tra gli alberi (su uno sono ulivi, su un altro sugheri e sul terzo macchia mediterranea), hanno fairway fortemente inclinati, bunker profondi, stradine con importanti pendenze e ostacoli d’acqua veramente in gioco.

Spesso giocando a sinistra troverete la palla in fondo a destra dove il colpo di recupero sarà obbligatorio.

Direi che è piuttosto faticoso e adatto agli appassionati di campi complessi e ‘tricky’, ma con l’indubbio vantaggio e comodità di partire a fianco della reception del resort.

Per noi giocatori il vantaggio di soggiornare nel complesso di Sotogrande sono i pacchetti di golf: quello più desiderato, quello che vi permetterà di giocare sui tre campi più prestigiosi (Valderrama, Sotogrande e La Reserva) si chiama Golf Tour Classic, ha prezzi variabili a seconda della stagione e prevede la sistemazione per cinque notti al Sotogrande Resort con formula bed & breakfast, l’accesso alla splendida SPA e diverse altre amenities.

Sotogrande offre anche una formula All Inclusive

Formula validissima per sfruttare i numerosi servizi, i ristoranti e i cocktail bar (ce ne sono ben otto dove si mangia sempre benissimo).

Ma ci sono, sempre all’interno del complesso Sotogrande, numerosi altri locali che meritano una visita, senza dimenticare i ristoranti delle club house, sempre molto eleganti, puntuali nel servizio e con piatti molto adatti alle nostre abitudini.

Durante il soggiorno prendetevi anche del tempo per visitare la maestosa Gibilterra, con la sua città vecchia e le celebri bertucce che popolano in libertà la parte alta dell’isola, unica presenza di questo animale in Europa (la loro immagine è anche riportata su una moneta locale).

Se poi avete voglia di camminare, a poco più di mezz’ora da Sotogrande, potete avventuravi sul Caminito del Rey, una escursione lunga otto chilometri, della durata di circa tre ore e di media difficoltà, tra gole e canyon, ponti e passerelle a oltre cento metri di altezza, con un panorama stupendo e una natura straordinaria.

Il biglietto costa dieci euro e la gita è in assoluta sicurezza: soldi spese bene per una esperienza inattesa.  

La guida

Aeroporti

Malaga a 108 chilometri, Gibilterra a 20 chilometri.

Transfer

  • Auto a noleggio – Tutte le maggiori compagnie sono presenti all’aeroporto di Malaga.
  • Transfer privato organizzato dal resort

Hotel

  • SO/Sotogrande Spa & Golf Resort Hotel – Avenida Almenara, Sotogrande, San Roque

Ristoranti

  • Trocadero Beach Club – San Roque – Ristorante, cocktail bar, piscina, spiaggia, area per famiglie con una straordinaria vista su Gibilterra
  • Cancha II – Ayala Polo Club, Guadiaro – Cucina fusion e asada argentina in un ambiente rilassato ed elegante, con tavoli all’interno o che si affacciano sul secondo campo di polo.
  • The Beach La Reserva Restaurant – Avenida La Reserva, Sotogrande Ristorante sul bordo del bacino artificiale, con servizio informale ed elegante, è anche un wine & cocktail bar al servizio della spiaggia

Campi da gol nelle vicinanze

  • Real Club Valderrama Calle del Escorial 10, San Roque – Green fee 500 euro + forecaddie obbligatorio 60 euro
  • Real Club de Golf Sotogrande Paseo del Parque, Sotogrande, San Roque, Green fee 325-355 euro
  • Club de Golf La Reserva – Avenida La Reserva, sin numero, Acceso Golf, Sotogrande, Green fee 175 euro
  • Almenara Golf – Avenida Almenara, Sotogrande, San Roque Green fee 89-100 euro
  • Club de Golf La Canāda Carretera Guadiaro 1, Guadiaro, Green fee 85 euro
  • San Roque Golf Club – Nacional 340, Km 127, San Roque, Green fee 235 euro
  • La Hacienda Links Golf Resort – Avda. Pablo Cerezo, s/n, San Roque Green fee 249 euro

*I prezzi dei green fee sono indicativi e verificati per settembre/ottobre 24