La Capitale francese, sede delle Olimpiadi 2024, offre agli appassionati golfisti l’occasione perfetta per scoprire alcuni dei suoi magnifici percorsi, a partire dal celebre Le National, sede del torneo maschile e femminile
Il golf non faceva parte degli antichi giochi di Olimpia per il semplice fatto che dal X al IV secolo a.C. non era ancora stato inventato. Per nostra fortuna, dopo un intervallo di centododici anni, è ormai entrato in pianta stabile nel programma con otto giornate di gara.
Per Parigi 2024 i biglietti sono esauriti da mesi, tranne qualche posto per il secondo e terzo giorno della gara femminile.
A nove chilometri da Versailles, il Golf National è il campo che ospiterà i Giochi
Di proprietà della Federazione Francese, è stato costruito appositamente per ospitare i grandi eventi. La configurazione a “stadio”, cioè con le zone laterali delle buche rialzate, garantisce una comoda visibilità agli spettatori anche senza tribune. Memorabili sono stati gli ultimi Open di Francia, soprattutto nel 2022 con la vittoria di Guido Migliozzi, i tre secondi posti di Francesco Molinari (2010, 2012 e 2016) e la Ryder Cup del 2018, che vide il successo europeo anche grazie al record di cinque punti su cinque portati dal nostro Chicco. Successi maturati soprattutto sulle ultime buche dove l’acqua, più che l’erba, decide spesso la classifica.
Se il vostro programma a cinque cerchi prevede, invece che birra e pizza dal divano, un viaggio nella Capitale transalpina per respirare l’atmosfera olimpica, abbiamo pensato di suggerirvi alcune giornate di golf e turismo.
La prima tappa nel sud-ovest di Parigi potrebbe essere il Racing Club de France
Si tratta di un’istituzione che in città ha tre strutture per la pratica di diversi sport e anche una squadra di rugby. Il golf si gioca da 141 anni proprio a Versailles in un club di 45 buche, chiamato La Boulie. Le più classiche sono le 18 del percorso La Vallée che, come dice il nome, prevede un costante saliscendi dalla club house posizionata in alto.
La fatica di camminarlo con la sacca in spalla è ampiamente ricompensata dalla perfezione dei dettagli e dalla sfida di tirare a green che non sono quasi mai a livello della palla. Ad esempio, dopo un breve stop in buvette per un “croque monsieur” – il tipico toast impanato -, si rimane senza fiato, e anche senza sapere quale ferro giocare, a un par 3 che ha un dislivello di quasi 50 metri su una lunghezza di 170. Un campo comunque non punitivo che ha dato alla Francia giocatori come Thomas Levet, Antoine Rozner e la proette Agathe Laisné, nonché i primi nove Open nazionali a partire dal 1906.
Finito di giocare, una visita certamente doverosa è al famosissimo castello costruito da Luigi XIV
Ricchissimi gli interni e fantastici i giardini, che si dice siano ispirati a quelli della Reggia di Venaria vicino a Torino. Tuttavia, vi suggeriamo anche una visita all’area dei due Trianon, agli estremi del parco. Inizialmente era una zona lussuosa con edifici dai colonnati imponenti e fontane in marmo e oro, in cui il Re Sole si appartava con le sue amanti. Dalle cucine dei piani inferiori un complesso meccanismo permetteva ai piatti di arrivare, senza necessità di camerieri, nelle sale dove si narra che Sua Maestà non indossasse un dress code reale. Quando l’area fu poi donata da Luigi XVI a Maria Antonietta, ella ne fece un’area immune dai rituali di corte, con una fattoria e un villaggio che le permettevano di sentirsi come una contadina. Fu lei che volle sostituire il rigore architettonico dei giardini del palazzo con delle aree che oggi definiremmo “falsamente trascurate” di apparentemente disordinati cespugli all’inglese.
Se vi appassionano i campi ultracentenari, non potete non giocare anche il Golf de Saint-Germain a circa mezz’ora da Versailles
Ha ospitato nove Open di Francia con una vittoria di Ugo Grappasonni. Interessante notare sul tableau d’honneur in club house come Severiano Ballesteros abbia portato a casa l’ultimo titolo nel 1985 con 36 colpi in meno rispetto al primo vincitore, lo scozzese Duncan nel 1927, in un costante miglioramento dello score nel tempo. Il campo è un tipico parkland tagliato nella foresta, abbastanza sfidante se non si frequenta il fairway. Non c’è acqua, ma la caratteristica indimenticabile del percorso sono i 116 bunker che hanno la parte verso la buca sempre minacciosamente alta quanto una persona. Il club era nato sulla Senna, ma all’ennesima esondazione i soci decisero di trasferirlo nel vero senso della parola: club house e spogliatoi furono smontati pezzo per pezzo e rimontati qui nel 1927.
La tradizione è infatti quello che i “members” pretendono, cercando di mantenere il più possibile immutato il contesto
È un percorso poco faticoso, anche se non è possibile noleggiare un golf car perché intorno ai green non c’è lo spazio per transitare.
A pochi minuti sorge il castello di Saint-Germain, dove nacque Luigi XIV e dai cui giardini si può vedere tutta la città. Nel momento di massimo splendore aveva una superficie di 8000 metri quadri, con 55 appartamenti, una sala da ballo, 7 cappelle, una cucina e una prigione nei sotterranei. Dalla metà del 1600 permette di ammirare Parigi da un terrazzamento con effetti prospettici lungo quasi 2 chilometri e mezzo e largo 30 metri, proprio sopra la Senna.
Il campo più moderno e turistico della zona è Feucherolles, anche detto dei Cinque Laghi, visto che a differenza dei precedenti qui l’acqua non manca di certo
Belle, piacevoli, ampie e abbastanza in piano le prime nove, mentre le seconde sono più difficili, strette e collinari. I green sono enormi e con grandi pendenze, ed è quasi impossibile perdere la palla se riuscite a mantenerla all’asciutto. Da vedere al centro della club house il gigantesco camino/libreria e negli spogliatoi le originali docce che si potrebbero definire alla romana, nel senso che senza alcuna riservatezza si affacciano tutte insieme su una specie di chiostro. Se dopo aver giocato non siete stanchi, potete pensare di tornare verso Versailles in bicicletta attraverso la Allée Royale de Villepreux, un anello di 40 km che attraversa la campagna parigina e che offre a perdita d’occhio una tavolozza dei colori caratteristici della stagione in cui la si visita.
Al momento, per il periodo olimpico, ci sono poche prenotazioni, a differenza di quanto avvenne quattro anni fa con la Ryder Cup in cui già l’anno precedente i green fee per la settimana di gara erano sostanzialmente esauriti ovunque.
Sarebbe un peccato per chi sarà a Parigi durante i giochi perdere l’esperienza di provare campi che uniscono la storia, l’eleganza e la sfida sportiva.
Per essere sinceri, ci sono anche altri campi iconici, ma purtroppo sono assolutamente riservati ai soci e ai loro ospiti.
Tra questi ve ne segnaliamo uno da cui si vede dalla buca otto la Torre Eiffel, il Golf de Saint Cloud, quello che organizza il Trofeo Lancome e che ospiterà l’Open di Francia nel 2025 a seguito di lavori di estensione del sistema della metropolitana che renderà inagibile il Golf National (Saint-Nom-La-Bretèche) e un altro che ha un castello medioevale come club house, il Golf du Prieuré.