Chi non ha desiderato, in questi lunghi mesi, realizzare un sogno golfistico? Ci hanno tolto molte libertà, ma almeno abbiamo potuto sognare! Anch’io ho in mente qualcosa che voglio condividere con voi, in attesa che le aperture tanto attese ci permettano di viaggiare.

Premetto e vi avviso che se più avanti vi dirò che il progetto è economico, non dovrete credermi.
Il golf, soprattutto nei luoghi ‘del cuore’, è molto costoso e chi li gestisce ha capito che il golfista, specie se sognatore, è disposto a spendere. D’altra parte non possiamo pretendere che una visita in paradiso sia a buon mercato. Nessuno discute il prezzo del biglietto per la Cappella Sistina, del Cenacolo o del Louvre. Penso che valga la pena spendere, magari una tantum, per ciò che non dimenticheremo mai: non c’è migliore impiego per il nostro denaro.

Ho in mente l’Irlanda. Anche perché gli irlandesi sono un popolo fiero, ma gentile e ospitale. Faranno il possibile per aiutarci e farci sentire a nostro agio. L’isola è verde, perché ci piove tanto, ma quando c’è il sole è meravigliosa. Da sempre è il mio sogno. Lì ho fatto viaggi indimenticabili ma terribilmente stancanti, delle specie di triathlon golfistici, cambiando albergo ogni sera e giocando ogni giorno su un campo diverso. Bellissimo, ma ora non lo rifarei. 

La mia idea, che voglio consigliarvi, è invece quella di affittare un appartamento al centro della parte meridionale dell’isola, diciamo a Killarney. Una volta ci si poteva arrivare con un volo da Dublino, ma ora che tutti i voli sono stati rivoluzionati, ci si può anche andare in macchina in due o tre ore, sempre da Dublino. Tanto poi la si usa per andare a giocare. Killarney è in una posizione strategica: a ovest, a raggiera da nord a sud, in poco tempo si raggiungono tre percorsi straordinari. Ballybunion, il più famoso, è un antico campo sede più volte di grandi eventi internazionali. Poi, più a sud, Tralee, disegnato da Arnold Palmer e infine Waterville che mi fa venire i brividi solo a scriverne. Poi c’è anche Dingle, il campo più ad ovest dell’Europa continentale, escludendo quindi Azzorre e Madeira che sono in mezzo all’Atlantico: è più a ovest del Portogallo ed è l’unico percorso che non sono riuscito a finire: la pioggia arrivava minutissima con raffiche orizzontali dall’Atlantico, e proprio non ce l’ho fatta… 

Sono tutti links purissimi e durissimi: se non vi piacciono, potete smettere di leggere, ma se non li conoscete, non saprete cos’è il golf finché non li avrete visti e, soprattutto, provati.

Ballybunion

Ballybunion, che fa parte della ‘rota’ dell’Open di Irlanda, ha due percorsi lungo il mare, Old e Cashel, più recente e di pari bellezza e difficoltà. Ovviamente il più rinomato è l’Old, ma l’altro non gli è da meno. Giocandoci, avrete poche probabilità che i vostri piedi siano paralleli alla palla, ma può capitarvi. Così come vedere dove la vostra palla dovrà atterrare e non dover indirizzare il colpo verso un palo con un cerchio nero in cima. Ci vuole tanta pazienza, ma alla fine la giornata è indimenticabile e avrete la sensazione di avere calpestato un suolo davvero magico.

Tralee

A Tralee, Arnold Palmer ha voluto fare due percorsi, uno di dieci e l’altro di otto buche. Si comincia con nove belle buche sul mare, un link classico. Poi, dalla 10, si entra in un paesaggio completamente diverso, lunare, con tiri a scavalcare le gole, dune e colpi ciechi con bersagli stretti; tutto fino alla 17, un par 3 per uscire ‘a riveder le stelle’. Con la 18, un par quattro bellissimo con il mare a destra che ci riporta in club house, si ritorna alla normalità… State attenti a non andarci nel ‘ladies day’: sono molto rigorosi e non vi faranno giocare.

Waterville

Waterville è il mio preferito. Il ‘Ring of Kerry’ sembra una mano che si protende verso sud-ovest in direzione dell’Oceano Atlantico. Il percorso si trova nell’ansa fra due dita, in fondo a un golfo. Ha una storia singolare: nell’800 i collegamenti telegrafici fra il Nord America e l’Europa avvenivano con un cavo transatlantico e quello era il punto di arrivo dalla nostra parte. Nella stazione i messaggi venivano raccolti e smistati. I turni di lavoro si alternavano a turni di riposo e di svago, ma che svago si poteva trovare a ore di distanza da tutto? Così nel 1889 fu creato un campo a 9 buche di cui circa 70 anni dopo, quando il telegrafo non serviva più, si innamorò un americano di origini irlandesi, John A. Mulcahy, che lo comprò e lo ingrandì portandolo a 18. Lui è ancora lì e lo incontrerete, ma senza vederlo: la sua anima, dicono, sta sulla panchina in cima al tee della 18 o cammina lungo la stessa buca. Comunque lui è sempre sul putting green quando c’è il sole ma, essendo una statua, anche quando piove o tira vento. Il percorso non è facile e, spiritosamente, ma forse no, dando un nome alle buche la prima è stata chiamata ‘Last easy’. Subito dopo, di fianco alla scaletta del tee della 2, c’è una lapide. Ci dice: “Nel 1986 Christy O’Connor, il più fine ambasciatore del golf irlandese, selezionò le migliori 18 buche di questo paese. Waterville ebbe l’onore di essere l’unico percorso dal quale le buche scelte fossero due. Una fu il par 4 della buca 14. Voi siete ora sul punto di giocare l’altra.” Brividi… e auguri per il tee shot!”.

Lahinch

A nord di Killarney, un poco più distante rispetto agli altri, vi consiglio di giocare a Lahinch, vicino alle famose Cliffs of Moher, le alte scogliere che guardano l’Atlantico. Il percorso è difficilissimo, con due buche che si incrociano e un par 5 dove, sul secondo colpo, un gentile addetto (“Hillman”) che fa la guardia sulla collina che dovete scavalcare vi dirà quando tirare per non colpire chi incrocia o vi sta davanti. Non meravigliatevi se a un par 3 il tee delle signore è più indietro del vostro: loro hanno un par 4 di 230 metri, voi un par 3 di 200, sempre in mezzo alle dune. Va comunque detto che uomini e donne hanno score diversi nei paesi anglo-sassoni: magari 72 per gli uni e 76 per le altre, anche perché non gareggiano mai insieme. Lahinch è un’altra sede di grandi eventi, e davvero merita il viaggio, che comunque si fa in giornata, andata, gioco e ritorno. Se invece non avete voglia di muovervi da Killarney, lì ci sono i due percorsi che costituiscono il ‘Killarney Golf and Fishing Club’. Sono sul lago, da qui il ‘fishing’, che può essere un bel diversivo. Si chiamano Killeen e Mahony’s Point e non saprei quale suggerirvi: sono bellissimi entrambi, come la clubhouse.  Che altro? Tutto il sud dell’Irlanda è meraviglioso e offre tanto oltre al golf. Le coste, che testimoniano la violenza dell’oceano, artefice delle loro forme frastagliate, a ogni curva ci fanno vedere scenari stupendi con piccoli villaggi, deliziosi. Il Killarney National Park, che si attraversa venendo da sud, mostra una natura unica: laghi, gole e colline prima di completare il giro del Ring e tornare a casa. Ovunque domina il verde, in tutte le sue gradazioni grazie, pardon, a causa della pioggia… Mettetela in conto, ma va e viene rapidamente e non è uggiosa e pesante come da noi.