Una considerazione comune che molti appassionati fanno sulla classifica generale pubblicata ogni due anni da Golf Digest, quella relativa ai 100 migliori campi in America, è che la maggior parte di questi sono praticamente inaccessibili. Solo 15 dei primi 100 e 31 dei primi 200 sono infatti aperti agli esterni.
Ad aiutare a trasformare i sogni di nuove esperienze golfistiche in realtà ci ha pensato l’altro ranking della celebre rivista che qui pubblichiamo, ovvero quello che raggruppa i Top 100 percorsi pubblici statunitensi, classifica nata nel 2003 e diventata di fatto la prima completa guida ai migliori percorsi dove chiunque può giocare. L’elenco di quest’anno è forse il più approfondito mai realizzato e presenta una straordinaria gamma di differenti disegni, paesaggi, climi ed esperienze.
Nel mettere insieme il ranking che qui trovate si è però quest’anno palesata una verità assoluta: esiste una netta distinzione tra un campo aperto a tutti i golfisti e un campo accessibile. Mi spiego meglio: giocare 18 buche in queste cento meraviglie è possibile per chiunque, anche se alcuni di loro richiedono il soggiorno presso il relativo resort (Pinehurst, Shadow Creek e Fallen Oak sono tra questi). Il costo per giocarli preclude però chiunque non abbia messo in conto un budget illimitato. Il solo green fee su uno dei primi dieci della classifica viene a costare in media più di 400 dollari, e un giro a Shadow Creek, Pebble Beach, The Ocean Course a Kiawah Island e TPC Sawgrass arriva addirittura a costare tra i 600 e i 1.000 dollari. (Nota: le tariffe per la maggior parte dei campi del ranking variano in base alla stagione, alla disponibilità, alla residenza, all’ora del tee time e ai prezzi del resort. Le tariffe qui riflettono quelle base nei giorni feriali e nei fine settimana).
Il prezzo in realtà non dovrebbe sorprendere più di tanto chi cerca questo tipo di esperienze: quello che offrono questi percorsi è qualcosa di assolutamente fuori dall’ordinario. Questa quindicina di pietre miliari del golf USA, di cui fanno parte anche Pinehurst No. 2, Pasatiempo e Whistling Straits, rappresentano alcuni dei disegni più originali e spettacolari del continente.
I green fee a prezzi elevati sono comunque una costante in gran parte di questo ranking. Pochi tracciati offrono una tariffa inferiore a 100 dollari e spesso sono prezzi da bassa stagione. Pebble Beach per anni è stato il campo più costoso tra quelli pubblici ma giocare oggi su campi come il Plantation Course di Kapalua (al 23° posto), Harbour Town (27°), Karsten Creek (31°), Stillwater, Oklahoma, The Pete Dye Course (19°), French Lick in Indiana e Crosswater (54°) nel bel mezzo dell’Oregon costa ormai tra i 300 e i 400 dollari o anche di più.
Perché i golf pubblici sono diventati così costosi?
La spiegazione più semplice è legata alle leggi del mercato: sempre più campi e resort possono giustificare green fee elevati perché c’è un aumento sostanzioso della domanda. Non è raro che molti dei migliori resort facciano sold out di camere e tee time già all’inizio dell’anno.
Così come sono saliti i prezzi negli ultimi tre anni, è aumentato di pari passo anche il desiderio di fare nuove esperienzse golfistiche di una nuova generazione di appassionati, con l’obiettivo di giocare su campi dai disegni unici. Ogni esperienza premium ha però un costo. Ma le strutture sono allora obbligate a far pagare di più per mantenere il campo in condizioni perfette o lo fanno perché servizi e percorso sono eccellenti e quindi diventano di conseguenza l’oggetto del desiderio di molti?
Il fattore più importante potrebbe essere la cosidetta “Bandonizzazione” del golf degli ultimi vent’anni. Quando Bandon Dunes (8° oggi nel ranking) aprì nel 1999 con un unico percorso, progettato da un giovane e sconosciuto scozzese di nome David McLay Kidd, era un mistero il perché qualcuno si dovesse avventurare per ore nella solitaria e ventosa costa dell’Oregon per giocarlo.
La storia dello sviluppo del golf fino a quel momento aveva seguito un unico assioma: i campi erano stati costruiti là dove le persone vivevano e avevano le loro principali attività. I percorsi pubblici fiorivano vicino ai centri abitati mentre i country club privati nascevano in luoghi tranquilli dove i soci potevano allontanarsi dal trambusto della città. Anche i resort fiorivano nei luoghi ricreativi, come la costa della Florida e della California o le Montagne Rocciose e gli Appalachi. Bandon Dunes mandò in frantumi questo paradigma. I tee time andarono esauriti già il primo anno e il resort iniziò a espandersi, costruendo ben cinque percorsi da 18 buche (ciascuno attualmente classificato tra i primi 16), per accontentare un pubblico di golfisti sempre più numeroso alla ricerca di un nuovo tipo di golf, costruito in location spettacolari. Il viaggio faceva quindi parte del fascino dell’esperienza. È così che nasce il golf d’evasione.
Bandon aprì la strada alla promozione di regioni oscure che prima non sarebbero mai state considerate seriamente come destinazioni golfistiche: la calda Florida centro-meridionale senza sbocco sul mare (Streamsong), i boschi rurali del Wisconsin centrale (Sand Valley), la fredda e desolata costa settentrionale di Cape Breton, in Canada, (Cabot Cape Breton, ex Cabot Links), e la regione dell’altopiano d’Ozark, in Missouri, vicino al confine con l’Arkansas (Big Cedar Lodge). E molti altri stanno nascendo.
Sand Valley aprirà quest’estate il Lido Course, una scrupolosa ricostruzione dell’estinto campo di C.B. Macdonald, a Long Island, che chiuse negli anni ‘40. L’anno prossimo sarà inaugurato un quarto percorso, il Sedge Valley, progettato da Tom Doak. Michael e Chris Keiser, i proprietari di Sand Valley, e figli di Mike Keiser, l’uomo che sviluppò Bandon, hanno annunciato l’apertura dei primi due campi pubblici a Rodeo Dunes, vicino a Denver, in un’area che ha la capacità di contenere oltre 100 buche. Il gruppo Cabot sta anche ristrutturando e ampliando a 36 buche World Woods, sulla costa occidentale della Florida, ora chiamata Cabot Citrus Farms, una struttura che un tempo offriva una delle migliori offerte di golf pubblico in America.
Chiunque lavori nella creazione di campi da golf ha preso atto della migrazione del reddito disponibile verso luoghi esotici e architettonicamente significativi e tutti vogliono esserci. Resort di lusso come Sea Island, The Broadmoor e il Four Seasons di Lanai si sono sempre rivolti a una clientela benestante ma strutture che una volta erano relativamente convenienti come Paako Ridge, in New Mexico (55°, da 225 a 325 dollari), Sentry World, in Wisconsin (52°, 275- 300), e Tobacco Road, in Nord Carolina (45°, 175-260), sono diventati ora dei rifugi golfistici di alto livello, con tariffe in linea con questa nuova tendenza.
Per dirla senza mezzi termini, giocare sui campi di questa edizione 2023-24 della classifica dei 100 migliori campi pubblici statunitensi non è certo economico ma ciò non toglie che ci sono dei validi motivi per cui vale la pena organizzare un viaggio.
Uno dei percorsi più intriganti è il Belvedere Golf Club, nel nord del Michigan, che torna in classifica dopo una pausa di due anni. William Watson, la cui carriera iniziò in Minnesota costruendo campi come Minikahda e Interlachen, progettò il campo a metà degli anni ‘20. Recentemente è stato ammodernato sotto la direzione dell’architetto Bruce Hepner, che ha mantenuto il suo disegno puro e pulito. Il Belvedere è un ottimo esempio di tracciato che interagisce con il paesaggio, con fairway che si sviluppano su increspature simili a quelle dei links e green situati su morfologie naturali o pendii. I collar dei green sono quelli di un’altra epoca, pieni di fossette, bozzi, depressioni e bolle, che rendono intrigante il gioco corto. Chip e putt richiedono altrettanta attenzione e creatività che i colpi lunghi, segno di un grande progetto. Il Belvedere è un campo privato che accoglie gli esterni e può essere giocato a inizio stagione per soli 62 dollari.
Un altro tracciato che rientra in questa categoria, tornato nella classifica pubblica per la prima volta dal 2014, è Black Mesa, in New Mexico. Anche se non lontano dalla città di Española, non c’è sviluppo edilizio sopra o vicino alla vasta e alta proprietà desertica. Il disegno di Baxter Spann sembra lontano anni luce, dispiegandosi su un paesaggio lunare fatto di collinette, creste punteggiate di cespugli di salvia e torrenti secchi. Se l’idea di tirare attraverso canyon, lungo scogliere e oltre rocce affioranti verso bersagli ciechi non fosse già abbastanza allettante, il green fee feriale di soli 79 dollari lo è senz’altro.
Tra le 100 tariffe infrasettimanali più economiche ci sono quelle del numero 93, The Virtues, vicino a Nashport, in Ohio. Le buche vagano attraverso fitti boschi e prati aperti, salendo, scendendo e piegandosi sul morbido paesaggio privo di distrazioni. Il disegno di Arthur Hills, che vinse il premio come miglior campo pubblico di fascia alta di Golf Digest nel 2000 (quando si chiamava Longaberger), può essere giocato per 64 dollari nei giorni feriali e 80 nei fine settimana. Le tariffe a maggio e a ottobre per il campo posizionato all’88° posto, The Bull, a Pinehurst Farms, creato da Jack Nicklaus a Sheboygan Falls, in Wisconsin e incastonato tra laghi, insenature e burroni, sono inferiori a 70 dollari. Le tariffe salgono a 119 d’estate e all’inizio dell’autunno (99 per i giocatori residenti in quello stato), ma è comunque economico rispetto alle tariffe dei vicini campi di Kohler, Blackwolf Run e Whistling Straits, che possono facilmente costare tre volte tanto.
I golfisti di tutto il mondo visitano il Wisconsin per la sua ricca offerta di percorsi pubblici, che include soste presso le proprietà di Kohler, Sand Valley e Erin Hills, classificato al 10° posto. Un giro in questi tracciati costa dai 200 ai 500 dollari, ma i golfisti possono bilanciare parte dei costi fermandosi lungo la strada in realtà come The Bull, o il Links di Lawsonia, classificato al 62° posto. Amato dagli esperti di architettura, il Links, progettato e costruito negli anni ‘30 da William Langford e Theodore Moreau, si gioca tra prati erbosi e occasionali querceti. Il disegno, volutamente modesto e funzionale, invita a tirare forte il driver e poi giocare con precisione verso grandi green a piattaforma, arroccati sopra profondi bunker. Le tariffe partono da 85 dollari.
Un altra gemma per intenditori è Wild Horse (79°) a Gothenburg, Nebraska, vicino al confine delle Sand Hills, nella parte centro-occidentale dello stato. Anche questa è una tappa obbligata per coloro che viaggiano verso Sand Hills o Dismal River, o chiunque passi sulla vicina I-80. Dave Axland e Dan Proctor, che hanno costruito bunker e modellato Sand Hills per Bill Coore e Ben Crenshaw, all’inizio degli anni ‘90, hanno usato quel campo come ispirazione per il loro disegno di Wild Horse, creando ostacoli di sabbia circondati da festuca e battuti dal vento che lasciano spazio a corridoi di fairway e nascondono le porzioni di green basse. Per chi ama i percorsi in cui ci vuole molta strategia questa è una delle migliori offerte tra i circoli pubblici, con green fee compresi tra 61 e 75 dollari.
Uno dei migliori affari è il Pfau Course, presso l’Indiana University, classificato al 76° posto. Diversi anni fa,l’architetto Steve Smyers modificò lo stretto percorso alberato costruito negli anni ‘50 dando vita a buche più spaziose, delimitate da prati incolti. È un disegno intelligente che può essere una bella sfida per i migliori amateur grazie ai suoi infidi angoli col drive, le sue zone di atterraggio nascoste e le difficili posizioni delle aste, ma sa essere allettante anche per golfisti con handicap medi. Green grossi, diversi angoli di gioco dai tee e un rough poco folto, facile da giocare, ma che influisce sul controllo della distanza e sulla precisione dello spin dei migliori giocatori. I green fee variano da 80 a 95 dollari.
Quelle standard nei giorni feriali al The Wilderness (67°), a Fortune Bay, nel nord del Minnesota, partono da 78 e arrivano a 85 nei fine settimana. Uno dei due campi presenti in questa classifica progettati da Jeff Brauer (insieme al n. 43, The Quarry, a Giants Ridge, 87-120 dollari) vale il suo prezzo grazie a un paesaggio composto di roccia, fitte foreste, paludi e laghi creati dai ghiacciai.
Quella che stiamo vivendo è quindi l’epoca d’oro del golf ad accesso pubblico. Mai nella storia, almeno negli Stati Uniti, ci sono stati così tanti percorsi eccezionali e diversi tra loro a disposizione del turismo golfistico itinerante. Ma è anche vero che non è mai stato così costoso giocare in campi ad accesso libero, anche se è giusto dire che quelli più prestigiosi valgono la spesa. Offrono un’esperienza indimenticabile e sempre più appassionati sono oggi disposti a spendere tali cifre per il puro piacere di viaggiare con la sacca al seguito nei luoghi più affascinanti del mondo.