Il mio rapporto con la tecnologia e i numeri è molto speciale. Avendo oltretutto studiato ingegneria, tutto ciò che è tecnologico mi è sempre piaciuto.
Sono sempre stato attratto dai numeri e dai supporti tecnologici per migliorare il mio gioco.
Negli ultimi dieci anni il golf è cambiato molto: oggi tutti i professionisti hanno Launch Monitor e Trackman al quale si affidano per l’analisi.
Questi strumenti vengono utilizzati sia per la pratica che per la tecnica e il fitting.
I giocatori oggi sono più perforanti rispetto ad anni fa: tirano più lungo e dritto. Non è solo per merito dei materiali ma anche perché, grazie allo studio, sanno cosa fare.
Prima si andava per tentativi mentre oggi i numeri permettono un’analisi più accurata. Il gioco è diventato più facile mentre è più complicato dominare poiché la distanza tra i top player e gli altri giocatori è meno evidente.
Sul Tour tra il 115°, ultimo giocatore a mantenere la carta, e il 60°, che va al Gran Final di Dubai, la differenza è minima.
Ho sempre utilizzato la tecnologia ma bisogna fare una distinzione: una cosa è quello che si fa in campo pratica, un’altra è quello che avviene sul percorso.
Sono sempre stato un giocatore che si affida al feeling e alle sensazioni per giocare bene.
In campo pratica, quando si apportano cambiamenti, avere un radar aiuta tantissimo. Nei primi anni da pro avevo un mini Launch Monitor che misurava la distanza della palla: lo utilizzavo allenandomi sui colpi dai 60/100 metri che, ancora oggi, sono una delle parti migliori del mio gioco.
Quando si va sul percorso invece non si pensa a statistiche o numeri. La gara è un gioco differente.
Io consiglio sempre la tecnologia, a patto che il maestro sia in grado di sfruttarla al meglio in relazione all’allievo che ha di fronte.
Grazie alla continua formazione, i maestri della Edoardo Molinari Golf Academy sanno come sfruttare la tecnologia anche per un giocatore 20 di handicap.
Anche un neofita può avere sensazioni di un certo tipo che non corrispondono alla realtà.
Uno swing ripetitivo aiuta nell’analisi però, anche senza ripetitività, si possono capire le cause delle continue differenze di movimento.
Magari non viene utilizzato il Trackman ma il video o altri mezzi. All’Academy abbiamo un database gigante con tutti i dati degli allievi.
Se un maestro è malato, ad esempio, gli altri possono operare allo stesso modo così come, se si decide di cambiare attrezzatura, possiamo dare dei consigli per operare al meglio.
Nel golf il futuro della tecnologia sarà simile a quanto sta avvenendo in Formula 1 e nel calcio.
Un conto è l’analisi di quanto è accaduto, un altro è, in base a quanto successo, riuscire a capire come comportarsi nella stessa situazione per evitare di ripetere gli stessi errori.
Io da tantissimi anni uso un software di statistiche raccogliendo i dati di tutti i miei giri: è un programma complesso, ancora migliore di Shotlink, il sistema utilizzato sul PGA Tour.
A inizio anno qualche giocatore dell’European Tour, avendo saputo del mio software, mi ha chiesto di poterlo usare.
Durante il lockdown l’ho affinato e dalla ripresa delle gare faccio un servizio di consulenza a molti giocatori.