Tiger Woods

Mi sono sempre sentito più a mio agio nel giocare una palla tagliata dal tee e non tiro più tante bombe come quando ero un trentenne. 

Ci sono però delle volte in cui ho bisogno di effettuare un draw alto e marcato per massimizzare la mia distanza, come potete osservare perfettamente in questa sequenza.

Mi trovo a dover fare 265 metri per volare un bunker oppure ho bisogno di spremere ogni metro dal mio driver per riuscire ad arrivare in due a un par 5.

Quando in un’occasione come queste decido di tirare una bomba, per prima cosa metto il tee un po’ più alto del solito. 

È un vecchio trucco che ho usato praticamente durante tutta la mia carriera che ha sempre funzionato.

Fate un draw alto per generare più distanza

Un tee più elevato permette di colpire la palla dal basso verso l’alto, così questa rimarrà in aria più a lungo e avrà meno back spin.

Se ha troppo spin il colpo si alzerà eccessivamente e non andrà da nessuna parte. Il tee alto rende anche più facile eseguire una traiettoria dello swing interna-esterna, il che vi permetterà di fare draw.

Questo è fondamentale. Mi concentro anche su un secondo aspetto basilare del mio set up: allontano il piede destro dalla palla e tengo uno stance più largo.

È una cosa che ho iniziato a fare dopo l’infortunio alla schiena.

Questa posizione del piede mi permette di fare due cose: (1) Mi dà una base più ampia in modo da poter eseguire un downswing più piatto che mi farà prendere la palla pulita all’impatto. (2) Mi aiuta a ruotare meglio in modo da poter generare più velocità con la testa del bastone. 

Il mio pensiero principale durante questo colpo è creare quanta più ampiezza possibile. Iniziate con il backswing: quando andate indietro, provate a tracciare un enorme semicerchio.

Io non mi sposto lateralmente rispetto al bersaglio nel backswing come facevo prima ma voglio comunque avere la sensazione di caricare di più sul lato destro di quanto farei per un tiro dritto o tagliato. In effetti lo shaft nel backswing potrebbe arrivare oltre e non essere parallelo al terreno.

Continuo a pensare all’ampiezza anche nel follow-through.

Con il mio fade controllato, che mi assicura di prendere il fairway, mi sento come se stessi schiaffeggiando la palla con le mani.

Quando faccio invece un draw alto, mi sento come se stessi sferrando un vero e proprio montante.

Spingo con forza nel terreno con la parte inferiore del corpo e lascio che le mani vadano in fuori e verso l’alto, completando il grande semicerchio richiesto da questo colpo.

Come sempre adeguo l’altezza del mio finish a quella del colpo. Per questo draw alto quindi finirò molto sopra la spalla sinistra.

Questo è lo swing che in passato provocava un rinculo, con lo shaft che mi rimbalzava sulla schiena e finiva davanti a me.

Oggi però riservo questo grande swing solo per le occasioni speciali.


Matthew Fitzpatrick

Non sono corto dal tee come una volta ma nemmeno uno dei giocatori più lunghi tra quelli impegnati sul pga Tour.

La precisione con il driver è quindi per me cruciale, perché non ho il vantaggio di giocare molti ferri corti al green.

Sono in grado di competere ad alti livelli solo perché solitamente prendo tanti fairway in un giro.

La scorsa stagione, nonostante mi fossi piazzato 151° nella classifica della distanza media ottenuta col driver (260 metri), ho chiuso 35° in quella relativa ai colpi guadagnati fuori dal tee.

Sono risultato invece il migliore del Tour nel ranking che valuta la precisione, ovvero la distanza media al centro del fairway (6.2 metri), e secondo in quella che calcola la vicinanza media al bordo del fairway quando questo viene mancato con il tee shot (5.5 metri).

Fate partire un proiettile basso se avete bisogno di maggiore precisione.

Affronto la questione del drive in modo diverso rispetto alla maggior parte dei professionisti del Tour.

Ho lavorato duramente per sviluppare quattro colpi dal tee: un drive di base, una bomba per quando posso swingare liberamente, un “secondo servizio” che trova sempre il fairway e il mio “proiettile”, il drive che voglio mostrarvi qui.

Ho imparato a giocare il proiettile – un colpo basso e penetrante che corre tantissimo quando atterra – sin da bambino.

Il mio campo in Inghilterra, l’Hallamshire Golf Club, è piuttosto ventoso quindi lo usavo per mantenere un certo controllo sui colpi dal tee. Ora lo eseguo ogni volta che il mio driver fa i capricci.

La maggior parte dei giocatori cambia la posizione della palla quando cerca di colpirla più alta o più bassa. Io abbasso il volo della palla in modo più intuitivo.

Immaginate che ci sia un muro proprio di fronte a voi a tre metri da terra. Se doveste far passare la palla sotto al muro, come fareste?

Io mi concentro sul sentirmi come se tutto il peso del corpo fosse sul lato sinistro durante il backswing.

Faccio lo sforzo consapevole di sentire una tonnellata di pressione tra il mio piede sinistro e il terreno, come avviene quando si esegue uno swing seguendo il metodo dello “stack-and-tilt” (letteralmente accatastare e inclinare).

Questo aiuta ad abbassare il volo della palla, perché siete pronti a fare uno swing più verso il basso. Non state cercando di spazzare via la palla.

Poi, durante il downswing, per ridurre il loft del bastone mi sento come se stessi spingendo le mani verso il bersaglio attraverso l’impatto.

È fondamentale tenere le braccia in avanti per eseguire questo colpo altrimenti la palla partirà troppo alta.

Questo colpo richiede anche una buona dose di fiducia in sé stessi, quindi esercitatevi in driving range prima di provarlo in campo.

E non scoraggiatevi se all’inizio farete alcuni top, perché la traiettoria del vostro swing verso la palla sarà più verticale rispetto a quanto siete abituati.

Quando colpisco il proiettile, il loft dinamico del mio driver è solo di tre gradi circa, quindi la palla parte estremamente bassa e vola molto meno di un drive normale.

Nel mio caso il proiettile fa circa 220 metri ma corre tantissimo, soprattutto se il terreno è duro. Ed è super affidabile per mettere in gioco la palla.