Molto spesso riceviamo domande, principalmente dai giocatori dilettanti e non solo, sulle regole del golf e sulla loro applicazione e, sovente, ci rendiamo conto che la domanda non è riferita a un episodio isolato ma deriva da una convinzione specifica.

Di cosiddette leggende nelle regole del golf ce ne sono sempre state numerose e sempre ce ne saranno.

Forse quella che più di tutte ci fa sorridere si riferisce alla “palla mossa” e alle sue numerose interpretazioni.

Chi afferma che “debba fare almeno mezzo giro per ritenersi mossa” e chi “non ha ruotato sul suo equatore quindi, non è mossa”.

Ovviamente la definizione e molto chiara: se la palla lascia la propria posizione e si ferma altrove è mossa. 

Di seguito abbiamo individuato alcune regole per cercare di fare ordine e di spiegare la loro corretta applicazione.

La prima parte della spiegazione si riferisce alla procedura corretta, mentre la seconda, scritta in corsivo, spiega ciò che non è permesso fare portando, di conseguenza, alla penalità da parte del giocatore.

IDENTIFICARE LA PALLA – Regola 7.3

Per identificare la propria pallina il giocatore può alzarla oppure semplicemente ruotarla. Prima di fare questo, bisogna marcarla senza pulirla più di quanto necessario per l’identificazione, eccetto sul green, dove le regole 13.1b e 14.1c permettono invece di pulirla quando alzata da terra.

Se il giocatore solleva la palla per procedere all’identificazione della stessa senza marcare la posizione, incorre in un colpo di penalità secondo la regola 14.1a e la palla deve essere ripiazzata nel punto in cui è stata alzata.

Tale punto, se non è conosciuto, può essere stimato (regola 14.2c). Se il giocatore non ripiazza nel punto corretto e gioca la palla, incorre nella penalità generale per aver giocato da un posto sbagliato secondo la regola 14.7.

PIAZZARE LA PALLA (O REGOLA INVERNALE) Regola Locale E-3

Quando questa regola locale è in vigore, il giocatore deve stare attento e individuare nelle regole locali la distanza (solitamente è la lunghezza di uno score ma potrebbe essere diversa) stabilita dal comitato di gara, entro la quale la pallina può essere spostata dal punto in cui si trovava originariamente.

Per questo è sempre consigliabile (ma non è obbligatorio) marcare la palla prima di alzarla, per avere un punto di riferimento e non rischiare di spostare la palla oltre il consentito.

Poi, una volta alzata, deve essere rimessa in gioco con le proprie mani, secondo quanto previsto dall’interpretazione Ripiazzamento/1.

La regola locale E-3 introdotta nel 2019 ha creato qualche difficoltà interpretativa, non essendo obbligatorio marcare la posizione della palla (anche se consigliato).

Molti giocatori piazzano direttamente con il bastone, senza seguire la corretta procedura e incorrono nella penalità di un colpo secondo la regola 14.2b(2) ogni volta che infrangono la regola.

Altro problema molto comune è quando i giocatori piazzano la palla più di una volta.

La regola locale specifica in modo lineare che ciò non è possibile (si piazza una sola volta) e la procedura parla chiaro: quando il golfista ha perso il contatto della pallina con le proprie dita e questa è ferma non si può più ripetere l’operazione.

CONSIGLIO – Regola 10.2a

La definizione di “consiglio” recita in parte: “…qualsiasi commento verbale o azione che sono intesi a influenzare un giocatore nello scegliere un bastone, eseguire un colpo o decidere come giocare durante una buca o un giro…”.

La regola 10.2a spiega che il giocatore non deve dare o chiedere consiglio a chiunque stia giocando la gara, al di fuori del proprio caddie.

Soprattutto nelle gare di circolo è ormai consuetudine che i team di gioco vengano organizzati quasi sempre con persone con le quali si desideri giocare.

Tale richiesta di per sé non è contraria alle regole del golf ma la confidenza talvolta implica che il “consiglio” dato o richiesto assolutamente in buona fede, porti all’infrazione della regola 10.2, la quale prevede la penalità generale.

DEFINIZIONE DI NOTO O PRESSOCHÉ CERTO

La definizione di “noto o pressoché certo” significa che c’è una prova decisiva (notorietà) che l’avvenimento in questione sia accaduto, oppure ci sia un minimo grado di dubbio (pressoché certezza), ovvero una probabilità almeno al 95% che l’avvenimento sia accaduto.

La situazione più comune tra i giocatori è la seguente: ci troviamo davanti a una buca con un’area di penalità contraddistinta dal paletto rosso (ostacolo laterale).

Il giocatore tira un lungo drive ma non si capisce se la palla sia caduta nel rough, in un cespuglio, su di una pianta oppure sia entrata nell’area di penalità.

Normalmente, per bocca del giocatore più basso di handicap, di quello più anziano oppure semplicemente dell’ultimo che parla, emerge una considerazione: “sicuramente è entrata in acqua, andiamo a cercarla e se non la troviamo basterà droppare a due bastoni da un punto più o meno a quell’altezza…”.

Non vi nascondiamo che nonostante la lunga esperienza alle spalle, scrivendo queste parole un certo brivido rinfresca le nostre schiene.

Il tema è semplice: se non è noto (100%) e non è pressoché certo (95%) non è possibile decidere a caso se la pallina in questione possa essere in un’area di penalità oppure altrove e l’unica conseguenza corretta è che la palla, dopo essere stata cercata invano per tre minuti dall’inizio della ricerca, assuma lo status di palla persa.

Abbiamo voluto riportare solo gli esempi più significativi dei luoghi comuni e delle leggende che ruotano intorno al golf.

Concludendo, vogliamo ribadire che il golf è meraviglioso proprio per l’integrità con cui ci si deve approcciare ad esso e il rispetto delle sue regole e procedure è fondamentale per tutti i giocatori coinvolti.

Prima di procedere per “sentito dire” invitiamo i golfisti a consultare persone qualificate (presenti nella maggior parte dei circoli) in grado di spiegare come applicare correttamente le procedure.