Per molti golfisti professionisti, la scuola è solo un mezzo per raggiungere un fine: un ponte dal golf giovanile a quello universitario e all’attività dilettantistica. Non è stato così per Collin Morikawa.

I suoi genitori pretesero che la scuola e il golf progredissero insieme, e questo ha trasformato Collin nell’atleta multidimensionale che è oggi, uno che ha conseguito una laurea in economia, presso una delle migliori università del paese, la Berkeley, in California.

Con due major vinti, tre vittorie sul PGA Tour, e il secondo posto ottenuto nel Tour Championship di settimana scorsa dietro a Scottie Scheffler, Morikawa non fa affidamento sulla forza bruta quando sta in campo.

Usa la mente per risolvere i problemi. “Mi è rimasto impresso dalla prima volta che l’ho incontrato”, ha affermato Max Homa, suo compagno di Ryder a Roma. “Aveva 19 anni ma già una testa sulle spalle migliore della maggior parte dei professionisti del tour”. 

Per usare una metafora aziendale, Morikawa è diventato l’amministratore delegato del suo gioco.

La sua dichiarazione d’intenti: pensare in modo più intelligente e giocare meglio. Essere un giocatore estremamente perspicace. 

“Siamo tutti alla ricerca di qualcosa che ci faccia giocare meglio”, dice Morikawa. “Ci sono fattori tecnici da considerare ma tutti possono giocare meglio con degli accorgimenti semplici e intelligenti”.

In questo articolo Morikawa condivide sette modi intelligenti per migliorare il vostro gioco senza innumerevoli ore di pratica.

Potete metterli in pratica già da domani.

Immaginate una finestra, poi rompetela

La maggior parte dei golfisti mira dove vogliono che atterri la palla, si fissano su quel punto.

Ma tutti i golfisti hanno una curva naturale di cui devono tenere conto, e quando mi concentro troppo su dove voglio che la pallina finisca, la mia curva naturale da sinistra a destra si accentua troppo.

Questo mi fa istintivamente iniziare a mirare sempre più a sinistra senza che io me ne renda conto e il risultato è un fade molto pronunciato che è difficile da controllare.

Per risolvere questo problema ho imparato a mirare dove voglio che la palla parta, non dove voglio che finisca.

Penso al fairway come a un corridoio, e la mia linea di partenza è una finestra all’inizio di quel corridoio attraverso la quale voglio sparare la mia palla.

Mi piace di più questa tecnica di mira perché mi costringe a impegnarmi maggiormente sulla linea di partenza e sulla forma del tiro.

Se la userete ridurrete il numero di drive con la curva, quelli che sono difficili da tenere in fairway, anche quando atterrano in pista. 

QUANDO SIETE IN CAMPO MANTENETE I PENSIERI RIVOLTI VERSO L’ESTERNO

Una grande differenza tra professionisti e dilettanti riguarda la loro attenzione. I pro la rivolgono verso l’esterno, mentre i dilettanti verso l’interno.

Quando portiamo indietro il bastone noi siamo concentrati sul bersaglio. Stiamo reagendo a qualcosa al di fuori di noi stessi.

I dilettanti invece pensano al loro corpo, a come portare indietro il bastone o a come spostare il peso.

Non fraintendetemi: anche i professionisti pensano allo swing, ma quando siamo in campo tutto ciò che conta è trovare le sensazioni giuste e necessarie per eseguire il tiro che stiamo cercando di effettuare. 

SCOPRITE QUANT’È LA VOSTRA DISPERSIONE

Ogni golfista ha una predisposizione: tutti i suoi colpi lunghi tendono ad avere una determinata traiettoria, con relativi sbagli.

Io tendo a giocare da sinistra a destra. Faccio fade circa l’80% delle volte e i miei colpi sbagliati sono quelli che partono un po’ più a sinistra del bersaglio e volano dritti invece di curvarsi.

So che è meglio se li sbaglio prendendoli leggermente sulla punta del bastone perché un fade preso in punta viaggia più dritto di un fade preso in tacco.

Morale della favola: avere una predisposizione non è una cosa brutta, ma non conoscere qual è la vostra e adattarvi a essa può causarvi grossi problemi.

Spesso metto alla prova la mia precisione con i ferri.

In campo pratica tiro 20 palline con lo stesso bastone allo stesso bersaglio e vedo come viaggiano e quanto sono distanti dal bersaglio.

Per quanto mi riguarda cerco di far atterrare i miei ferri medi massimo a dieci metri dall’obiettivo e mi do un punto per ogni palla che rimane in quell’area.

La vostra dispersione con lo stesso bastone potrebbe essere di 20 metri, ma va bene.

Il mio sistema a punti vi aiuterà a essere più precisi e allo stesso tempo capirete a che distanza atterrano i vostri colpi l’uno dall’altro.

Se ottenete meno di 12 punti ampliate il vostro bersaglio.

State cercando di acquisire maggiore familiarità con dove potrebbe finire la vostra palla in relazione al bersaglio, così potrete tenerne conto quando sarete in campo e dovrete scegliere quale bastone giocare e dove mirare.

SEGNATEVI DOVE NON DOVETE ANDARE

Potrebbe sembrare una cattiva idea quella di pensare ai posti in cui non volete andare prima di tirare un colpo ma è esattamente ciò che facciamo noi professionisti.

Non ci pensiamo quando siamo sulla palla, ma c’è un sacco di lavoro di preparazione in un colpo prima che lo giochiamo, incluso dove non bisogna sbagliare.

Prima dell’inizio del torneo disegno delle grandi X sulla mia mappetta, così so che devo giocare lontano da quelle aree.

Trovare le zone da marcare con la X è qualcosa che dovreste fare anche voi se volete evitare di segnare dei brutti risultati sullo score.

Le aree di penalità, i bunker profondi e i fuori limite sono alcuni di quelli ovvi ma eccone un altro a cui potreste non aver pensato: secondo i dati mancare il green sul lato corto, il lato più vicino alla buca, riduce le possibilità di fare up and down di circa il 40%, rispetto al lato opposto.

Quindi, prima di tirare un colpo al green, dovreste identificare il lato corto, metterci una grande X nella vostra mente, e poi fare il possibile per non andarci.

Ecco perché conoscere la vostra dispersione con ogni bastone (consiglio n. 2) è così utile!

TROVATE IL VOSTRO NUMERO PER VOLARLO

Molti commentatori televisivi pensano che tiriamo all’asta più di quanto non facciamo in realtà. È raro che tiriamo dritti all’asta, e quando lo facciamo dipende molto dalla situazione.

La maggior parte delle volte tiriamo a una parte specifica del green. Una cosa che i giocatori fanno sempre è segnare il loro “numero per volarlo”: questo è il numero di metri necessari per volare un ostacolo, come un falso fronte del green o un bunker.

Ricordate: quel numero è il minimo assoluto di metri che dovete fare per mandare il colpo in un posto decente quindi siate generosi nel selezionare il bastone, così sarete sicuri di farcela.

ALLENATEVI SUI PUNCH PER MIGLIORARE IL VOSTRO TOCCO DI PALLA

Sono famoso per il mio fade, ma sono cresciuto giocando in draw.

È stata solo l’estate prima di andare a Berkeley che ho cambiato il mio volo di palla preferito.

Probabilmente ho tirato un migliaio di punch quell’estate per mettere a punto il mio fade.

Ancora oggi ogni volta che il mio contatto di palla non è buono come vorrei la prima cosa che faccio è tornare a tirare dei punch.

Non mi diverte sempre farlo ma so che un punch col ferro risolve molte delle mie cattive abitudini, costringendomi a essere più efficiente con i movimenti del corpo.

Se state avendo difficoltà a stabilire un contatto solido con i vostri ferri provate a fare dei punch per rimettere le cose in ordine.

Fate un backswing completo, ma colpite verso il basso e attraverso la palla, finendo con lo shaft rivolto verso la cintura. A volte lo slancio farà allontanare lo shaft nel follow-through, ma va bene lo stesso.

La chiave qui è rimanere compatti con i vostri movimenti. 

Tirare dei punch aiuta a non oscillare quando si fa il backswing e a fermare la rotazione del corpo quando si attraversa la palla, due grossi errori che fanno colpire male la palla.

La parte migliore è che vi insegna a portare il punto più basso del vostro swing in avanti, il che significa che comprimerete la palla con un movimento discendente prima di fare la zolla. Ricordatevi quella sensazione quando tornate a tirare i colpi pieni con i ferri.

SISTEMATE BENE I PIEDI PER UN GIOCO COSTANTE DALLA SABBIA

Il consiglio standard per i colpi dal bunker vicino al green è quello di aprire la faccia del bastone, poi aprire lo stance e fare uno swing deciso, tagliando la palla con un movimento dall’esterno verso l’interno, assecondando la linea del vostro stance.

È la tecnica che ho imparato crescendo, ma trovo che sia troppo complicata per un colpo così semplice. L’ho abbandonata perché ho trovato un modo più semplice per metterla vicino dal bunker. Condividerò questa tecnica tra un secondo.

Prima però dovete capire che tutto ciò su cui dovete concentrarvi quando siete in bunker è il punto più basso del vostro swing. Deve essere nella sabbia, sotto la palla, il che significa che il vostro bastone dovrebbe entrare nella sabbia sempre nello stesso punto ogni volta. Tutto qua – è molto semplice.

Ho adottato un nuovo metodo per avere sempre lo stesso punto basso quando esco dal bunker.

Invece di mettermi con il piede sinistro aperto, metto il piede destro indietro, così punto con i piedi a destra del bersaglio. In questo modo il peso andrà in avanti e sarò costretto a girare intorno alla gamba sinistra.

Questo mi farà fare uno swing verticale quel tanto che basta per far sì che il punto più basso sarà perfetto, senza dover fare altro.

Non devo pensare a nulla: metto solo il piede destro indietro e faccio lo swing – e funziona!

ABBINATE LA VOSTRA MANO SINISTRA ALLA FACCIA DEL BASTONE

Mi è stato chiesto spesso perché il mio polso sinistro si pieghi all’impatto. La verità è che non ne ho idea.

Probabilmente è successo a causa di tutti i punch che ho tirato. So che porta ad avere un maggiore controllo della faccia del bastone, almeno per me.

Avere quel polso flesso mentre si avvicina alla palla, anziché esteso, mi aiuta ad avere la faccia del bastone square rispetto alla palla.

Non dovete piegare il polso come faccio io ma un buon pensiero da tenere in mente mentre fate lo swing è quello di avere il dorso della mano sinistra che punta verso il bersaglio all’impatto.

Se è in quella posizione, ci sono buone probabilità che anche la faccia del bastone punterà al bersaglio.

ESERCITATEVI A TIRARE UNA PALLA, UN COLPO

Forse a voi piace allenarvi in campo pratica ma io lo detesto. Non sono cresciuto andando in campo pratica a colpire pallina dopo pallina verso lo stesso bersaglio, senza pensare molto al risultato. Sono cresciuto facendo pratica sul campo e ne ho ricavato molto di più.

Quando ero ancora uno juniores, il mio allenatore Rick Sessinghaus mi faceva tirare un colpo e, dopo averlo fatto, mi lanciava un’altra palla e mi diceva di mandarla nello stesso punto, ma in un modo diverso.

Questo tipo di pratica mi ha insegnato a essere creativo e ad adattarmi molto più facilmente a qualsiasi scenario mi capiti durante un giro.

All’epoca non me ne rendevo conto ma il modo in cui stavo lavorando al mio gioco era una forma di pratica casuale.

Ci sono molte ricerche che dimostrano che è il modo migliore per allenarsi e migliorare le proprie capacità.

Mi alleno ancora così, ed è una cosa che dovreste fare anche voi anche se non avete accesso a un campo come me.

Dopo aver lavorato sulla vostra dispersione (consiglio n. 2), passate il resto del tempo che siete in campo pratica a cercare di effettuare molti colpi diversi.

Potreste praticare uno slice da 65 metri che vi servirà una volta all’anno per aggirare un albero, o un tiro basso col sand wedge.

Cambiate costantemente bastone e datevi nuovi problemi da risolvere.

Quando insegnate a voi stessi come elaborare qualcosa ve lo ricorderete per sempre.

TENETE CONTO DELLE VOSTRE PROPENSIONI QUANDO PUTTATE

Per molto tempo il problema più grande che avevo col putt era che non avevo idea di cosa stessi facendo.

Puttavo bene senza sapere perché e puttavo male senza sapere perché. Così ho chiesto al coach specializzato nel putt, Stephen Sweeney, di aiutarmi e lui è stato fantastico.

Mi ha permesso di capire che le mie propensioni sul gioco lungo si stavano manifestando nel putt.

La maggior parte dei golfisti non sa che lo swing che fa col driver può influenzare il suo modo di puttare, ma è così.

Siccome tiro per lo più fade col driver mi mettevo sulla palla e colpivo il putt in modo analogo.

Le mie spalle erano aperte e davo un colpo secco alla palla.

Era diventato un grosso problema, specialmente sui putt medi e lunghi, quando la pallina partiva più a sinistra di quanto mi aspettassi (a differenza di un fade dal tee, la palla non curva verso il bersaglio quando rotola su un green).

È importante capire le proprie propensioni e apportare delle modifiche per contrastarle.

Uso un grip claw, ossia a pinza, per farlo in quanto mi aiuta a evitare che la mano destra prenda il sopravvento e faccia partire tutti i miei putt troppo a sinistra. 

L’altro grande cambiamento che ho apportato è che prima di impugnare metto le mani su entrambi i lati dello shaft in modo che i palmi siano rivolti l’uno verso l’altro.

Questo mi aiuta ad avere le spalle, e a eseguire il colpo, square rispetto alla palla.

Avrei voluto saperlo prima, ma, ehi, non è mai troppo tardi per imparare qualcosa che ti faccia giocare a golf in modo geniale!

di Luke Kerr Dineen