L’appuntamento con il golf italiano più importante dell’anno si è concluso da poco.

A inizio settembre è andato in scena l’Open d’Italia al Marco Simone Golf Club e BOLD ha schierato due atleti: Stefano Mazzoli e Davide Buchi. Avere la possibilità di assistere due giocatori così importanti durante questo evento è stata una grande responsabilità che ci ha obbligato a non lasciare nulla al caso. 

Quando si prepara un Open bisogna iniziare a organizzare il lavoro almeno quattro settimane prima per arrivare pronti all’appuntamento

Preparazione atletica, alimentazione e tecnica sono gli aspetti più importanti da prendere in considerazione senza ovviamente trascurare la parte mentale! I nostri ragazzi hanno ricevuto il loro programma personalizzato studiato dal team BOLD che hanno svolto durante il mese di agosto, mantenendo un costante feedback e controllo sui progressi raggiunti. 

Vediamo insieme qualche insight sul lavoro svolto dagli atleti.

Stefano Mazzoli ha come obiettivo principale quello di arrivare nei primi cinque dell’ordine di merito dell’Alps Tour, questo gli consentirà la prossima stagione di acquisire la carta per il Challenge Tour. Attualmente è settimo con ancora tre gare da affrontare. La sua preparazione quindi è stata pianificata sia per l’Open ma con un occhio attento ai prossimi mesi. 

Gli aspetti principali del suo lavoro sono: resistenza aerobica e forza esplosiva, con attenzione alla postura in particolare vengono svolti esercizi per l’anca sinistra. 

Davide Buchi invece si trova in un momento molto particolare; infatti dopo una stagione eccellente da amateur, campione italiano match play, è giunto di fronte al passaggio al professionismo. A dicembre farà il grande passo alla ricerca di tante vittorie come da dilettante.

La sua preparazione è concentrata sulla forza degli arti inferiori e sulle catene crociate per consentirgli di ruotare al meglio durante lo swing. È infatti dotato di una potenza straordinaria che bisogna gestire con attenzione. Insieme ai ragazzi durante la prova campo abbiamo selezionato per voi tre buche iconiche del Marco Simone, futuro campo della Ryder Cup. 

Buca 7: Par 3 – 200 mt. Si gioca dall’alto verso il basso con il green disegnato stretto e lungo, con tre diversi gradini. Lateralmente troviamo un piccolo ma insidioso ruscello sulla sinistra e un valletta con rough sulla destra. Mazzoli ha affrontato la buca giocando un ferro 6 in draw attaccando l’asta da destra, mentre Buchi con lo stesso bastone giocava la curva opposta, un fade che entrava in green da sinistra. Il green è molto insidioso e veloce. 

Buca 14: Par 4 – 453 mt. Una delle buche più difficili e televisive. Un dog leg a sinistra con fuori limite sul lato destro, un grande bunker nell’angolo e rough alto sul lato sinistro. Tipicamente il vento soffia da sud/ovest, in direzione contraria e opposta al dog leg, rendendo la buca ancora più complicata. Mazzoli dal tee ha preferito giocare un legno in draw evitando il bunker per poi avere un ferro 6 o 7 al green. Buchi invece ha sfruttato il suo fade naturale per volare il bunker del dog leg e lasciarsi un ferro più corto al green. 

Buca 18: Par 5 – 573 mt. Par 5 lungo con un grande lago a sinistra del green. Il fairway costellato di bunker rende complicato il tee shot e l’eventuale lay up. Entrambi i giocatori hanno scelto di rischiare un driver dal tee per avere la possibilità di giocare il legno 3 al green. Sicuramente la giornata dei singoli in Ryder regaleranno grandi emozioni come all’Open. 

Allenati come i nostri atleti, ti aspettiamo in BOLD!

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