La posizione sulla palla di Ben Griffin all’address favorisce la sua precisione e la sua potenza. Ecco cosa imparare dal 28enne del North Carolina, più volte vicino al primo titolo sul PGA Tour quest’anno.

L’incredibile percorso di Ben Griffin, passato da agente di mutui ipotecari a stella nascente del PGA Tour, è stata una delle storie più belle della scorsa stagione del circuito americano.

Il 28enne rookie del North Carolina non ha solo conquistato il 70° e ultimo posto nella classifica dei punti post-season della FedEx Cup ma è arrivato più volte a un passo dalla sua prima vittoria tra i grandi.

Quest’anno vanta a oggi ben tre Top 10 tra cui il secondo posto nell’RBC Canadian Open.

Per Griffin e il suo swing coach, James Oh, generare un colpo sicuro dal tee che lo aiuti a rimanere in contention sino all’ultima buca è diventata una delle principali priorità in questa nuova stagione per puntare sempre più in alto. 

“Gli piace mettere la palla bassa sul tee e colpire in draw o in fade – ci racconta Oh, che insegna all’Hacienda Golf Club, in California -.

l suo golf è dettato da quanto si sente a suo agio o meno nei colpi sbagliati.

Tende a sbagliare quando si blocca all’inizio dello swing e non riesce a far girare la testa del bastone. Ci stiamo lentamente lavorando e sta migliorando”. 

La chiave per far diventare Griffin più costante dal tee è la sua posizione sulla palla.

Oh, che ha tra i suoi allievi anche la rookie dell’anno del LPGA Tour, Hae Ran Ryu, dice che gli piace vedere le spalle di Griffin sovrapposte direttamente sopra ai fianchi e la sua spina dorsale leggermente inclinata indietro all’address (foto sopra, prima immagine), così il suo corpo è più equilibrato, atletico e “pronto”.

Griffin crea ulteriore stabilità affondando i piedi nel terreno, proprio come un sollevatore di pesi che sta per portare in alto centinaia di chili.

“Più forti sono le mie gambe e maggiore e la mia stabilità più sono in grado di ruotare e prendere i fairway – afferma Griffin, che nel PGA Tour 22-23 ha totalizzato una media di poco più di 300 metri col driver ma ha preso solo il 56% delle piste.

La stabilità nell’assetto di Griffin è evidente nel resto del suo swing.

Griffin è ora in grado di portare la testa del bastone indietro con un movimento più ampio e con la faccia del bastone square (seconda immagine), perché le sue mani, braccia e spalle si muovono insieme.

Man mano che il backswing prosegue, carica molto bene l’anca destra, senza che i fianchi si avvicinino alla palla, il che gli consente di girare maggiormente le spalle, fino ad avere la schiena rivolta verso il bersaglio all’apice (foto sopra, quarta immagine). 

A metà del downswing i fianchi si sono livellati e sono di nuovo centrati e impilati sulle ginocchia (quinta immagine).

Questo è un punto di controllo critico, perché Griffin non può usare le gambe e i fianchi per ruotare se il suo peso è rimasto indietro.

Il peso si è spostato in avanti mentre continua a essere in una posizione simile a uno squat, preparandosi affinché la gamba sinistra si raddrizzi ed esploda verso l’alto all’impatto (sesta foto).

La gamba sinistra che si alza gli consente anche di ruotare e liberare i fianchi, mentre il petto rimane sopra la palla, il che lo aiuta ad avere la faccia del bastone square e a prendere più fairway.

Provate a emulare la posizione di Ben Griffin e il modo in cui carica la parte inferiore del corpo durante il downswing e non solo prenderete più fairway ma tirerete anche delle vere e proprie bombe col driver.