Volvo China Open a Shanghai: Matteo Manassero (71 68 73 74, 286) e Renato Paratore (74 71 71 70, 286) chiudono entrambi fra i top 20, a -2, con il 18° posto.
Situazioni differenti però per i nostri due ragazzi. Matteo infatti resta in par fino alla buca 15, avendo segnato un bogey alla 3 recuperato poi con un birdie alla 7. In quel momento era ancora fra i primi dieci, con l’eventuale possibilità di sfruttare il par 5 della 18 per migliorare ancora la sua posizione. Alla 16 e alla 17 è invece purtroppo incappato in due bogey, che gli hanno fatto di colpo perdere otto posizioni. Un vero peccato per il campione veronese, che comunque chiude l’esperienza cinese con due tagli passati e due discreti piazzamenti. Un buon viatico per le prossime gare dell’European Tour nel Vecchio Continente, che prenderanno il via con l’Open di Spagna il 14 maggio.
Ottimo il finale di Renatino Paratore, che chiude due sotto par e recupera ben 19 posizioni. Un torneo in crescita il suo, concluso con il miglior giro della quattro giorni al Tomson Shanghai Pudong GC di Shanghai. Addirittura esaltanti le prime nove buche, chiuse in 32 colpi, che avevano portato Paratore a ridoss0 dei primi. Meno brillanti le seconde nove appesantite subito da due bogey alla 10 e alla 11. Per lui secondo miglior risultato stagionale, dopo il 13° posto nel Desert Classic di Dubai.
La lotta al vertice si è conclusa con il successo del cinese Ashun Wu (-9, 73 66 69 71), bravo ad approfittare della giornata altalenante dell’inglese David Howell (-8). Per Wu un giro molto regolare (due birdie, un bogey) che lo consegna alla storia del golf come il primo cinese vincitore in una prova dell’European Tour. Howell invece ha segnato sul suo score quattro birdie e altrettanti bogey, l’ultimo – decisivo – alla buca 18, tanto più grave in quanto si trattava di un par 5. A -7 un terzetto formato dall’argentino Emiliano Grillo, dal tailandese Prom Meesawat e dal francese Alexander Levy.
Il montepremi era di 20 milioni di Yuan cinesi, quasi tre milioni di euro.
Fulvio Golob
Il primo amore è stato tutto per la neve, come direttore editoriale della rivista Sciare. Fra splendidi ricordi in sala stampa e sulle piste, quattro edizioni delle Olimpiadi Invernali (Lake Placid, Sarajevo, Calgary, Albertville), una decina di Campionati del Mondo di sci alpino e una valanga di gare di Coppa del Mondo.
Poi la passione si è spostata in mare, come direttore responsabile di Forza 7, storica rivista della nautica e infine, nel 1989, è arrivata la scoperta di un mondo meraviglioso, tutto tinto di verde.
La vera fortuna della mia vita è stata proprio vivere le grandi passioni legate allo sport attraverso il lavoro. E infatti, dopo numerose stagioni di maldestri tentativi con sacca e bastoni al seguito, anche l’amore per il Gioco con la “G” maiuscola è magicamente diventato un quotidiano impegno in redazione, come direttore di Golf & Turismo. Da allora, sono passati quasi 20 anni. Splendidi e indimenticabili come 18 buche giocate sotto par.