Il momento di sotterrare l’ascia di guerra nei confronti del LIV è ancora lontano, anzi lontanissimo. La conferma viene dalle mosse dei due più influenti circuiti internazionali, PGA e DP World Tour, e dalla programmazione dei loro rispettivi circuiti 2023, già iniziati prima dell’anno solare come ormai da tradizione.
Con ancora da chiarire la questione major, ovvero se e come saranno presenti i giocatori passati alla lega saudita, i due tour hanno affilato i coltelli mettendo sul tavolo una stagione che si annuncia ricchissima sia nei montepremi che nelle novità.
Partiamo con il circuito che ci tocca più da vicino, il DP World Tour. Già qualche settimana prima della fine della stagione 2022 che ha incoronato per la quarta volta Rory McIlroy numero 1 del circuito e Jon Rahm, al terzo successo in carriera nel DP World Tour Championship al Jumeirah di Dubai, Keith Pelley, amministratore delegato del DP World Tour, ha messo sul piatto un 2023 da record.
I membri del massimo circuito continentale gareggeranno infatti per un montepremi complessivo di ben 144,2 milioni di dollari, esclusi i quattro major (Masters, PGA Championship, U.S. Open e Open Championship) e il WGC-Dell Technologies Match Play (22-26 marzo all’Austin Country Club, in Texas).
Tra le grandi novità di spicco c’è anche l‘aumento di altri sei milioni di dollari del bonus riservato agli otto migliori giocatori del Race to Dubai Ranking al termine della stagione e l’introduzione di un nuovo programma di garanzia dei guadagni per i giocatori del DP World Tour. A coloro in possesso di una exemption nelle categorie 1-17 sarà infatti garantito un introito minimo di 150.000 dollari se gareggeranno in almeno 15 eventi della stagione 22/23.
Il nuovo montepremi record, l’aumento del bonus per i Top 8 del ranking e il programma di garanzia dei guadagni sono stati resi possibili grazie alla partnership operativa tra DP World Tour e PGA Tour, annunciata lo scorso giugno.
“Per noi essere in grado di offrire ai nostri giocatori membri premi record e maggiori opportunità di guadagno è un enorme successo – ha dichiarato Keith Pelley -, in particolare considerando che le economie globali stanno ancora risentendo degli effetti della pandemia e ora dell’aumento dei costi di gas e luce e dell’inflazione, che esercita una pressione significativa in tutti gli aspetti della nostra attività.
Il nostro montepremi complessivo per la stagione 2023 è di ben 50 milioni di dollari in più rispetto al 2021 e sottolinea anche la forza della nostra partnership con il PGA Tour, che sta lavorando con noi per generare entrate e creare un piano di crescita a lungo termine”.
Uno dei tanti vantaggi che il DP World Tour è stato in grado di introdurre grazie a questa partnership è il nuovo Earnings Assurance Programme, simile a quello che ha già lanciato il PGA Tour.
“Ho sempre creduto che conquistare la carta per il DP World Tour per un golfista professionista fosse un risultato incredibile – aggiunge Pelley – e questa nuova iniziativa riconosce e premia il loro eccezionale risultato. Anche se non perderemo mai la magia della meritocrazia e la purezza di un sistema basato sulle prestazioni, questa soluzione offre una certezza di guadagno a quei giocatori che sono arrivati all’apice del professionismo in Europa.
Oltre alla borsa di studio John Jacobs per i primi cinque giocatori che conquistano la carta per il DP World Tour dal Challenge, questo nuovo format fornirà sicurezza e una solida piattaforma ai giocatori emergenti attraversano un circuito sempre più globale”.
Nel montepremi record del DP World Tour 2022/2023 c’è anche l’aumento di quello dei quattro eventi delle Rolex Series. L’Abu Dhabi HSBC Championship, il Dubai Desert Classic, il Genesis Scottish Open e il BMW PGA Championship passano tutti da 8 a 9 milioni l’anno prossimo, in vista del DP World Tour Championship di fine stagione che metterà in palio invece 10 milioni.
Il DP World Tour 2023 è iniziato come da tradizione con qualche settimana di anticipo sull’anno solare, il 24 novembre scorso, con due eventi in contemporanea, il Fortinet Australian PGA Championship al Royal Queensland Golf Club di Brisbane, in Australia, e il Joburg Open all’Houghton Golf Club di Johannesburg, in Sud Africa. Il primo è uno dei due tornei in Australia nel programma del DP World Tour 2023, come parte dell’alleanza strategica con l’ISPS HANDA PGA Tour of Australasia. Il secondo è uno dei sei eventi co-sanctioned con il Sunshine Tour, il circuito sudafricano, con cui il DP World Tour ha una collaborazione ormai storica da molti anni. Nel programma 2023 sono inclusi anche quattro nuovi tornei in Asia: il Singapore Classic (9-12 febbraio), il Thailand Classic (16-19 febbraio), l’ISPS Handa Championship in Giappone (20-23 aprile) e una gara in Corea del Sud (27-30 aprile), tutte da 2 milioni di montepremi ciascuno.
In Europa diversi tornei cambiano data in questa nuova stagione, tra cui l’Horizon Irish Open, che si sposta dal 7 al 10 settembre, e il nostro Open d’Italia, in programma dal 4 al 7 maggio al Marco Simone Golf & Country Club, circolo che poi ospiterà l’evento mondiale dell’anno, la 44esima Ryder Cup, dal 29 settembre al 1° ottobre.
Il tradizionale “Desert Swing”, ovvero il gruppo di gare negli Emirati che apre l’anno solare, inizierà il 13 gennaio con l’Hero Cup all’Abu Dhabi Golf Club di Abu Dhabi. Poi via a le prime due Rolex Series, l’Abu Dhabi HSBC Championship al Yas Links Abu Dhabi dal 19 al 22, e subito dopo il Dubai Desert Classic (26-29 gennaio) all’Emirates Golf Club di Dubai, con in palio oltre a 9 milioni di montepremi ben 8.000 punti per il ranking e 5.000 per la Ryder Cup. La chiusura degli eventi negli Emirati di questa prima parte di stagione sarà rappresentata dal Ras Al Khaimah Championship, in programma dal 2 al 5 febbraio al Hamra Golf Club di Ras Al Khaimah, torneo lo scorso anno vinto da Ryan Fox, primo acuto di una stagione da incorniciare per il neozelandese. Prevista anche una nuova pausa estiva di tre settimane dopo il 151° Open Championship, in programma al Royal Liverpool Golf Club, e il Barracuda Championship (entrambi dal 20 al 23 luglio), inserita in seguito al feedback ricevuto dai giocatori.
Ulteriori dettagli sugli eventi in programma in autunno saranno annunciati nei primi mesi del 2023 da parte del DP World Tour. Già alla vigilia del Tour Championship di agosto, ultimo evento in programma della stagione 2021/22 del PGA Tour che ha incoronato per la terza volta Rory McIlroy, il Commissioner del massimo circuito statunitense, Jay Monahan, aveva annunciato le novità per il 2023, partito ufficialmente già il 15-18 settembre con il Fortinet Championship vinto da Max Homa. Un circuito in continua evoluzione per servire al meglio i suoi giocatori, i media e tutto il pubblico.
Merito, se così vogliamo chiamarlo, di questi repentini passi avanti è l’ormai chiara ed esplicita diatriba con il LIV Golf. Un botta e risposta continuo per accaparrarsi e, nel caso del PGA Tour, tenersi ben stretti, i migliori giocatori in circolazione.
La prima novità della stagione 2022-2023 americana arriva infatti dai protagonisti in campo e il loro impegno a competere in almeno 20 eventi all’anno, tutti con un montepremi di almeno 20 milioni.
I nostri top players sono fedeli al circuito aiutandoci a fornire un prodotto senza eguali ai nostri fan che avranno la fortuna di poter seguire dietro le corde i migliori giocatori in 20 o più eventi durante tutta la stagione.
Il PGA Tour ha poi stilato una classifica di 20 tornei elevatissimi che avranno un montepremi da 20 milioni in su. Tra questi rientrano il FedEx St. Jude Championship, il BMW Championship, il TOUR Championship (che insieme al FedExCup Bonus Pool dispenserà 75 milioni), il Genesis Invitational, l’Arnold Palmer Invitational presented by Mastercard, il Memorial Tournament presented by Workday e il Dell Match Play Championship (unico World Golf Championship rimasto in calendario) e il Players Championship (25 millioni).
Ma non è finita qui. Per incentivare i migliori talenti del golf a rimanere sul PGA Tour piuttosto che passare a LIV, è in arrivo una vera e propria pioggia di milioni di dollari. A partire già da quest’anno, il Player Impact Program, il sistema di bonus per premiare i giocatori che più di tutti hanno fatto crescere il golf nel mondo, raddoppierà il suo valore passando da 50 a 100 milioni.
Il programma, inaugurato lo scorso anno ha in qualche modo fallito. Cinque dei 10 vincitori dello 2021 Phil Mickelson, Bryson DeChambeau, Dustin Johnson, Brooks Koepka e Bubba Watson hanno lasciato il tour americano per la Superlega araba. Tuttavia, i miglioramenti annunciati mercoledì al PIP ne hanno ampliato la portata. Non solo raddoppia il montepremi ma i giocatori passano da 10 a 20 modificando i criteri stessi di qualifica ai tornei più importanti.
Qui infatti la novità più assurda messa a punto dalle menti del PGA Tour: Monahan ha dichiarato infatti che un “top player” è un membro del PGA Tour che si classifica tra i primi 20 nel PIP, il che significa che i giocatori potrebbero ottenere l’accesso agli eventi più importanti in base alla loro posizione PIP piuttosto che alle prestazioni espresse sul campo.
Quello che traspare per ora è tutto tranne il desiderio di sedersi a un tavolo e provare a trovare una linea comune che soddisfi gli interessi di tutti. A suon di milioni di dollari la battaglia continua senza sosta, per la gioia in fondo di chi questo spettacolo lo mette in scena ogni settimana, ovvero i giocatori.