L’Italia golfistica chiude l’Anno della Ryder cup con un bilancio più che positivo grazie anche ai cinque successi dei nostri atleti sul Challenge. Saranno ben nove, un record assoluto, i giocatori azzurri con la carta piena nella prossima stagione del DP World Tour.
ll tanto atteso “Anno Ryder” si sta chiudendo e la stagione agonistica 2023 è ufficialmente finita, è quindi tempo di bilanci.
L’Italia esce a testa alta da questa avventura, grazie a una splendida e memorabile settimana ‘Made in Italy’ al Marco Simone, dove tutto ha funzionato alla perfezione. Il golf italiano a inizio anno era sicuramente sotto i riflettori di tutto il mondo e i nostri atleti non hanno perso l’occasione per mettersi in luce e onorare al meglio questa importante stagione agonistica.
Come avevo previsto a fine 2022 sottolineando le qualità dei nostri giocatori impegnati sul Challenge Tour, mi aspettavo scintille da questo circuito.
Mi ero sbagliato, non sono infatti arrivate solo scintille ma dei veri e propri fuochi d’artificio e di conseguenza delle immense gioie per il golf italiano.
Manassero, Pavan, Scalise e Laporta hanno sia vinto delle singole tappe del Challenge che ottenuto una storica e meritata promozione al DP World Tour.
I nostri ragazzi hanno collezionato ben cinque vittorie e la sesta è sfumata al playoff con il giovane Filippo Celli al suo esordio sul secondo circuito europeo.
L’impresa di Renato Paratore e di Filippo Celli
Ma non è finita qui. Scrivo questo editoriale in aereo, di ritorno dalla Spagna dove ho seguito sia lo Stage 2 che la Finale della Qualifying School. Dopo una durissima maratona di ben sei giri (dieci per chi ha fatto anche lo Stage 2), Filippo Celli, secondo con -25 e Renato Paratore, undicesimo con -19, hanno conquistato a suon di birdie anche loro la Carta del DP World Tour.
Il direttore di torneo ha sottolineato il fatto che a questi Stage si sono iscritti circa mille giocatori nel tentativo di raggiungere l’ambita Finale, e di questi mille, come ogni anno, solo i primi 25 sono stati premiati con la Carta del più importante circuito continentale. Un percorso davvero difficile che si è concluso nel migliore dei modi sia per i nostri due atleti che per i colori italiani.
Pietro Bovari sul Challenge Tour
Da sottolineare anche l’eccellente prestazione del dilettante Pietro Bovari che, partendo dal primo Stage, è riuscito nell’impresa di arrivare fino alla Finale e potrà quindi passare al professionismo con la carta piena del Challenge Tour. Un esordio davvero promettente per il nostro Campione del Mondo 2022.
Un’annata davvero indimenticabile per la Squadra Azzurra che vedrà quindi ben nove giocatori impegnati sul principale tour europeo nel 2024.
Il passaggio sul DP World Tour
Sappiamo bene che il passaggio dal Challenge al DP World Tour ha molto spesso trovato i giocatori promossi impreparati al livello tecnico richiesto dal circuito maggiore.
Questa problematica nasce principalmente dalla grande differenza tecnica dei campi sui quali si giocano i due circuiti e ovviamente anche dalla qualità degli avversari con i quali ti confronti.
I percorsi del DP World Tour sono sicuramente preparati con maggiore attenzione, con lo scopo di mettere alla prova le qualità tecniche dei migliori giocatori. I campi risultano di conseguenza più severi dal tee e con meno possibilità di recuperi intorno ai green, soprattutto per chi non è dotato di ‘mani super sensibili’.
Con fairway stretti, rough alti e green duri c’è poco da scherzare e c’è quindi un’unica soluzione per vincere: bisogna saper tirare la palla molto bene ed essere padroni sia delle traiettorie che degli effetti. Su questi difficili percorsi anche la strategia di gioco risulta essere di primaria importanza.
Ma questo è un problema che per il 2024 non ci riguarda. I nostri neopromossi, nel recente passato, hanno ampiamente dimostrato di poter sia performare che vincere sul Tour e sono quindi pronti a ripetersi.
Giovanni Manzoni sull’Alps Tour
Anche l’Alps Tour, nonostante non ci abbia regalato alcuna promozione sul Challenge, ci ha dato qualche bella soddisfazione. Abbiamo schierato ben quattordici atleti nei cinquanta ammessi al Gran Finale e quattro di loro hanno ottenuto questo traguardo giocando da amateur. La Carta per accedere a questo circuito è stata vinta dal neo pro Giovanni Manzoni al ritorno dall’università americana ed è stata conquistata da ben 12 giocatori italiani.
Da notare ancora una volta la buona prestazione degli amateur, tramite questa qualifica in quattro avranno la possibilità di giocare tutte le gare nel 2024.
Il settore giovanile
In questa già molto positiva stagione agonistica i giovani dilettanti si sono comportati altrettanto bene, con un argento nella Nation Cup europea, un argento nell’Europeo Under 16, un quinto posto ai Mondiali di Abu Dhabi, due giocatori nella squadra europea vincitrice della Junior Ryder Cup e numerosi Top 5 nelle gare internazionali in giro per il mondo.
Al momento abbiamo davvero un gruppo di Under 18 molto promettenti, speriamo di poter dar loro tutte le possibilità per poter migliorare e stare al passo con i loro coetanei europei, che godono certamente di strutture di maggior qualità rispetto alle nostre, e di maggior comprensione nelle scuole.
All’estero, infatti, il più delle volte ti fanno sentire orgoglioso di essere uno sportivo, mentre da noi molto spesso ti senti ghettizzato.
In Italia l’atleta è ancora considerato una pecora nera nei sistemi scolastici, mentre in America e in gran parte dell’Europa si è considerati un’eccellenza e si viene aiutati a stare al passo con gli studi.
La definizione dello sportivo agonistico nelle nostre strutture scolastiche deve quindi cambiare e passare da “ragazzo che non ha voglia di studiare” a “ragazzo che a meno tempo degli altri per studiare” a causa delle numerose ore dedicate agli allenamenti e alle gare.
Le sfide future
L’anno di Ryder, come abbiamo detto in precedenza, è stato onorato nel migliore dei modi ma, nonostante ciò, i nostri numeri rimangono molto bassi e sicuramente inferiori alle altre nazioni europee.
A conferma che, senza strutture pubbliche accessibili agli aspiranti golfisti, come i campi pratica in città o semplici e snelli percorsi di 9 buche aperti a tutti, il nostro sport fa fatica ad aumentare i propri tesserati.
In questo momento storico a livello agonistico sarebbe quindi più importante e sensato investire per tenere in vita quello che abbiamo piuttosto che cercare di aumentare i numeri con il rischio di perdere anche i pochi giovani attuali.
Prima di cercare nuovi golfisti tramite le giornate di golf in piazza o tramite campagne pubblicitarie nelle scuole sarebbe meglio capire perché molti ragazzi, finito il Liceo e le agevolazioni dei brevetti, smettono di giocatore.
Chi si iscrive all’università in Italia fa infatti molta fatica a portare avanti gli studi parallelamente agli allenamenti e alle competizioni.
In breve tempo l’Ordine di Merito di questi studenti peggiora per l’impossibilità di accumulare punti e poco dopo ci si trova fuori dal giro della Nazionale. Chi di questi ragazzi non ha poi il supporto economico della famiglia inizia anche a smettere di frequentare i circoli.
Il risultato finale sta scritto nel Campionato Europeo Mid Amateur organizzato quest’anno in Italia. Nonostante questa categoria sia dedicata agli Over 25, il nostro paese, pur giocando in casa, è stato rappresentato quasi esclusivamente da giocatori cinquantenni.
Mi chiedo, dove sono finiti tutti i nostri nazionali di questo ultimo ventennio? Alcuni sono passati pro ma sarebbe bello e importante per il nostro golf poter vedere gli altri ancora in campo a divertirsi, pur avendo scelto di studiare o di lavorare.