A molti quest’anno la stagione del PGA Tour è sembrata più breve del solito, sensazione forse causata dal nuovo calendario, che ha raggruppato per la prima volta i quattro major da aprile a luglio.
Il cambiamento ha sollevato molti commenti tra giocatori e addetti ai lavori.
Sicuramente ci sono diversi aspetti positivi ma anche le critiche non sono certo mancate. Il dato di fatto è che con questa programmazione viene ora posta molta più enfasi sia sulla FedEx Cup, concentrata nella prima parte della stagione, che sulla Race to Dubai, che diventa protagonista assoluta da settembre in avanti.
Sono convinto che il nuovo calendario internazionale aiuterà il golf ad acquisire importanza anche alle Olimpiadi, incoraggiando un numero sempre maggiore di golfisti a rappresentare il proprio paese nei Giochi.
Tiger Woods ha dato una scossa al golf mondiale con il suo trionfale ritorno al successo nel Masters ad aprile. Brooks Koepka ha confermato essere l’uomo da battere nei major e la sua vittoria al PGA Championship a maggio è stata sensazionale.
La prestazione di Gary Woodland a Pebble Beach a giugno nello U.S. Open è stata praticamente perfetta, regalandogli meritatamente il suo primo major.
Shane Lowry, l’eroe di casa, ha incantato al pubblico irlandese a Royal Portrush in un’edizione che difficilmente dimenticheranno dell’Open Championship.
Ognuna di queste quattro fantastiche vittorie sembra far parte della miglior sceneggiatura di Hollywood.
E non dimentichiamoci quanto ha fatto da Rory McIlroy, portandosi a casa con merito la FedEx Cup nell’atto finale della stagione del PGA Tour a East Lake.
Il nordirlandese ha intascato la bellezza di 15 milioni di dollari in un singolo evento, una cifra pazzesca che conferma quanto siano esponenzialmente cresciuti i premi nel golf professionistico mondiale: pensate che nel 1959, per la mia prima vittoria in un major all’Open Championship, ricevetti solo 1.000 sterline.
Ma la stagione 2019 è tutt’altro che finita, anzi.
Molte altre emozioni ci aspettano dietro l’angolo con la Presidents Cup e i tornei finali della Race to Dubai.
Personalmente non vedo l’ora di ospitare nuovamente il Nedbank Golf Challenge, in programma al Gary Player Country Club in Sudafrica a metà novembre.
L’ultimo appuntamento delle Rolex Series è il major africano che quest’anno celebra il suo 40° anniversario da quando l’evento fu ideato nel 1979 da me e dal fondatore della Sun International, Sol Kerzner, il primo torneo al mondo che mise in palio un montepremi di un milione di dollari.
Quest’anno avremo un field davvero stellare con alcuni top player quali Tommy Fleetwood ed Henrik Stenson.
Non posso dimenticare il golf femminile, con il grande spettacolo offerto nella 16esima edizione della Solheim Cup.
La squadra americana ha combattuto duramente ma alla fine il team europeo ha avuto la meglio in una sfida avvincente sino all’ultimo match.
Sono inoltre davvero felice che molte delle proette che nel corso degli anni hanno preso parte ai nostri Gary Player Invitational siano state decisive a Gleneagles, su tutte Suzann Pettersen, grande sostenitrice della nostra Fondazione ed eroina di questa edizione con il putt che ha regalato la coppa all’Europa.
C’è ancora tanto golf da gustare da qui alla fine dell’anno solare. In realtà ormai non esiste una vera e propria “off season” nel nostro sport, ogni fine settimana per tutto l’anno solare c’è sempre qualche torneo da vedere.
Questo è uno degli aspetti che rende il golf davvero unico rispetto alle altre discipline.
Quindi sedetevi, rilassatevi e divertitevi!