Donato Di Ponziano nel mondo del golf ha ricoperto i ruoli più importanti a livello manageriale. ora è pronto per una nuova sfida, gestire il golf numero uno d’Italia, il Verdura.
Approfittiamo di un incontro avvenuto al Marco Simone in occasione di una golf clinic organizzata da Rolex con la presenza di Luke Donald, prossimo capitano di Ryder Cup e Donato Di Ponziano, per chiedere a quest’ultimo di raccontarci la sua ultima grande sfida manageriale.
Da gennaio di quest’anno Di Ponziano ricopre il ruolo di Golf Development Manager del Verdura Resort con l’obiettivo dichiarato far conoscere e apprezzare sempre più al turismo golfistico nazionale e internazionale la bellezza e la qualità dei due spettacolari percorsi disegnati da Kyle Phillips, il West e l’East, quest’ultimo premiato come miglior campo d’Italia da Today’s Golfer.
Può raccontaci com’è nata questa sua nuova esperienza al Verdura Resort?
È una nuova piacevole avventura che grazie al golf mi accingo a vivere. Rappresenta un nuovo impegno manageriale all’interno di una delle strutture golfisitche tra le più belle del Mediterraneo, il Verdura Golf Club, di proprietà di una delle più qualificate catene alberghiere di lusso al mondo, Rocco Forte Hotels.
Lo scorso autunno ebbi l’occasione di parlare con Sir Rocco Forte, un uomo la cui visione ha cambiato il modo di interpretare il mondo dell’ospitalità alberghiera, e da quel colloquio venne fuori la proposta di questa mia nuova collaborazione. C’è da dire che già nel 2012, da presidente del Comitato Organizzatore del Sicilan Open, ebbi occasione di apprezzare il Verdura e le sue peculiarità, quelle di un campo da golf di livello internazionale.
L’affascinante e unica storia imprenditoriale della famiglia Forte mi ha inoltre sempre affascinato, motivo per cui oggi sono onorato di poter contribuire alla crescita di una delle sue più importanti realtà.
Qual è la situazione del turismo golfistico in Sicilia?
La Sicilia è a dir poco un’isola paradisiaca: il clima, il mare, le sue bellezze naturali, la sua storia, i suoi monumenti, il senso di ospitalità della sua gente, insieme a una ricchissima offerta enogastronomica, la rendono una delle mete turistiche più attraenti del Mediterraneo. In questo scenario è entrato finalmente a far parte anche il golf.
Oggi il Verdura Resort, già protagonista in passato del Sicilian Open e del Rocco Forte Open con i suoi campi, al di là dei riconoscimenti che essi hanno ricevuto a livello internazionale, rappresenta veramente un’oasi in grado di soddisfare le aspettative di ogni tipo di golfista. Ma non solo, anche i Monasteri e il Picciolo sono due realtà di pregio che contribuiscono all’offerta. Certo, la chiusura di Donnafugata è stato davvero un momento triste per l’isola ma sono fiducioso del fatto che possa riaprire in un futuro prossimo.
Quali sono gli obiettivi commerciali del Verdura Resort?
Stiamo portando avanti un progetto importante di Sales e Marketing per richiamare l’attenzione su quello che considero uno dei più bei golf resort del Mediterraneo. Tutti i più importanti tour operator d’Europa e statunitensi saranno messi al corrente della nostra importante offerta golfistica e della nostra capacità di accogliere il turista appassionato.
Abbiamo poi stretto collaborazioni con tutte le PGA europee più importanti per quanto attiene al mercato delle golf clinic. È ovvio che la mia posizione di ex presidente della PGA’s of Europe, oggi chiamata Confederation of Professional Golf, mi ha aiutato a costruire un rapporto unico e proficuo, ma se non hai il prodotto di qualità, il risultato non arriva.
Il percorso West, un campo dal disegno accattivante che nel tempo ha già ospitato con successo alcuni tornei dell’European Tour, e il percorso East, links che nulla ha da invidiare ai campi costieri scozzesi, entrambi disegnati dalle sapienti mani dell’architetto americano Kyle Phillips, rappresentano oggi qualcosa di unico e prezioso all’interno del panorama dei resort che costituiscono l’offerta golfistica del Sud Europa.
Quali sono le tue aspettative sull’edizione italiana della Ryder Cup che ci stiamo apprestando a vivere?
Ho avuto il piacere di vivere cinque edizioni della Ryder all’interno delle corde, come si dice in gergo golfistico. La mia partecipazione nel Board di questo evento mi ha fatto apprezzare il suo imparagonabile valore sotto l’aspetto tecnico sportivo e la sua immensa forza di promuovere il golf. Oakland Hills, K Club, Valhalla, Celtic Manor e Medinah sono state le cinque edizioni vissute all’interno della stanza dei bottoni e non potrò mai più dimenticare i momenti che ho vissuto. È stato un sogno che è diventato realtà grazie al golf, sport a cui non riuscirò mai a restituire quanto ho ricevuto.
Spero a questo punto che la Ryder in Italia riesca a tirare fuori e far vedere il suo intrinseco valore di richiamo per il turismo golfistico. Per ora si è visto ancora troppo poco, nonostante siano passati sette anni da quando il torneo è stato aggiudicato all’Italia, ma sono sicuro che in futuro ci potrà essere il ritorno auspicato.
Qual è il segreto per un resort di successo come il Verdura?
Credo che uno dei segreti del successo di un resort con annesso il campo da golf sia la capacità di comunicare tra le parti nel modo giusto condividendo gli obbiettivi. L’hotel e il campo da golf devono necessariamente essere due realtà che lavorano in sinergia per il successo comune. È un binomio che se si scinde crea soltanto problemi. Fortunatamente al Verdura tutti parlano la stessa lingua e questo non è da poco.
Qual è lo stato dell’arte del mondo dei professionisti di golf?
È stata la mia vita e sono stato responsabile della Scuola Nazionale di Golf per ben 30 anni. Il settore ha la necessità di continuare a crescere per assicurare al mercato una figura professionale polivalente più di tipo manageriale.
Nessuno conosce il golf come i nostri pro. Per quanto attiene al gioco, credo che tutto il nostro settore debba sperare in un nuovo Tiger Woods. Serve una nuova superstar per catalizzare l’attenzione degli sponsor e dei principali media internazionali.