Quello di Cervia è stato il mio 17esimo Open d’Italia. Quando ho iniziato a fotografare il golf nel lontano 2005 sinceramente non avrei mai pensato che, dopo quasi 20 anni e tanti tornei sul Tour, sarebbe stato un percorso così lungo e ricco di esperienze.
È stato sicuramente un Open speciale per me, nato e cresciuto a Imola, perché giocavo in casa, nella mia amata Romagna, su un campo che ho calpestato tante volte da golfista ma incredibilmente mai da fotografo.
Non ricordo tanti percorsi sul DP World Tour con una differenza così netta tra le prime e le seconde. Il percorso giallo di Cervia è molto ampio, con pochi alberi, fatta eccezione per le prime due buche. In contrasto, il percorso rosso che ha caratterizzato le seconde 9 buche è molto più protetto dalla vegetazione. Dal punto di vista fotografico, queste ultime buche sono, a mio avviso, le più interessanti. La pineta di Cervia offre uno sfondo scuro perfetto, in cui, specialmente di mattina quando la luce è ancora morbida, è possibile far “uscire” i giocatori dalla foto in modo stupendo. Da segnalare in particolare le buche 15 e 16, che regalano scatti davvero unici.
Dentro le corde
Un’altra buca degna di nota dal punto di vista fotografico è sicuramente la 2, che si contraddistingue per i pini marittimi su entrambi i lati. Questi alberi possono offrire un ottimo sfondo di ambientazione alle foto dei giocatori e, a mio avviso, rappresentano il vero marchio di fabbrica dell’Adriatic Golf Club di Cervia a Milano Marittima.
A tutto questo poi dobbiamo aggiungere il fatto che ha vinto un giocatore “sanguigno” come Marcel Siem, uno di quelli che noi fotografi amiamo alla follia. Esatto, non siamo imparziali e per noi non sono tutti uguali! Marcel regala gesti, espressioni ed esultanze positive (o negative, a seconda della giornata) tutte le sante volte che scende in campo. È quello che tutti i fotografi sportivi vorrebbero immortalare: sempre e comunque emozione! Marcel sa essere coinvolgente e, come si è visto, a Cervia si è superato, interagendo spesso con il pubblico, che proprio per questo l’ha amato e sostenuto alla pari dei nostri giocatori italiani.
Il field di questa 81° edizione non era tra i migliori degli ultimi anni ma vi assicuro che, in quanto romagnolo e quindi di parte, il percorso dell’Adriatic Golf Club Cervia si è rivelato una fantastica sorpresa. L’organizzazione impeccabile e il calore del pubblico hanno contribuito a creare un’atmosfera unica.
È stato un torneo che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, offrendo momenti di grande sport e altrettanti di pura emozione.
Le condizioni meteorologiche sono state perfette, con giornate soleggiate che hanno messo in risalto la bellezza del campo e reso il lavoro dei fotografi ancora più appagante. In queste circostanze, ogni scatto diventa ancor di più un racconto, un frammento di storia che resterà impresso nella memoria di chi ama il golf.
Mi sento sempre fortunato quando mi capita l’opportunità di documentare eventi come questo e aver vissuto in prima persona le gioie e le delusioni dei giocatori, a catturare l’essenza di un torneo che, per me, non è solo una manifestazione sportiva, ma un pezzo di vita.
Il golf è uno sport che sa essere poetico nella sua complessità e poterlo raccontare attraverso le immagini è un privilegio che non smetterò mai di apprezzare.
In conclusione, questo Open d’Italia presented by Regione Emilia-Romagna è stato un’esperienza straordinaria sotto molti punti di vista. Mi ha permesso di riscoprire un luogo a me caro e di vedere con occhi nuovi un campo che credevo di conoscere a fondo.
Ogni Open ha la sua storia, ma questo resterà indimenticabile per le emozioni che mi ha regalato e per l’opportunità di poterle condividere con tutti voi lettori.
Arrivederci al prossimo torneo, con la speranza di poter raccontare ancora tante storie attraverso l’obiettivo delle mie macchine fotografiche.