Pebble Beach incorona Gary Woodland vincitore dello U.S. Open 2019. Un successo meritato, suggellato dai tre colpi di vantaggio che il 35enne giocatore del Kansas ha messo fra lui e Brooks Koepka, ancora una volta in prima linea quando si parla di major. Woodland (-13, 68 65 69 69) non era certo fra i favoriti, come dimostrano le sue quotazioni prima del via. Per chi avesse puntato su di lui un dollaro, ne avrebbe ricevuti indietro ben 70. In campo pero è stato il vero numero uno.
È finito 16° Francesco Molinari, autore di un giro conclusivo iniziato benissimo ma poi rovinato dalle buche attorno al giro di boa. Deludenti nella graduatoria conclusiva Justin Rose, protagonista per gran parte del torneo ma in grande crisi nel finale, e Rory McIlroy. Entrambi hanno chiuso sopra par le ultime 18 buche. Viceversa finale in crescita per Schauffele e Rahm, al terzo posto (-7) insieme a Rose e e Reavie.
Ottavo dopo il primo giro, Woodland ha chiuso al comando dopo 36 e 54 buche, senza un vero momento di incertezza. Solo quattro i bogey durante il torneo, grazie anche a una buona precisione dal tee (73% di green presi) e soprattutto al secondo posto nella classifica dei green in regulation (72%). Grande precisione quindi per il campione di Topeka, al suo quarto successo sul PGA Tour.
Brooks Koepka (-10, 69 69 68 68) è arrivato a un solo colpo da Woodland dopo il birdie alla buca 12. Ma nonostante il fiato sul collo, il leader dello U.S. Open non si è fatto prendere dalla paura dell’aggancio. A differenza di Koepka, ha capitalizzato i due par 5 ancora da giocare (15 e 18), portando a casa altrettanti birdie. Esaltante e sottolineato da una grandinata di applausi quello alla buca conclusiva dalla lunga distanza. Molto strano che invece Koepka in queste due buche, ideali per esaltare la sua potenza (592 e 552 yarde), abbia segnato otto par ma nessun birdie. E anche questo ha fatto la differenza.
Avvio da grande rimonta per Francesco Molinari. Tutto ha funzionato alla perfezione fino alla buca 8, chiusa con il quarto birdie di giornata. A quel punto Chicco era a -6, ben piazzato per raggiungere almeno un posto nei top ten. Il difficilissimo per 4 della 9 ha però bloccato il ritmo del recupero. Francesco ha pagato dazio con un doppio bogey, figlio del tee shot finito in pieno rough a destra. L’unica possibilità è stata quella di un corto lay up, per poi arrivare in zona green solo con il terzo colpo. E altri tre ce ne sono voluti per chiudere la buca.
Il momento di sbandamento è continuato alla 10 e alla 11, segnate da altrettanti bogey, che l’hanno riportato in par di giornata. Poco hanno modificato la situazione i birdie 4 a 15 e 18, inframmezzati dal bogey sulla 17. Come detto, per Chicco (-3, 68 72 71 70) 16° posto finale, un colpo meglio di Tiger Woods, che ha chiuso 21°. Per il vincitore dell’ultimo Masters un quarto giro a due facce: disastroso fino alla 6 (quattro bogey), superlativo dalla 7 in poi (sei birdie, di cui quattro nelle ultime sei buche) grazie a un gioco da standing ovation.
Miglior dilettante il fortissimo norvegese Viktor Hovland, addirittura 11° con -4. Il 21enne residente a Oslo, che gioca per la Oklahoma State University, ha inoltre realizzato la difficile accoppiata con il successo nello U.S. Amateur. Quel trionfo, ottenuto nello scorso agosto proprio a Pebble Beach, gli ha aperto le porte del Masters, dello U.S. Open e del prossimo Open Championship. Da oggi, Hovland passa al professionismo.
Una standing ovation d’obbligo per il percorso di Pebble Beach. Splendido, intrigante, complesso ma non punitivo, ha riconciliato i giocatori con lo U.S. Open, dopo le ultime edizioni con il campo preparato in modo a dir poco terribile. Anche lo spettacolo ne ha tratto un grande vantaggio. E speriamo che il prossimo anno, a Winged Foot, questo “nuovo corso” possa continuare. Intanto, quello con Peeble Beach è solo un arrivederci. Si sa già che a Monterey lo U.S. Open tornerà nel 2027. Quando si dice la programmazione…
Fra i big rimasti in gara dopo il taglio, prestazioni poco gratificanti per DeChambeau e D. Johnson (35.i), Fowler (43°), Mickelson (52°), Fleetwood e Spieth (65.i). Il montepremi era di ben 12 milioni e mezzo di dollari, di cui oltre due sono andati al vincitore.