Qual è il modo migliore di finire l’anno se non vincere la FedEx Cup?
Lo sa bene Rory McIlroy che alza la voce proprio al termine della stagione del PGA Tour 2018-2019 vincendo il Tour Championship e portandosi a casa la FedEx Cup e un bonus di 15 milioni di dollari.
Il nordirlandese, dopo la sospensione del terzo giro causata da fulmini, ha trovato una splendida domenica ad Atlanta sul percorso dell’East Lake con un complessivo -18 lasciando a quattro lunghezze il secondo classificato Xander Schaffele.
McIlroy entra nuovamente nella storia vincendo questo torneo per la seconda volta, unico giocatore ad esserci riuscito insieme a Tiger Woods.
È lontano l’amaro ricordo dell’anno scorso quando il nordirlandese non resse la pressione nell’ultimo giro proprio contro Tiger segnando un 74 e facendo così svanire i sogni di vittoria.
Questa volta però l’ormai 30enne, consapevole del proprio talento, ha tenuto a bada le emozioni battendo l’uomo del momento, Brooks Koepka e mostrando un gioco ineccepibile.
“È davvero gratificante incidere il proprio nome per la seconda volta su questo trofeo uguagliando Tiger Woods. Ogni volta che riesci a compiere un’impresa che anche Tiger ha fatto vuol dire che stai facendo un ottimo lavoro”.
In conferenza stampa dopo la vittoria molti giornalisti hanno ricordato la “disfatta” di un mese fa a Memphis nel Jude Invitational chiedendo al campione come abbia superato così velocemente il fatto. “Essere di nuovo nel team con Koepka mi ha riportato alla memoria l’orribile quarto giro a Memphis” – ha ricordato Rory – “Avevo bisogno di correggere molti errori di quella domenica da dimenticare. A volte cerco di considerare il quarto giro come fosse un giovedì o un venerdì ma, ovviamente, non lo è e finisce che risulto troppo rilassato. Brooks invece a Memphis è andato in campo, ha segnato un 65 dominando il campo e dominandomi letteralmente. Lì ho capito che se voglio diventare nuovamente il nuovo numero 1 del mondo devo essere come lui. Bisogna essere tutti più Brooks Koepka”.
Domenica 25 agosto abbiamo visto un Rory McIlroy che non si lascia influenzare dalle oscillazioni emotive che questo sort comporta. Non vuole che il suo score lo definisce come persona e questa presa di coscienza è stato un lungo cammino, un “viaggio personale” per migliorarsi come golfista e come ragazzo di 30 anni.
“Chi sono come persona non identifica per forza chi sono come giocatore e mi ci è voluto molto tempo per arrivare a questa consapevolezza e realizzare che io sono entrambe le cose”.
McIlroy, un tempo fenomeno adolescenziale con un casco di ricci neri in testa, ha compiuto 30 anni all’inizio di quest’anno. Questa maturazione ha dato i suoi frutti con la migliore stagione della sua carriera professionale con tre titoli vinti e con il bonus di 15 milioni di dollari!