Parla e si lascia andare Tommy Fleetwood sull’argomento Paul Azinger.
Per chi non lo sapesse, Paul, commenta in America il PgaTour e durante l’Honda Classic si era fatto scappare un “per essere un campione devi vincere sul PgaTour, non altrove”. Frase pronunciata proprio quanto Tommy Fleetwood era in contention in una delle gare più difficili del circuito americano.
A difesa del nostro Tommy sono scesi subito in campo su Twitter molti amici tra i quali spicca l’irrefrenabile Ian Poulter, che ricorda al commentatore USA di concentrarsi di più sulle RyderCup, le quali, ultimamente, per gli americani, non sono andate benissimo.
Volano commenti ma quello di Tommy mancava da tempo in rete. Il suo è il più importante, non solo perché direttamente interessato ma perché l’inglese è conosciuto per essere uno dei giocatori più umili, positivi ed influenti del Tour Europeo.
“Non credo che Paul volesse offendermi direttamente. Ha detto la sua e ognuno lo può fare. Sinceramente aumentare la pressione di un giocatore quando sei in una posizione di commento e di alta visibilità non è carino. Avrei preferito non sentire quella frase, non servono altri pesi da gestire durante la gara. Comunque non credo che tutto ciò sia stato fatto con cattiveria”
Tommy il sincero, Tommy il calmo. Un’altra buona lezione di eleganza ed educazione “Made in Europe”.
Ora è in UK, si sta godendo la famiglia e di tanto in tanto chiama Francesco Molinari per ricordargli che la notte della Ryder Cup hanno dormito insieme con la coppa nel letto.
E’ pronto a ripartire, da Londra è facile prendere voli per qualsiasi destinazione, ma è cauto sul fare le valigie. “Prima la sicurezza”, dice, “nessuno vorrebbe essere fermato nuovamente per un ritorno di questo maledetto virus”
Speriamo si torni presto in campo, speriamo si possa tornare presto a tifare Tommy, perché no, in una vittoria sul PgaTour che metterebbe a tacere i commenti…sfuggiti… al buon Paul.