Questa mattina, martedì 6 dicembre, si è tenuta la conferenza stampa in occasione dell’MCB Tour Championship con i giocatori del Legends Tour, presso il Legend Golf Course del Constance Belle Mare Plage.
Tra i senior presenti nomi importanti come quello di Thomas Bjorn, Tom Lehman, Marc Ferry e Jarmo Sandelin, vincitore dell’MCB Tour Championship del 2019. Ognuno di loro ha un passato importante da raccontare, partendo da Thomas Bjorn che, non serve ricordarlo, è stato il capitano alla Ryder del 2018 a Parigi e a fine settembre 2023 sarà vice capitano del team europeo al Marco Simone. E ancora Tom Lehman, ex giocatore del tour americano, vincitore di un major ed ex numero uno al mondo nel 1997.
È proprio sul campione di Austin che ora ci vogliamo soffermare. Lehman vinse l’Open Championship nel 1996 al Royal Lytham & St Annes Golf Club, in Inghilterra, anno in cui lo statunitense fu eletto miglior giocatore della stagione sul PGA Tour.
Oltre il major, ha nel suo palmares quattro tornei del massimo circuito americano: il Memorial Tournament nel 1994, il Colonial National Invitational nel 1995, il TOUR Championship nel 1996 e Il Phoenix Open nel 2000.
Il giocatore a stelle e strisce è stato inoltre capitano di Ryder Cup nel 2006 al K Club, a Dublino, in un’edizione dove fu l’Europa a trionfare cn un secco 18½ a 9½.
Lehman vanta poi in carriera importanti eventi conquistati sul circuito Over 50 tra cui il Senior PGA Championship nel 2010 e l’MCB Tour Championship nel 2011.
A tu per tu con Tom Lehman
Facendo due chiacchiere con Tom mi sono piacevolmente stupita della sua gentilezza che definirei persino tenerezza, una persona molto legata alla famiglia e ai valori della vita.
Tom, cosa significa per te partecipare a questa edizione dell’MCB Tour Championship?
Giocare a Mauritius non vuol dire disputare semplicemente un torneo ma è molto di più.
Sono venuto qui perché molto affezionato al Legends Tour e, soprattutto, per il rapporto che ho instaurato con i miei colleghi. Il Constance Belle Mare Plage è un meraviglioso paradiso terrestre, è bellissimo vedere come il nostro sport dia la possibilità di vivere esperienze di questo tipo immersi nella bellezza più assoluta e al fianco di persone così speciali. Partecipare a questa 11esima edizione dell’MCB Tour Championship è una grande emozione.
Come riassumeresti l’anno appena trascorso e cosa ti aspetti per il prossimo?
È stato un anno difficile per me. Ho avuto problemi al ginocchio che mi hanno portato lontano dalle competizioni per un pò. Dopo la scorsa settimana alle Seychelles, questa è solo la seconda volta che scenderò in campo in un anno. Per il futuro spero in giorni migliori e se così non fosse mi godrò la bellezza di esperienze come questa.
Chi è Tom fuori dal campo da golf?
È una persona molto legata alla famiglia, ai miei figli e alla comunità in cui vivo. Amo lo sport, soprattutto quelli all’aria aperta infatti ho una grande passione per la caccia e per la pesca, appena riesco mi rifugio in queste attività che come il golf richiedono molta pazienza e costanza. Amo sciare, con la famiglia facciamo spesso vacanze sulla neve in Colorado. Mi piace avventurami sulle piste innevate con mia moglie e in quel caso devo cercare di non essere troppo competitivo.
Qual è il più grande insegnamento che il golf ti ha dato?
La perseveranza perché sul campo sono molto più le sconfitte che le vittorie. Devi costantemente fare i conti con te stesso, sei sempre frustrato e vorresti dare molto di più di quanto tu non faccia, nonostante il duro allenamento. Bisogna avere la forza di andare avanti, questo fortifica moltissimo il temperamento di un professionista. La più grande lezione di vita che il golf può dare è non arrendersi mai: never give up!
Cosa pensi di poter ancora dare?
Il golf mi ha dato tanto. Ho avuto modo di viaggiare ed essere riconosciuto ovunque andassi. Ciò che posso fare ora è portare la mia passione e la mia professione in giro per il mondo e a più persone possibili. Per esempio, sono stato introdotto in un programma di introduzione al golf dedicato ai bambini. In questo modo potrò aiutare i meno fortunati ad avvicinarsi a questo mondo e, magari, donare loro una possibilità per il successo. Il nostro sport può dare molto anche in questo senso e noi possiamo aiutare a diffonderlo.