Il fantastico successo nel Masters 2019 ci ha riconsegnato il vero Tiger. Già l’anno scorso, aggiudicandosi il Tour Championship, gara più importante delle finali FedEx Cup, aveva sgombrato il campo dagli equivoci. La Tigre era tornata finalmente a ruggire. Ma il trionfo di domenica in un major, atteso per ben 11 anni (U.S. Open 2008). ha un sapore ben diverso.
Proviamo a ricordare i più importanti record che Tiger ha stabilito in 22 anni di carriera. A cominciare dalla posizione di numero uno nel World Ranking. Suo il primato del maggior numero di settimane consecutive al vertice (281) e suo anche quello di settimane complessive (683). Un numero stratosferico che tradotto vuol dire oltre 13 anni di dominio. Ben 11 i premi come “miglior giocatore dell’anno” e otto i “Byron Nelson” conseguiti per il più basso score medio di una stagione. Tiger detiene anche il primato di score più basso in assoluto ed è stato l’unico a scendere sotto i 68 colpi di media. Lo ha fatto due volte e, caso insolito, con lo stesso punteggio di 67,79.
Una valanga di dollari
Sul fronte dei guadagni, Woods è stato primo in dieci annate nella money list e, quasi ovviamente, è anche il golfista che ha raccolto la somma di premi più elevata. A fine aprile 2019, i dollari raccolti sul PGA Tour ammontano a 118.309.570 (il secondo, Phil Mickelson, ha invece guadagnato poco più di 90 milioni). Woods inoltre è stato il primo sportivo al mondo a superare il miliardo di dollari incassati in carriera, fra sponsorizzazioni e premi.
Per quanto riguarda i major, come sappiamo tutti, è secondo solo a Jack Nicklaus con 15 vittorie contro 18. E ora è a un passo (81 contro 82) dal superare Sam Snead nel numero di successi sul PGA Tour. È stato il più giovane a raggiungere il Grande Slam della carriera, impresa che gli è riuscita in totale tre volte, permettendogli in questo caso di pareggiare il conto con Nicklaus al primo posto. Da ricordare ancora i 18 trionfi nei tornei del World Golf Championship (secondo in graduatoria è Dustin Johnson, a quota 6).