Il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Maschile Amateur analizza i punti forti di Tiger Woods e Scottie Scheffler attraverso un divertente match play virtuale su vari settori del loro gioco. 

Chi sarà il vincitore finale?

Quante volte abbiamo assistito a interminabili dibattiti riguardanti ipotetici duelli a distanza fra campioni di epoche diverse?

E quante volte siamo stati anche protagonisti di accese discussioni, nelle quali l’argomento principale è sempre stato lo stesso: chi è stato il più forte?

Difficilmente se ne viene a capo, soprattutto quando le due fazioni sono di vedute nettamente opposte.

Pelé o Maradona? Nadal, Djokovic o Federer? Questo è il dilemma!

Nel mondo del golf gli ‘antagonisti’ messi spesso a confronto in questi ultimi cinquant’anni sono sicuramente stati Jack Nicklaus e Tiger Woods.

Ma anche qui non è facile dare un giudizio su chi sia stato il più vincente nella propria epoca.

Il dato certo è che Nicklaus ha vinto 18 major e 73 tornei del PGA Tour, Tiger 15 e 82, ovvero due carriere tra loro molto simili.

Sicuramente è più facile fare un paragone fra Tiger Woods e Scottie Scheffler che sono leggermente più vicini d’età e hanno giocato parecchi tornei in comune, anche se stiamo comunque parlando di un giocatore a fine carriera e di uno che ha iniziato a vincere solo due anni fa. I loro palmarès sono quindi, per ovvi motivi, imparagonabili.

Quello che sappiamo con certezza è che quest’anno Scheffler, con le sette vittorie sul PGA Tour, ha eguagliato il numero di vittorie annue ottenuto da Woods nel 2017.

La domanda sorge quindi spontanea: riuscirà Scottie a eguagliare anche il numero di titoli e di major conquistati da Tiger?

A mio parere è un’impresa quasi impossibile, ma solo il tempo ci darà delle risposte.

Quello che possiamo fare ora, per stabilire chi sia il più forte fra i due talenti, è una sorta di match play a distanza, paragonando Woods e Scheffler nei i vari settori del gioco.

Tecnica dello swing

Se parliamo di pura tecnica ed eleganza del gesto sportivo, Tiger non è sicuramente secondo a nessuno.

Ogni suo singolo movimento in campo ti incanta tanto quanto quelli di un ballerino della Scala. 

Classe, potenza, coordinazione e perfezione del piano sul quale si muove il suo bastone rende Woods unico al mondo.

Nel momento in cui il fuoriclasse prende in mano il bastone si plasma letteralmente con l’attrezzo, che diventa immediatamente parte del suo corpo, il prolungamento delle sue braccia.

Scheffler da questo punto di vista lascia un po’ a desiderare. 

La ormai famosa instabilità della parte bassa del corpo e i suoi diversi cambi di piano sul quale fa viaggiare il bastone regalano senza alcun dubbio questo primo punto al divino Tiger.

Driver e colpi dal battitore

In questo settore Scheffler ha ampiamente dimostrato una consistenza e una solidità ineguagliabile.

Non a caso è di gran lunga il numero uno incontrastato nelle percentuali di fairway e green presi. I

l texano è capace di lavorare la palla con tutti gli effetti e tutte le altezze con estrema facilità.

Possiamo tranquillamente affermare che in termini di ‘ball striking’ Scottie non tema davvero nessuno.

Tiger, al contrario, ci ha spesso abituati a grossolani errori dal tee, prontamente rimediati da spettacolari colpi di recupero che rimarranno per sempre nella storia e nelle dispense del golf mondiale.

Il punto in questo settore del gioco va decisamente a Scheffler.

Una parentesi: questi due primi punti lasciano addito all’apertura di un ulteriore più che lecito dibattito.

Come mai il giocatore più forte tecnicamente è meno preciso e consistente di quello con una tecnica (sulla carta) approssimativa?

Prima o poi parleremo anche di questo argomento: tecnica contro consistenza.

Ferri al green

Entrambi i giocatori hanno un ottimo controllo dello spin e della distanza e ci hanno abituati a vedere atterrare le loro palle sempre in prossimità dell’asta.

Stiamo parlando davvero di due eccellenze di questo settore, motivo per il quale è davvero difficile stabilire chi sia il migliore.

Il risultato calcistico sarebbe quindi uno spettacolare pareggio: per la nostra classifica mezzo punto a testa.

Gioco corto

Il Tiger degli anni migliori è stato in assoluto il giocatore più forte di tutti i tempi in questo settore.

Ha infatti dimostrato di essere in grado di adattarsi a ogni tipo di colpo e di superficie, dalle insidiose erbe in macroterma americane ai durissimi terreni dei links anglosassoni.

Scottie ha sicuramente delle mani d’oro ma essendo abituato a mancare meno green rispetto a Woods non lo abbiamo potuto vedere molto spesso all’opera negli approcci di recupero. 

Nonostante ciò, mi sento di dare mezzo punto a testa, giustificato da quanto detto in precedenza e dal fatto che Tiger qualche anno fa ha attraversato un momento buio nel suo gioco corto dovuto sicuramente più a motivi mentali che tecnici.

Putter

In questo settore non c’è match. Quando Tiger prende in mano il putter e si posiziona per eseguire il colpo sembra una statua di Michelangelo, dove l’armonia delle curve prevale sulla indubbia potenza fisica.

Il putter diventa infatti parte del suo corpo e viene mosso con una compostezza e una naturalezza ineguagliabile.

Se valutiamo la percentuale di putt importanti imbucati da Woods nella sua carriera lo dobbiamo per forza di cose considerare fra i migliori “rifinitori” al mondo di tutti i tempi.

Scheffler, al contrario, in questi anni ha messo in evidenza qualche difficoltà nei putt dalla corta distanza, problema al momento parzialmente risolto dall’inserimento del mallet.

Senza ombra di dubbio il punto in questo settore va a Tiger.

Carattere

Due personalità completamente diverse tra di loro ma ugualmente vincenti.

Il carisma e la forte personalità dell’icona incontrastata del golf mondiale si contrappone alla assoluta non ricerca di attenzioni da parte del numero uno attuale.

A questo proposito vi racconto un aneddoto curioso al quale ho testimoniato di persona durante il Masters del 2022.

In quell’occasione ho passato la mattina della giornata finale in campo pratica a osservare il riscaldamento dei contendenti al titolo.

Come di consuetudine tutti i giocatori sono stati accolti dal boato e dai forti applausi del pubblico, schierato nell’enorme tribuna situata alle spalle del terreno d’allenamento.

Quando è arrivato Scheffler, con il passo e il “body language” di uno che sta andando a comprare il giornale, nessuno si è accorto della sua presenza.

Lo vedevo camminare sotto la tribuna, a pochi metri dagli spettatori, ma nessuno lo aveva notato.

Erano tutti intenti a guardare i colpi dei giocatori in azione.

Solo quando il caddie lo ha raggiunto con la sacca e Scottie ha iniziato a tirare le prime palle di pratica qualcuno lo ha indicato dicendo ad alta voce: “Ma quello è Sheffler!”

Notare che il texano era già in quel momento il numero uno del mondo e, come se non bastasse, era il leader del Masters dopo 54 buche…

Tornando alla valutazione delle due diverse mentalità, mi sento di fare questa considerazione: se dovessi valutare l’atteggiamento di un singolo torneo darei sicuramente un pareggio.

Due teste sintonizzate su canali totalmente diversi ma entrambe estremamente vincenti.

Mezzo punto a testa mi sembra la decisione corretta.

Forza mentale

A livello di carriera è difficile immaginare che qualcuno al mondo possa avere la cattiveria agonistica, la rabbia e la voglia di vincere che Tiger Woods ci ha dimostrato in tutti questi anni.

Il Fenomeno è sempre salito sul tee della 1 dell’ultimo giro per ammazzare gli avversari.

Li stordiva ancor prima di cominciare a giocare grazie al suo carisma e alla sua presenza fisica, per poi finirli poco dopo sul percorso con il suo gioco aggressivo e vincente.

L’impressione era che gli avversari avessero già perso prima di iniziare, spesso partivano da leader insieme a lui ma non riuscivano a terminare neppure nei Top 10 Scheffler non ha questo magico potere, la sua presenza non interferisce sulla prestazione degli avversari.

Scottie entra in gioco per battere il campo, fa gara a sé ed è incurante di quello che succede intorno a lui.

Vince e domina perché è in assoluto il miglior colpitore di palla ma non credo che abbia la forza mentale di Tiger dentro di sé.

Quella forza che ti fa stare per due decenni sul tetto del mondo sopportando l’enorme pressione di essere costantemente sotto gli occhi di milioni di spettatori.

Scottie vincerà sicuramente moltissimo ma a differenza di Woods probabilmente il suo dominio durerà di meno. Assegno quindi un ulteriore punto a Tiger.

Fisico

Anche qui siamo su due pianeti opposti.

Ai tempi dell’università si diceva che Tiger avrebbe potuto eccellere in qualsiasi sport grazie alle sue doti fisiche.

Ma proprio in questo settore è avvenuto l’unico grande errore della sua carriera.

È stato come se a Tiger non fosse mai bastato essere l’indiscusso numero uno del golf, sport da sempre considerato poco fisico e molto tecnico nel quale la mancanza del contatto con l’avversario ti insegna a tenere dentro rabbia, adrenalina e aggressività.

Caratteristiche che Woods esternava molto spesso con il suo scenografico modo di celebrare i colpi vincenti.

La sua voglia di dimostrare che fisicamente era pari ai più forti atleti di altri sport lo ha spinto a eccedere e a fare allenamenti totalmente inutili per il suo golf.

E che purtroppo gli hanno soltanto martoriato il fisico e accorciato la carriera.

Sono convinto che Tiger, incidente escluso, se avesse fatto una preparazione più “saggia” sarebbe ancora in vetta alle classifiche mondiali e avrebbe battuto il record di major di Nicklaus.

Scheffler ha un fisico completamente diverso, meno versatile ma perfetto per il golf.

Il suo vantaggio è che non ha l’ambizione di diventare il più potente giocatore del circuito ma solo quella di fare gli esercizi corretti per il golf e per la prevenzione degli infortuni.

Il punto va quindi sorprendentemente a Scheffler.

Avete già fatto i conti o volete sapere chi ha vinto questo speciale match play a distanza? 

Tiger Woods batte Scottie Scheffler 4 1/2 a 3 1/2.