Giornata di sorpese in negativo la prima di questo 148° Open Championship a Royal Portrush.
La delusione era tanta per il pubblico di casa, illuso dall’avvio spettacolare del suo beniamino numero uno, Darren Clarke, nato e cresciuto a pochi chilometri dal percorso, che nella prima parte della giornata ha perfino comandato il torneo per poi chiudere con un 71 comunque più che dignitoso.
Disastro McIlroy
A fine giornata le facce tristi tra i tifosi locali si contavano a migliaia, attoniti dopo aver visto le prime 18 buche del loro uomo più atteso, Rory McIlroy, che qui a Portrush a 16 anni firmò un 61 che resta al momento il record del campo.
Il ragazzo di Holywood, a due passi da Belfast, ha tradito le attese per l’ennesima volta in un major, partendo in maniera disastrosa (quadruplo alla 1 e bogey alla 3), ha lottato per tenere comunque in piedi un giro ma poi ha praticamente messo la parola fine sul suo Open con un doppio bogey alla terribile 16 frutto di quattro putt, sbagliando addirittura un tap-in da 30 centimetri. Ciliegina sulla frittata la 18, chiusa con un triplo bogey per un 79 che pesa come un macigno.
Solo un giro stellare del miglior Rory lo salverebbe oggi da un taglio che appare quasi certo, ma la nota negativa è che McIlroy è ormai un caso aperto a tutti gli effetti: straordinario talento, indiscutibilmente il numero uno per tocco di palla, ha subito un’involuzione preoccupante nei grandi appuntamenti, quei tornei in cui se sei un top player devi colpire e non affondare.
Tiger, che sofferenza!
Chi sperava di consolarsi al pomeriggio con Tiger Woods ha dovuto ricredersi. Il Fenomeno è apparso subito bloccato, in evidentemente difficoltà dal punto di vista fisico. Spesso a sinistra con i tee shot, dal rough ha sempre giocato colpi per evitare di farsi male, quasi fosse impaurito di rovinare il resto della stagione. Il suo 78 suona come una resa già scritta su questo Open che, comunque vada il taglio, non lo vedrà come lo scorso anno in lotta per la Claret Jug.
Tanti big in difficoltà
Che dire poi di Phil Mickelson, Open Champion a Muirfield nel 2013, che con 76 ha avuto anche lui i suoi problemi soffrendo più del previsto le difficoltà del Dunluce Links. Stesso disco per Adam Scott, 78, così come per un sofferente Ian Poulter (75), mentre con 74 hanno terminato deludendo le aspettative della vigilia il campione in carica Francesco Molinari, Bryan DeChambeau, Zach Johnson, Haotong Li e Xander Schauffele, l’ultimo ad arredersi a Chicco lo scorso anno a Carnoustie.
L’incubo di Duval: 14 colpi in una buca
Una nota finale sul povero David Duval. L’ex numero 1 del mondo nei primi anni 2000 e vincitore dell’Open Championship nel 2001 a Royal St Georges ormai da tempo ha scelto di fare il commentatore lasciando l’attività a tempo pieno. Ma all’Open, come passato vincitore, ha diritto di giocare sino a 60 anni e così anche questa volta ha deciso di provarci.
L’americano ha presentato uno score di 91, il peggior score in un giro all’Open Championship dal 92 di Ian Baker Finch nel 1997 a Royal Troon. Il pasticcio più incredibile alla buca 7, dove Duval, dopo aver giocato tre palle dal tee, ha individuato la seconda provvisoria con cui a proseguito, fino ad accorgersi due colpi dopo che non era sua.
Obbligatorio quindi il ritorno sul tee da dove il povero David contava già 8 colpi con ancora la buca da giocare, chiusa poi in 6 colpi in più per un totale di 14. Con uno solo in più sarebbe entrato nella storia come il peggior score a una buca all’Open, pareggiando il 15 di Herman Tissie nel 1950 alla micidiale buca 8 di Troon, battezzata Postage Stamp (Il francobollo) per il suo minuscolo green.
Duval l’anno scorso a Carnoustie firmò un primo giro 80 per poi ritirarsi il giorno successivo. Dopo quanto successo ieri a Royal Portrush, forse il prossimo anno ci penserà due volte prima di rischiare l’ennesima figuraccia.