Quello di Parco de’ Medici è un nome molto conosciuto fra i golfisti italiani. Sul percorso alle porte di Roma si sono svolti nel corso degli anni tre Open d’Italia femminili (2005, 2006 e 2007). In più, numerose finali di circuiti nazionali, come ad esempio del MercedesTrophy. Proprio in questi giorni, le 18 buche da campionato stanno anche ospitando il First Stage della Qualifying School dell’Alps Tour.
Accanto al celebre percorso di golf sorge anche uno dei più grandi complessi ricettivi della Capitale. Sotto le insegne di Sheraton, vari corpi di albergo separati compongono una vera e propria cittadella dell’accoglienza, con ben 782 camere. Uno di questi è stato scelto per diventare il primo hotel COVID del Lazio.
All’inizio lo Sheraton Hotel Parco de’ Medici ricoverava solo asintomatici o pazienti con sintomi lievi, le cui condizioni di salute erano stabili, che non potevano completare la guarigione e la negativizzazione a casa. Di recente ha invece iniziato ad accogliere anche pazienti positivi in via di guarigione, che necessitino ancora del supporto dell’ossigeno. L’obiettivo è di assistere coloro che stanno terminando il loro percorso di ricovero, liberando così i posti letto negli ospedali
Questa ala dell’hotel a quattro stelle dispone di 169 stanze singole, di cui al momento sono un centinaio quelle occupate, mentre si attende l’arrivo di nuovi pazienti che abbiano necessità di utilizzare l’ossigeno. Con questa decisione il grande albergo romano, molto conosciuto fino a oggi per i suoi elevati standard, le notevoli dimensioni e per le frequentate 27 buche di golf, diventa un esempio da seguire per altre strutture alberghiere. Alleggerire la pressione negli ospedali italiani è una priorità assoluta. E il fatto che un celebre resort golfistico dia il buon esempio non può che far piacere a tutti gli amanti del nostro sport.