Ryder: l’Europa lascia una porta aperta ai giocatori del LIV
Il comitato di Ryder Cup europeo ha ufficializzato questa settimana i criteri di qualifica per la prossima sfida al Marco Simone.
Il comunicato ufficiale non chiude però del tutto la porta ai membri del LIV Golf. Il Team Europe ha annunciato che seguirà quest’anno lo stesso sistema degli Stati Uniti, ovvero sei giocatori si qualificheranno tramite il ranking del circuito e quello mondiale, e altrettante wild card saranno invece assegnate da capitan Luke Donald al termine dell’ultima gara valida, il BMW PGA Championship a settembre del 2023.
Cambia anche il modo in cui verranno assegnati i punti. Nelle edizioni precedenti c’era un rapporto di 6:1 (da 12.000 punti a 2.000) tra gli eventi con il punteggio più alto, i major, e quelli normali. Con il nuovo sistema tale rapporto è ora 4:1 e viene suddiviso in base ai seguenti criteri: Major/ DP World Tour Championship 6.000 punti, Rolex Series / WGC 5.000, tornei con montepremi di 5 milioni di dollari o più 3.500, 2 milioni o più 2.500, inferiori a 2 milioni 1.500.
“Dietro le quinte è già stato fatto molto lavoro ma il via del periodo di qualifica rappresenta il vero inizio del lungo viaggio verso la Ryder Cup 2023 – ha detto Luke Donald -. Vogliamo fortemente riportare la coppa a casa a Roma il prossimo anno e questo sistema di qualifica ci offre la migliore opportunità per farlo”.
Per quanto riguarda la questione di cosa fare con i giocatori passati al LIV, il DP World Tour aveva precedentemente affermato che chi aderiva alla lega saudita non sarebbe stato più idoneo per partecipare alla Ryder, ma nel comunicato relativo al sistema di qualifica non si fa alcun accenno alla loro automatica esclusione, almeno non nei criteri di ammissione.
“Ai fini della definizione di idoneità alla selezione per la squadra di Ryder Cup 2023, saranno presi in considerazione. i giocatori europei appartenenti al DP World Tour, siano essi membri qualificati, ad honorem a vita, past champion o giunti tramite il Challenge Tour”.
Apparentemente lo status di “past champion” lascerebbe aperto un canale per gli ex giocatori dell’European Tour che attualmente giocano sul LIV. La strada rimane comunque complicata, poiché questi giocatori dovrebbero accumulare quasi tutti i loro punti attraverso i major poiché è altamente improbabile che possano giocare in molti altri tornei del DP World Tour (sebbene i membri del LIV abbiano vinto la loro temporanea battaglia e venti di loro giocheranno tra una settimana il BMW PGA Championship a Wentworth).
C’è quindi ancora la possibilità che Donald utilizzi alcune delle sue scelte pescando tra i giocatori del LIV. Sebbene la porta non sia completamente chiusa c’è però un’aggiunta ai criteri di ammissione che va interpretata:
“Tutte le decisioni e/o controversie relative all’idoneità di un giocatore per la selezione del team di Ryder Cup, comprese eventuali questioni relative a nazionalità, cittadinanza, domicilio o residenza di un giocatore, saranno determinate in conformità con la politica dell’IGF, subordinatamente alla ratifica di qualsiasi decisione del genere da parte della Ryder Cup Policy Board”.
Vale anche la pena ricordare che Henrik Stenson è stato rimosso della carica di capitano per essere passato al LIV, e sebbene lo svedese abbia minacciato di intraprendere un’azione legale, è altamente improbabile che venga reintegrato nel ruolo, ora ricoperto da Donald.
Per quanto riguarda gli americani, il comitato di Ryder Cup statunnitense ha confermato la tolleranza zero, ossia nessun giocatore del LIV sarà ritenuto idoneo per essere selezionato per la sfida di Roma.
Gli Stati Uniti hanno dominato l’ultima edizione del 2021 a Whistling Straits per 19-9 ma non vincono la coppa sul suolo europeo dal lontano 1993.