E’ il desiderio di chiunque porti gli occhiali: aprire gli occhi e vedere il mondo con la pienezza dei suoi colori vividi, come forse non si faceva più da decenni.
È questo il “miracolo’ da cui sono toccati ogni anno più di mezzo milione di italiani, per la maggior parte nella terza età.
Tanti sono infatti i pazienti affetti da cataratta, l’opacizzazione del cristallino, una piccola lente che abbiamo nell’occhio.
Questa opacizzazione è un processo graduale che, generalmente dopo i sessant’anni di età ma in alcuni casi anche prima, può impedire una corretta visione.
A quel punto il chirurgo oculista può intervenire ripristinando non solo la trasparenza dell’occhio, ma anche cogliendo l’occasione per correggere i difetti di vista da lontano e da vicino, grazie all’incessante progresso della tecnologia.
E quest’operazione aiuterà non solo gli over 60 ma i golfisti di tutte le età.
A raccontarci tutti i dettagli è il professor Daniele Tognetto, direttore della Clinica oculistica dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste (ASUITs ).
“Per l’operazione di cataratta si tratta sostanzialmente di rimuovere il cristallino opacizzato, ostacolo per la vista, con un cristallino artificiale.
I cristallini artificiali hanno subìto nei decenni un continuo affinamento tecnologico fino agli straordinari risultati attuali”.
Il punto di partenza di questo incessante progresso è stata la lente mono focale: l’uso di queste lenti permette di vedere a fuoco le immagini a una sola distanza predeterminata .
Successivamente sono state sviluppate le lenti bifocali, che consentono di vedere nitidamente sia da lontano sia da vicino, correggendo quindi anche la presbiopia.
“Il risultato’ – ha continuato il prof. Tognetto – “è del tutto analogo a quello che si ottiene utilizzando le lenti bifocali per gli occhiali, in cui nella parte bassa la lente ha una gradazione diversa per poter leggere da vicino.
Tuttavia, dal momento che le lenti intraoculari sono solidali con l’occhio, il loro funzionamento si basa su principi costruttivi ottici diversi da quelli delle lenti per occhiali, che determinano una visione simultanea di due immagini a fuoco nello stesso momento, Lma per lontano ed una per vicino.
Sarà poi il cervello a dover scegliere l’immagine di interesse in ogni circostanza “.
Dalle lenti bifocali si è passati successivamente alle lenti multifocali il cui utilizzo può aiuta re a ridurre la dipendenza dall’occhiale a tutte le distanze.
“In alcuni casi, tuttavia, si possono manifestare degli effetti collaterali, come la visione di aloni notturni oppure di raggi luminosi intorno alle luci, che possono risultare disturbanti soprattutto in alcune condizioni visive.
Va poi sottolineato che le lenti multifocali non sono adatte a tutti di occhi e per impiantarle bisogna procedere a un’attenta selezione, fatta con moderne tecniche di misurazione dei parametri anatomici.
Ma c’è di più , da pochi mesi, per tutti i pazienti affetti da cataratta, indipendentemente dalle loro caratteristiche o con ocelli non adatti a ricevere i cristallini multifocali si apre tma nuova prospettiva.
Si tratta di una lente monofocale con caratteristiche innovative nella forma della sua superficie grazie alla quale è possibile ottenere una buona vis ione non solo da lontano ma anche a distanza intermedia.
In altri termini, è una lente monofocale ‘evoluta’ che possiede alcuni vantaggi di una lente multifocale, senza patire gli inconvenienti di quest’ultima.
Gli studi di sperimentazione condotti su centinaia di pazienti hanno dimostrato che queste nu ove lenti monofocali non inducono alcun effetto collaterale o disturbo della visione e per questo sono adatte a essere impiantate in tutti i pazienti’ .
Monofocali, bifocali, multifocali e ora monofocali evolute.
Non sono mai state così ampie le possibili opzioni per i pazienti che hanno l’indicazione all’intervento di cataratta o che, giunti a una ce rta età, non vogliono più dipendere dagli occhiali.
Qualunque sia la scelta dello specifico tipo di cristallino artificiale, occorre ribadire che l’intervento di cataratta è estremamente sicuro, con percentuali di complicanze assai ridotte.
L’intervento è anche ben tollerato dato che si effettua ambulatorialmente e impegna il paziente soltanto per poche decine di minuti.
Si svolge quasi sempre in anestesia topica, cioè solo con poche gocce di collirio, ed ha una breve durata con il paziente sveglio e collaborante, che non sente alcun dolore”.
Ora non resta che prendere appuntamento con il professor Tognetto, per risolvere i problemi alla vista e godersi le proprie 18 buche mettendo bene a fuoco l’obiettivo: divertirsi!