Era nell’aria. Lo scorso anno Rory McIlroy, vincendo l’edizione numero 143 dell’Open Championship al Royal Liverpool, aveva intascato 975.000 sterline e 945.000 erano state quelle versate nel 2013 sul conto di Phil Mickelson, che poi si era visto decurtare il premio per il 61% dalle tasse californiane.
Visto che ogni anno il montepremi sale, sembrava perciò inevitabile si sfondasse il muro del milione di sterline per chi si sarebbe trovato al vertice della classifica 2015 il prossimo 19 luglio. E così è stato.
L’Open Champion si porterà a casa la bella somma di 1 milione e 150mila sterline (circa 1.620.000 euro), su un totale di 6,3 milioni (900mila sterline in più dello scorso anno).
Con questa aggiunta, il premio dell’Open si allinea, dollaro o sterlina più o meno, a quello degli altri major.
Nemmeno il secondo e il terzo a St Andrews però si dovrebbero lamentare: per loro ci saranno 653mila e 420mila sterline, rispettivamente 917mila e 590mila euro.
Al vincitore andrà naturalmente anche una copia in argento della celeberrima Claret Jug, la “brocca” per vino ufficialmente chiamata ‘The Golf Champion Trophy’, realizzata nel 1872 da Mackay Cunningham & Company di Edimburgo e pagata 20 sterline, divise fra Royal and Ancient Golf Club di St Andrews e lo Honourable Company of Edinburgh Golfers.
La storia dell’Open Championship iniziò senza premi in moneta per le sue prime tre edizioni (1860/1862). Dal 1863 vennero messe in palio 10 sterline, divise fra secondo, terzo e quarto, visto che al primo andò solo l’onore di tenere la rossa Challenge Belt (cintura con maxi-fibbia in argento) per l’intero anno.
Il premio per il vincitore venne istituito solo nel 1864, per la somma di 6 sterline.
A vincerle, manco a dirlo, il mitico Old Tom Morris.