Player Impact Program: ma è proprio necessario rimpinzare le tasche di giocatori già milionari?
Player Impact Program: ma è proprio necessario rimpinzare le tasche dei giocatori già milionari?
Questa è una domanda che da ormai una settimana riecheggia nel panorama golfistico mondiale.
Il PGA Tour aveva infatti lanciato un nuovo sistema di bonus per premiare con 40 milioni di dollari i giocatori che più di tutti hanno fatto crescere il golf nel mondo.
Ma dall’annuncio del Player Impact Program ci sono molte più domande che risposte in questo momento. Domande che si susseguono e che, al momento, non fanno che oscurare la “buona fede” del massimo circuito americano.
Anche perché, diciamolo, il Player Impact Program non è altro che la risposta alla Premier Golf League (PGL), un circuito voluto dal regime dell’Arabia Saudita che dal 2022 cercherà di attirare i giocatori più illustri con montepremi faraonici. Circuito che, in ogni caso, pare tramontato ancora prima di nascere.
E quindi la prima domanda è: il PGA Tour dove recupera questi 40 milioni di dollari?
Al momento non c’è uno sponsor e, probabilmente, non ce ne sarà nessuno. Il motivo principale è da attribuirsi alla figura di Fred Smith, CEO di FedEx, che dal 2007 ha investito centinaia di milioni di dollari sul circuito americano. Non stentiamo a credere che possa letteralmente dare di matto qualora il presidente del PGA Tour, Jay Monahan, dovesse annunciare una nuova partnership multimilionaria per pagare 10 giocatori selezionati da uno speciale algoritmo.
La FedEx, il cui contratto con il Tour scade nel 2027, ha investito centinaia di milioni di dollari che hanno consentito ai migliori giocatori del mondo di continuare a giocare fino alla fine dell’estate, ben oltre la conclusione dei quattro major.
Ma non è tutto. Vale la pena sottolineare come l’anno scorso il PGA Tour abbia licenziato circa 50 dipendenti nel bel mezzo della pandemia. E ora ha 40 milioni di dollari da spendere per 10 dei suoi giocatori più ricchi?
Eccoci arrivati alla seconda fondamentale domanda: perché spendere 40 milioni di dollari in questo modo e rimpinzare le tasche di giocatori già multimilionari?
Non ci sono così tante altre buone azioni ben più meritevoli? Il circuito americano cita costantemente le sue donazioni, il che è lodevole, ma perché non utilizzare questa somma astronomica per fare ancora più beneficenza? Fare del bene non è mai troppo soprattutto al giorno d’oggi sulla scia di questa pandemia globale.
Il PGA Tour potrebbe anche utilizzare parte del denaro per incrementare i montepremi dei suoi tornei minori e dare la possibilità a tutti giocatori di guadagnare soldi in più e punti preziosi per la FedEx.
Detto questo, consideriamo chi potrebbero essere questi 10 giocatori di punta che riceveranno il bonus faraonico del Player Impact Program
Senza nemmeno starci tanto a pensare il primo della lista è Tiger Woods.
L’ex numero 1 del mondo ha un seguito che eclissa tutti e riceve ancora più attenzioni di chiunque altro. Una prova l’ha fornita Tommy Roy, produttore esecutivo di lunga data del settore golf della NBC. Un sondaggio condotto dalla rete televisiva ha posto agli spettatori questa domanda: “Preferiresti guardare un giocatore qualsiasi eseguire un incredibile colpo da golf o preferisci invece vedere Tiger Woods semplicemente appoggiato alla sua sacca in attesa di giocare?”. Bene, secondo Roy, il 45% degli spettatori ha dichiarato che preferirebbe guardare Woods parlare con il suo caddie sulla scelta del bastone.
A 45 anni, numerosi interventi chirurgici e un gravissimo incidente d’auto Tiger potrebbe non tornare più a competere sul PGA Tour. Ma, nonostante questa premessa, ci sono ancora milioni di fan che preferirebbero leggere uno dei suoi tweet piuttosto che assistere alla vittoria di Stewart Cink (con tutto il rispetto per Cink, ovviamente).
Ma chi potrebbe essere il numero due di questa lista?
Dato che l’indice di gradimento si misura in popolarità e non in risultati, perché allora non citare Charlie Woods? Okay, non può rientrare in classifica perché non è un giocatore professionista ma non dimentichiamoci che questo ragazzino di 12 anni ha mandato in visibilio stampa e spettatori. L’occasione era la sua partecipazione al PNC Challenge dello scorso dicembre con il ben più famoso papà. In quei tre giorni di torneo tutti i media del globo, tra TV, stampa, siti web e social network sono andati letteralmente in blackout per le visite dei numerosi utenti.
Questa fantomatica lista potrebbe coinvolgere anche Rickie Fowler, attualmente al 111° posto nel World Ranking. Il giocatore americano non si vede tra i leader di un torneo da parecchio tempo ma, al di là dei suoi scarsi risultati, passano sempre le sue pubblicità di prodotti di ogni tipo sulla TV americana ed è molto attivo sui social media. Inoltre, è davvero un bravo ragazzo. Tutti lo amano.
E che dire allora di Bryson DeChambeau?
Il Mister Muscolo americano farà sicuramente parte di questa lista. Da quando è tornato a giocare post lockdown è stato il giocatore che più di chiunque altro ha fatto parlare di sé grazie alla sua trasformazione in un giovane Arnold Schwarznegger con il driver in mano.
In questa lista non potranno mancare Dustin Johnson, Rory McIlroy, Jordan Spieth, Phil Mickelson, Justin Thomas, Brooks Koepka e, perché no, Adam Scott che sui social riscuote successo tanto tra gli uomini quanto tra le donne…
Player Impact Program: ma perché?
Alla luce di queste ipotesi resta sempre e solo una domanda da porsi: perché spendere così tanti soldi per arricchire un gruppo di uomini già molto, ma molto ricchi?
Per convincerli a firmare più autografi ed essere più attivi sui canali social? Sul serio?
Non ci resta che sperare che il Tour rinsavisca e decida di far sparire la proposta del Player Impact Program altrettanto rapidamente così come è stata annunciata. O almeno che quella somma di denaro venga impiegata in un modo ben più lodevole!