Negli ultimi anni il PGA Tour ha subito una serie vertiginosa di cambiamenti, alcuni volontari, altri imposti.
Martedì scorso, tuttavia, è stato chiarito che il circuito più importante del mondo ha ancora spazio per evolversi.
Il Player Advisory Council del tour, composto da 16 membri, ha condiviso con tutti i suoi soci un promemoria di 23 pagine che illustra diverse proposte di modifica che chiede entrino in vigore nel 2026.
PGA Tour 2025: le modifiche proposte
Le proposte vanno dalla riduzione dei field di gioco alla riduzione del numero di categorie di esenzione, dalla modifica della distribuzione dei punti FedEx Cup in alcuni eventi e alla revisione della politica del ritmo di gioco
Queste proposte di modifica, di cui il presidente del PAC Camilo Villegas ha preannunciato l’arrivo in una nota del 16 ottobre, sono destinate a snellire l’ambiente competitivo, a creare più spettacolo e pathos e a migliorare il prodotto complessivo.
Non è esagerato dire che ciò che il Policy Board del tour voterà quando si riunirà il 18 novembre è la revisione più radicale dalla creazione dell’iniziativa “all-exempt” nel 1983.
Si tratta di un argomento piuttosto interessante. Ma cosa c’è da sapere sui cambiamenti proposti?
Qual è il cambiamento più significativo, o almeno quello che sarà più evidente?
Field più ristretti. La proposta prevede un field massimo di 144 giocatori (da 156) in un torneo.
Tuttavia, i file potrebbero venir ulteriormente ridotti a 132 o 120 per tenere conto della luce del giorno disponibile. In particolare, il Players Championship verrebbe ridotto da 144 a 120 giocatori.
Il PAC ha analizzato il numero di tornei in cui il field non è riuscito a completare un giro ininterrotto nel periodo di luce assegnato e ha scoperto che quasi un terzo degli eventi del 2024 ha avuto almeno un giro sospeso per oscurità.
Oltretutto i field più ingenti semplicemente non favoriscono il ritmo di gioco.
Ciò influisce anche sull’allenamento: i giocatori si sono allenati al buio in 31 gare quest’anno, rispetto alle 26 di un anno fa. Non si tratta più del tour “Follow the Sun” di un tempo.
Quindi, questo non significa che i giocatori devono giocare più velocemente?
Si direbbe di sì. Invece, tenendo conto dei nuovi dati, sono stati presentati piani futuri per concedere più tempo a un giocatore per eseguire un colpo e per ridefinire quando un gruppo è effettivamente fuori posizione.
Inoltre, le multe per i tempi dilatati o per le tempistiche di gioco elevate saranno ridotte.
Quindi se i field saranno più ristretti non significa che sempre meno giocatori potranno partecipare agli eventi?
Sì. Il che porta al prossimo cambiamento più significativo che viene proposto.
Il PAC chiede di ridurre in modo significativo il numero di giocatori esentati ogni anno dal tour, proponendo inoltre di limitare le categorie di esenzione e le altre possibilità di qualificazione.
Innanzitutto, il piano prevede una riduzione del numero di giocatori completamente esenti che ogni anno mantengono la loro carta fuori dalla lista dei punti della FedEx Cup dal 125 – numero stabilito nel 1983 con la creazione del “tour tutto esente” – a 100.
Il Korn Ferry Tour vedrebbe ridursi il numero di giocatori esenti.
Il Korn Ferry Tour subirebbe una riduzione di 10 carte, passando da 30 a 20.
Inoltre, il tour limiterà la graduatoria della Q-School ai primi cinque classificati (prima erano i primi cinque e i parimerito) ed eliminerà le qualificazioni del lunedì o ne ridurrà il numero da quattro a due in altri eventi della stagione regolare della FedEx Cup, a seconda delle dimensioni del field di gara.
Tutto questo fa parte della ridefinizione, in un certo senso, del significato di avere una carta.
In un certo senso, il tour sta rafforzando la sua posizione di meritocrazia – tracciando una chiara distinzione dalla rivale LIV Golf League – sfidando i suoi membri a giocare meglio per mantenere il loro status di tour.
Tutte le categorie di esenzione del tour hanno subito una riduzione?
In realtà, no. Il PGA Tour continuerà a offrire 10 carte ai primi 10 giocatori della Race to Dubai del DP World Tour che non hanno già lo status di PGA Tour.
Le ottime prestazioni di Robert MacIntyre, due volte vincitore del PGA Tour nel 2024 dopo aver ottenuto la sua carta grazie a questa categoria un anno fa, e di altri giocatori del DP World Tour sembravano giustificare la decisione di creare la categoria in primo luogo l’anno scorso.
Questo successo, tuttavia, non avrebbe dovuto sorprendere, dal momento che questi giocatori sono generalmente più esperti di altri “rookie” o giovani giocatori che entrano nel tour.
Quale gruppo di giocatori potrebbe avere più motivi per lamentarsi?
Probabilmente molti gruppi si sentono legittimati a pensare di meritare di più, ma i giocatori attuali e futuri del Korn Ferry Tour si sentiranno particolarmente schiacciati dopo aver visto la loro quota di esenzioni ridotta a 20.
La nota di martedì ha ribadito che il Korn Ferry Tour rimane il percorso principale per accedere al PGA Tour.
Stranamente, però, nella nuova classifica di priorità proposta, i giocatori del Korn Ferry Tour sono elencati dopo i primi 10 del DP World Tour. Il PAC del Korn Ferry Tour dovrebbe riunirsi nelle prossime settimane per rivedere i field di gioco e il sistema di eleggibilità.
Nuova proposta per i giocatori americani di Ryder Cup?
Notizia degli ultimi giorni sarebbe quella di pagare la bellezza di 400.000 dollari a ciascun membro del team americano di Ryder Cup.
Se così fosse sarebbe una grande novità, anche se inevitabilmente andrebbe a compromettere notevolmente lo spirito, la bellezza e il fascino che una competizione come la Ryder Cup mantiene e racchiude da 44 edizioni.
Rory McIlroy e Lowry vanno controcorrente
Lo stesso numero 3 del mondo da Dubai, dove è impegnato nel DP World Tour Championship, ultimo torneo della stagione 2024 del massimo circuito europeo, ha ribattuto a queste indiscrezioni commentando “Sono assolutamente in disaccordo con questa proposta, per quanto mi riguarda ci sono due eventi dove è giusto che mantengano il loro status senza compensi per la partecipazione di noi giocatori: i Giochi Olimpici e appunto la Ryder Cup.
Per quanto mi riguarda sarei anche disposto a pagare per disputare la sfida biennale tra Europa e Stati Uniti. Spero davvero che nulla cambi in tal senso”.
Gli fa eco Shane Lowry, che commenta così: “Onestamente non mi interessa neanche sapere le motivazioni che stanno alla base di questa scelta. Giocare la Ryder Cup deve e dovrà sempre essere un privilegio per noi giocatori. E io lavorerò duramente ogni giorno per esserci”.
(Fonte Golf Digest)