L’ultima, triste immagine del PGA Tour è quella che vi proponiamo in apertura. Era venerdì 13 marzo (e questo numero negli Stati Uniti porta sfortuna) quando è stato cancellato, dopo la prima giornata, il cosiddetto quinto major, The Players. Tribune vuote, riflettori spenti sui green: il golf mondiale aveva alzato bandiera bianca.
Il resto è storia nota. Buona parte dei tornei falcidiati, compreso l’Open Championship e almeno mezza stagione bruciata. Adesso però si cerca di guardare aventi per ripartire. Il nuovo calendario del PGA Tour dovrebbe ripartire (il condizionale è d’oggligo) dall’11 al 14 giugno con il Charles Schwab Challenge, in programma al Colonial CC di Fort Worth, in Texas. Sul piatto, per ricominciare, ci saranno sette milioni e mezzo di dollari, un montepremi maggiore di quello delle sei gare Rolex Series dell’European Tour.
Ma come si ripartirà? Sicuramente a porte chiuse, finché sarà necessario. Gli Stati Uniti sono la nazione che sta soffrendo di più la pandemia, con un bilancio a oggi di oltre un milione e 100mila contagiati e quasi 64mila decessi. Saranno perciò necessarie regole molto rigide perché, se ci fossero segnali di positività fra i giocatori, ci sarebbe il rischio di bloccare tutto.
Golf Digest ha svolto un’indagine per sondare gli animi dei professionisti impegnati sul PGA Tour. Conservando l’anonimato, 35 giocatori hanno espresso il loro parere riguardo le misure da adottare. La stragrande maggioranza ha espresso la grande voglia di tornare in campo, anche se con precise garanzie. Queste erano le cinque possibilità fra cui scegliere:
A. Sono pronto a giocare. Non credo ci sia bisogno di niente, come prima del virus.
B. Sono pronto a giocare qualunque misura di controllo il PGA Tour decida di adottare.
C. Giocherò solo se ci sarà un completo piano di test sul luogo del torneo.
D. Non giocherò finché non sarà trovato un vaccino o una cura efficace contro il virus.
Diciotto dei 35 giocatori (51,4 per cento) hanno scelto l’ipotesi C. La maggioranza, quindi vuole test prima di iniziare la gara, a cui sottoporre chiunque sia presente in campo, dai giocatori ai caddie, ai membri della PGA.
Poco più del 37 per cento è stato il favore raccolto dalla frase B (13 su 35). Due hanno invece optato per la A e solo uno per la D. Un vero plebiscito a favore del ritorno in campo, ma non senza garanzie.
Jay Mohanan, numero uno del PGA Tour, ha già detto chiaramente che test a tappeto saranno indispensabili per ricominciare la stagione. Interpretando perfettamente il parere dei protagonisti in campo, come risulta dall’indagine di Golf Digest.