Bill Haas è risultato positivo ai tamponi di controllo al Covid-19 ed è stato costretto al ritiro dal RMS Classic, in programma a Saint Simons Island in Georgia. Niente di grave, il 38enne di Charlotte fortunatamente è asintomatico e ora sarà costretto a osservare un periodo di isolamento di almeno 10 giorni.
Sportivamente invece è una tegola poiché la sua partecipazione al torneo era frutto di un’esenzione che invece non potrà sfruttare.
Le regole funzionano
Nel Paese più colpito al mondo dalla pandemia una nuova positività tra i giocatori del Tour non fa notizia e invece, a nostro avviso, dovrebbe. Sì, in chiave positiva e non solo in America. Da quando si è ripreso a giocare negli States quello di Bill Haas è solamente il sedicesimo caso di giocatore positivo. Stiamo parlando di un periodo lungo, da giugno ad oggi, e di molte persone che girano il mondo. Il sistema di prevenzione messo in atto dal PGA Tour funziona alla perfezione. Ma non è tutto. Questo dato, riscontrabile anche in Europa, sottolinea come il golf sia uno sport sicuro. Certo, si pratica all’aria aperta e non prevede contatti, ma non è tutto.
I golfisti si confermano come persone attente al rispetto delle regole, fatto che spesso si riscontra nella quotidianità e non solo sui green. I professionisti del PGA Tour infatti, oltre a vivere in una bolla quando prendono parte ai tornei, probabilmente prestano particolare attenzione anche fuori dal campo. Merito del fatto che la loro carriera e guadagni si determinano weekend dopo weekend e non per la garanzia di contratti faraonici con società sportive? Forse. Merito di una mentalità differente nella quale non puoi “simulare” un buon colpo ma devi effettivamente eseguirlo? Anche.
Di fatto questa “mentalità golfistica”, che noi sposiamo e della quale andiamo orgogliosi, si sta riscontrando anche tra i dilettanti. La riprova: il golf si pratica ovunque nonostante i lockdown e non si riportano casi di focolai nati sui green. Auguri a Bolla Haas.