Terzo giro del PGA Championship e sempre la stessa musica. Anche se le grandi difficoltà del Bethpage Black frenano la sua straordinaria rincorsa verso la vittoria, Koepka resta un miraggio per tutti i protagonisti del secondo major 2019. Big Brooks non va infatti al di là di un giro in par (70 colpi), ma il suo distacco abissale sugli immediati inseguitori resta inalterato. E così, sul primo tee delle 18 buche conclusive, si presenta con ben sette colpi di vantaggio (-12, 178, 63 65 70).
Il fuoriclasse americano ha incontrato qualche difficoltà nella giornata di sabato, in cui i tre birdie sono stati pareggiati da altrettanti bogey (erano stati solo due nelle prime 36 buche). Ma la determinazione dimostrata alla 13, dove ha portato a casa l’ultimo birdie del terzo giro difendendolo con le unghie e con i denti, la dice lunga sulla sua voglia di bissare il successo dello scorso anno nel PGA Championship. Fuori campo con il primo colpo, in rough con il secondo, ha lo stesso conquistato il green con il terzo. E infine ha imbucato da oltre cinque metri. Chapeu!
E dietro a Brooks Koepka…
Arrivare all’atto finale con sette colpi di vantaggio (secondi con -5 Dustin Johnson, gli altri due statunitensi Luke List, Harold Varner III e il sorprendente tailandese Jazz Janewattananond) rappresenta un record per il PGA Championship. Ma, cercando fra storia e statistica, si scopre che nel 1978 quel vantaggio non fu sufficiente a un certo Tom Watson per evitare l’incredibile rimonta di John Mahaffey, che sconfisse lui e Jeff Pate alla seconda buca di playoff.
Alle spalle di Koepka, gli avversari hanno provato a turno ad avvicinarsi, ma senza successo. La giornata di gioco è stata meno facile delle precedenti (miglior score il 67 di Varner III e Janewattananond) e hanno segnato il passo in molti. Jordan Spieth, che ha girato insieme a Koepka, ha perso sei posizioni come Adam Scott. Per entrambi, ottava piazza a -3. A -4 e sesti, troviamo invece Wallace (par) e Matsuyama (-2 di giornata). E il 68 è stato appannaggio anche di Schauffele e Cantlay, che di posizioni sono riusciti a recuperarne 11, affiancando così Spieth e Scott. Con un disastroso 78 sono invece crollati Kraft e Berger, che dal quarto sono piombati al 44° posto.
E veniamo al nostro Francesco Molinari, incappato in una giornata no dopo che il secondo giro ci aveva fatto sperare in un bel recupero nel weekend. Chicco (+3, 72 68 73) ha dovuto segnare cinque bogey nella prima metà di gara, due all’inizio e tre alla fine delle prime nove buche. Unica consolazione, il birdie alla 3. Sulle seconde le cose sono andate un po’ meglio, ma è riuscito a recuperare un solo colpo (birdie alla 10 e alla 18, bogey alla 17). Morale: 13 posizioni perse e 39° posto per lui dopo 54 buche.