Se Tiger Woods era l’uomo più atteso, lui certo non era rimasto nell’ombra nei giorni della vigilia di questo 101° PGA Championship, il secondo major della stagione iniziato giovedì 16 maggio al Bethpage Black di Farmingdale, New York.
Spavaldo, quasi irriverente nelle dichiarazioni pre gara (ha affermato di poter arrivare tranquillamente a dieci major in carriera), Brooks Koepka non ha tradito, anzi, ha letteralmente sbalordito.
Da campione in carica del PGA Championship, il suo terzo torneo del Grande Slam vinto lo scorso agosto a Bellerive, ha confermato non solo a parole ma sul campo di essere ancora lui l’uomo da battere in questa edizione: con il 63 di apertura sul tostissimo Black Course (record del campo e score senza bogey) il 29enne bombardiere di West Palm Beach ha lasciato ancora una volta tutti a bocca aperta.
Basta una statistica per comprendere l’efficacia di Koepka nei major: dal PGA Championship del 2016 a Baltusrol al primo giro di giovedì a Bethpage Black, ‘Big Brooks’ vanta nei soli tornei major il punteggio totale più basso di qualsiasi altro giocatore al mondo, ben 62 sotto il par.
Il secondo in questa speciale classifica, tanto per intenderci, è Rickie Fowler con -41… Senza contare che Koepka ha saltato per infortunio il Masters 2018, quindi stiamo parlando di una media di punteggio a major di -6,87.
Player of the Year 2018 del PGA Tour, Koepka negli ultimi otto tornei dello Slam ne ha vinti tre (U.S. Open 2017 e 2018, PGA Championship 2018), è giunto secondo al Masters di quest’anno, quarto al PGA 2016 e stesto all’Open Championship 2017 a Royal Birkdale.
Complessivamente in carriera ha disputato 21 major, passando il taglio in 19 occasioni e non ne manca uno dal PGA Championship del 2013.
Ha asfaltato uno dei cinque campi statisticamente più difficili del PGA Tour, il Black Course di Bethpage, con un gioco potentissimo ma straordinariamente preciso e un putt magistrale (25 colpi in 18 buche), mettendo subito pressione sul field fin dalla prima giornata.
“Senza dubbio posso dire che questo è stato uno dei miei miglior giri in carriera – ha dichiarato al termine – il Black Course è un campo durissimo, è lungo e non ti lascia respirare, devi essere sempre perfetto sennò ti punisce duramente. Io amo questo tipo di sfide, quando non devi mai abbassare la guardia, mi sento più stimolato e il mio gioco rende al massimo”.
Anche sua maestà Tiger Woods, autore di un buon giro ma penalizzato da due pesantissimi doppi bogey e da qualche errore di troppo nei colpi al green (51° con 72 come Francesco Molinari, anche lui alle prese con qualche imprecisione dal tee), ha dovuto ammettere la palese superiorità di Koepka: “Per come ha giocato oggi Brooks probabilmente 63 è il punteggio più alto che potesse fare. Ha mancato un paio di corte occasioni per altri birdie e ha segnato par nei due par 5 del campo”.
La strada è ancora lunga, soprattutto su questo campo che non ha mancato di fare vittime illustri mortificando l’umore di molti top player; 54 buche qui sono un’infinità che possono portare a qualsiasi scenario, per il bene del torneo e dello spettacolo.
Certo è che Koepka ha messo subito in chiaro che quando il gioco si fa duro lui è lì, in prima fila, sempre. E visto quello che è stato in grado di fare negli ultimi major c’è da giurare che difficilmente mollerà la presa.
Nessuno, nemmeno il Tiger degli anni d’oro, è mai riuscito a fare “back to back” confermandosi campione in due dei quattro major del golf moderno.
Koepka a Bethpage Black è partito frantumando record su record; l’appuntamento con la storia sembra davvero dietro l’angolo.