L’estate, si sa, è un momento di relax, vacanze e, molto spesso, ci concediamo il lusso di staccarci dalla tecnologia e riprendere le vecchie abitudini di una volta, quando usavamo l’indice per cambiare la pagina di un libro anziché farlo scorrere su e giù su Instagram o Facebook alla ricerca di una foto, commento o, più semplicemente, non perdersi le ultime novità accadute ad amici o followers.
Spinto dalla curiosità, o forse dalla voglia di continuare a scoprire come sono fatto e come posso migliorare, ho dedicato la mia ricerca a qualcosa che raccontasse meglio l’esperienza della PNL (programmazione neuro linguistica), tecnica già adottata da anni in molte attività sportive e sposata da Club prestigiosi quali, per esempio, il Milan.
Non voglio e non posso entrare in merito, visto che non ho né le competenze né un bagaglio culturale che mi permetta di parlarne.
Avevo avuto nei primi anni del duemila un incontro con uno psicologo, che mi parlò di questo nuovo modo di affrontare le situazioni all’interno di una competizione sportiva.
La cosa poi era finita lì visto che avevo deciso di sconvolgere la mia vita partecipando a un reality e abbandonando la carriera da giocatore di torneo.
Proprio grazie alla comodità di Amazon, mi sono fatto recapitare a casa due libri: “PNL e Carisma”, e “La spina nel cranio”.
Il primo è un manuale molto interessante su come applicare certe teorie, facendo un’analisi molto sincera di come siamo fatti e di come vediamo determinate cose.
Il secondo invece racconta di alcuni personaggi e dell’incontro con uno strano “clochard” che gli cambierà per sempre la vita.
Cosa c’entra il golf? Molto direi.
Vi siete mai chiesti quanto realmente siate disposti a cambiare, e non sto parlando solo di swing, ma anche del modo di vedere, affrontare e ragionare durante i vostri allenamenti e giri di 18 buche?
Il concetto di cambiamento non deve necessariamente passare dalla sofferenza di veder la propria pallina girare troppo a sinistra, o dalla sensazione di trovarsi dentro a un tunnel dal quale non si vede alcuna luce.
Cosa vogliamo e quanto lo desideriamo, diventano gli elementi cardine di uno stravolgimento positivo.
Se non si ha bene in mente quale sia l’obiettivo primario, sarà impossibile raggiungerlo perché la testa, non avendo chiaro lo scopo, non potrà mai trovare le chiavi per aprire tutte le porte che si trovano tra noi e il risultato finale.
Siete veramente convinti che uscire dalla zona “comfort” che potrebbe tranquillamente essere rappresentata dalla solito team con cui condividete le gare del weekend sia un male?
Pensate che la testa, e quindi anche il corpo, lavorano meglio quando sono sotto stress e durante i momenti di concentrazione, situazioni che difficilmente potrete trovare se non cambiate mai le vostre abitudini.
Creare dei pensieri con il famoso “NON”, vi darà un risultato opposto a quello desiderato.
Il cervello ha grosse difficoltà a riconoscere una negazione, motivo per cui ogni volta che sul tee della buca 1 penserete a “non andare” a destra perché c’è un lago, nella vostra testa si accenderà una luce che vi farà vedere solo il grande ostacolo d’acqua… e non aggiungo altro 🙂
Volete veramente arrivare in prima categoria o battere il vostro avversario in un match play?
La prima cosa da fare, dopo essersi messi nelle mani di un buon maestro, è quella di guardarsi allo specchio e capire quanta determinazione e sforzo siate pronti a mettere in campo per raggiungere il vostro scopo.
È un lavoro da fare quotidianamente per scardinare vecchi preconcetti che avete e sostituirli con parole e atteggiamenti che vi porteranno al successo.
Ovvio che non basta ripetersi che siete belli e forti ma dovete, passo dopo passo, caricarvi e cambiare quello che realmente pensate di voi.
La regola fondamentale è che per vincere, dovete imparare a perdere.
Consiglio a tutti di leggere il libro “La spina nel cranio” di Paolo Gambi e vedrete che già da subito nascerà in voi la voglia di migliorarsi ed evolversi.