Settimana non facile quella di Patrick Reed, recente vincitore della President Cup insieme alla squadra a Stelle e Strisce.
Mentre i suoi compagni esultavano dopo la vittoria in rimonta contro la compagine Internazionale, l’americano stava defilato, accusando le tante, forse troppe frasi e insulti spiacevoli da parte degli spettatori.
Ma andiamo con ordine.
Reed si presentò a Melbourne, in occasione dell’inizio della President Cup, con un’aura nera sopra la testa. La settimana prima all’Hero World Challenge fu penalizzato con due colpi di penalità, sanzione che gli è costata la vittoria finale. Finito infatti in un’area sabbiosa l’americano, nel provare lo swing, ha toccato e spostato la sabbia qualche centimetro dietro la pallina, migliorandone il lie.
Questo fatto, visto dal mondo intero, è stato semplicemente commentato da Reed con un “questione di angolatura” della telecamera. Niente scuse da parte del giocatore ma tanta arroganza che non fa che aumentare quel diffuso senso di antipatia nei suoi confronti.
Arrivato in Australia i fan hanno rincarato la dose portandolo quasi all’esasperazione.
Si sa, ad appuntamenti come la Ryder e la President Cup tutto è concesso, ma quello che successe a Melbourne ha dell’incredibile.
Il suo caddie, nonché cognato, Kessler Karain è stato messo al bando per i match single della domenica dopo aver spintonato un fan il giorno precedente perché, a detta di Karain, aveva urlato troppo dopo un colpo del campione americano.
L’allontanamento di un caddie dal suo giocatore è infatti un episodio mai successo prima in 25 anni di storia della President Cup.
Insulti, urla e “gufate” per tutti i giorni di competizione con l’apice la domenica, giornata nella quale la pazienza del campione Masters 2018 fu messa a dura prova.
L’esempio più lampante quello che successe alla buca 14, par 3. Sul tee di partenza un fan della squadra Internazionale non perdeva occasione di inveire contro Reed schernendolo su dove fosse finito il suo caddie e sulla “ladrata” commessa la settimana precedente.
Ma il giocatore, impassibile, riuscì in un colpo spettacolare mandando la pallina in asta. L’antipatia verso Reed è continuata a crescere quando il giocatore ha zittito più volte la folla.
“Great shot, Pat. But I still hate you”
commento che non ha bisogno di traduzioni
Tantissimi i giudizi negativi di giocatori, caddie e addetti del settore nei confronti di Patrick Reed. Alla luce di questi fatti pare che l’americano tanto odiato sia entrato a tutti gli effetti nella blacklist dei capitani.
Esperienza da dimenticare in Australia. Per sette anni Melbourne è stata definita la città più vivibile del mondo dal The Economist. Ma dopo sette giorni alla Presidenti Cup, Patrick Reed probabilmente non vedeva l’ora di andarsene…