Anche il numero due della classifica mondiale, Jon Rahm, ha detto no alla Premier Golf League. Il netto rifiuto dello spagnolo a far parte di un circuito alternativo al PGA Tour segue quello dei numeri 1 e 3, rispettivamente Rory McIlroy e Brooks Koepka. E questi no, crediamo, mettono davvero la parola fine al progetto, che prevedeva gare con 48 giocatori, 18 tornei e per ciascuno un montepremi da dieci milioni di dollari.

 

“Ho intenzione di dedicarmi solo al PGA Tour – ha dichiarato Rahm – Tirando le somme, io sono un giocatore, un membro del PGA Tour e continuerò a esserlo. Sono giovane (25 anni, ndr) e il PGA Tour sta lavorando molto bene. Ho davanti ancora molti anni di golf e sono certo che questo circuito continuerà nel migliore dei modi. Allo stesso tempo sono grato a tutti per i grandi risultati ottenut nell’organizzazione delle garei.”

McIlroy e Koepka: “Premier Golf League? No grazie”

“Non mi piaceva davvero da dove venivano fuori quei soldi – aveva detto Rory McIlroy – e volevo essere il primo a dirlo. L’ho fatto e ne sono contento.” E un paio di giorni dopo, di rimando, gli aveva fatto eco Brooks Koepka: “Io resto e resterò con il PGA Tour. Non potevo pensare al golf mondiale ridotto a 48 giocatori.”

Archiviato a meno di imprevedibili ribaltamenti l’affare Premier Golf League, il golf mondiale guarda avanti. Al momento le certezze sono davvero poche, come del resto in tutti gli altri sport. La pandemia causata dal COVID-19 ha raso al suolo tutti i calendari di gara e alla fine ha costretto anche il CIO a rinviare le Olimpiadi al 2021.

Dopo lo spostamento a data da destinarsi di Masters e PGA Championship, adesso il mirino sembra puntato sullo U.S. Open. Il major di giugno è ancora in calendario, ma al momento è chiuso il campo che lo dovrebbe ospitare, il Winged Foot di Mamaronek (New York). Considerando che, per allestire un evento del genere, è necessaria almeno una quarantina di giorni di lavoro, il tempo a disposizione sembra essere ridotto al lumicino.

Masters d’autunno?

Rinviate le gare olimpiche e davanti a un bel punto di domanda anche la Ryder Cup, potrebbe forse essere un Masters autunnale a rilanciare il golf mondiale. La sua collocazione ad Augusta, in Georgia, gli può regalare un clima favorevole anche dopo settembre.

A questo proposito, Rory McIlroy si è detto molto favorevole all’idea. “Pensare a ottobre ci lascia spazio di manovra rispetto a quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane. Trovo che un Masters autunnale sarebbe ‘pretty cool’ (niente male). Il campo sarà in condizioni sicuramente diverse da aprile. E dal punto di vista ‘estetico’ mancheranno molte delle famose aiuole di Augusta. Ma da quello golfistico, penso potrebbe essere un’ottima soluzione per riprendere la strada dei grandi eventi. Sono sicuro che gli organizzatori, se le condizioni lo consentiranno, potrebbero riuscire nello spostamento. Se solo chi decide avrà voglia di far sì che succeda.”

Con il blocco delle gare e il congelamento della classifica mondiale, Rory McIlroy è destinato a restare il numero uno del golf mondiale ancora a lungo.