Phil Mickelson ha annunciato che farà il suo esordio nel PGA Champions Tour. Lefty ha completato il secondo giro alla prima gara delle finali FedEx, il Northern Trust, con un discreto 68. Ma aveva chiuso il giorno prima in 74, prestazione che gli ha garantito solo un pari con il par, mentre il taglio sul TPC Boston è avvenuto a -3.
Il taglio mancato automaticamente ha escluso Mickelson dai primi 70 della classifica generale, che si ritroveranno da giovedì in gara all’Olympia Fields, in Illinois. In programma il BMW Championship, anticamera del Tour Championship riservato solo ai migliori 30. È la prima volta che Mickelson fallisce l’accesso al secondo turno delle finali FedEx.
Invece di optare per un periodo di riposo in vista dello U.S. Open, sua bestia nera (sei i secondi posti), Phil ha preso una storica decisione. Compiuti i 50 anni lo scorso 15 giugno, è arrivata l’età per poter giocare nel circuito seniores, il PGA Champions Tour, appunto. Per lui, esordio nelle Charles Schwab Series all’Ozarks National di Ridgedale, Missouri. La gara è in programma da domani a mercoledì (24/26 agosto).
Michelson ha concluso la sua stagione 2019-20 con un secondo e un terzo posto in 16 gare. Ma quello che ha pesato sono stati i sette tagli mancati. Per quanto riguarda lo U.S. Open (17/20 settembre), il fuoriclasse californiano è dato 1/150 dai bookmaker. Una quotazione molto bassa, ma che ha una ragione ben precisa. Il major ritorna a Winged Foot, percorso sul quale Mickelson perse forse nella maniera più clamorosa uno dei suoi sei Open.
A Mamaroneck (New York), Phil perse la gara pur arrivando in vantaggio alla buca finale. La giocò in maniera troppo aggressiva, rimediando un incredibile doppio bogey che lasciò via libera a Geoff Ogilvy.
Vincitore di cinque major (tre Masters, un Open e un PGA Championship) e di 44 gare sul PGA Tour, incredibilmente Michelson non è mai stato numero uno della classifica mondiale. Il suo momento migliore è infatti coinciso con il dominio assoluto di Tiger nel ranking. È però rimasto per ben 25 anni consecutivi fra i primi 50 della graduatoria assoluta, con più di 700 settimane fra i top 10.