Fin dall’inizio Volvo è stato il brand per le persone che hanno a cuore il mondo in cui viviamo e coloro che ci circondano. Rendere la vita più semplice, migliore e più sicura per tutti è diventata la sua mission.
L’impegno per l’ambiente della Casa automobilistica svedese risale addirittura agli anni ’40. Dalla prima dichiarazione ambientale del 1972 all’introduzione nel 1976 del Lambda sensor per la riduzione del 90% delle emissioni nocive, dai requisiti ambientali per i fornitori del 1996 alla decisione nel 2008 di ridurre l’impatto sull’ambiente della produzione affidandosi all’energia idroelettrica, il tema della sostenibilità è sempre stato un elemento imprescindibile nella storia di Volvo.
L’ambizione, ieri come oggi, è la stessa: dare il buon esempio, e le sue attuali vetture, come del resto tutto il mondo Volvo, sono lo specchio fedele di questa filosofia. Un passato, un presente e un futuro attento e rispettoso del nostro ambiente che si riflette in un concetto di mobilità sempre più sostenibile.
L’obiettivo è favorire e incentivare l’utilizzo di energia pulita proveniente da fonti rinnovabili per diventare entro il 2040 un’azienda a impatto neutro sul clima.
Per raccontarci l’essenza di Volvo, il suo momento storico e i progetti presenti e futuri abbiamo incontrato Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Car Italia, in una delle location che meglio racconta il brand, il Volvo Studio di Milano. Un angolo di Svezia a due passi da piazza Gae Aulenti, in uno dei più moderni e dinamici quartieri della città.
Elegante ambiente di ispirazione scandinava, si è accolti dall’aurora boreale sul soffitto e da raffinate pareti che riproducono il tipico aspetto di un bosco scandinavo. Un luogo unico nel suo genere dove è possibile vivere l’esperienza Volvo in prima persona a 360 gradi, effettuando test drive, partecipando a esclusivi eventi culturali e musicali o semplicemente rilassarsi nell’area bar leggendo un libro.
Dott. Crisci, questo è un anno importante nella continua evoluzione del brand, il primo che ha puntato sull’ecosostenibilità e il rispetto dell’ambiente. Cosa significa oggi essere Volvo?
Un significato importante. Il grande pregio di Volvo è sempre stato quello di rimanere fedele a sé stesso e a quelli che erano i valori fondamentali del brand. Valori che spesso non coincidevano con quelli della società. Quando parlavamo di sicurezza e di ecosostenibilità in tempi non sospetti potevamo apparire noiosi. All’epoca si parlava di cavalli, di grandi motorizzazioni, di linee sportive, c’era più leggerezza e la sostenibilità non era un problema. Oggi noi siamo rimasti fedeli a quei valori e la società si sta finalmente avvicinando alla nostra filosofia.
La sicurezza della guida sta diventando fondamentale, l’impatto ambientale anche. Tutto questo ha portato Volvo a essere sotto un grande faro e lo ha fatto non perché gli altri non stiano facendo quello che sta realizzando Volvo ma perché Volvo è autentica, lo ha sempre fatto. E questo è un aspetto che il pubblico ci sta riconoscendo. Per noi, quindi, è stato abbastanza facile passare dalla protezione della vita che c’è alla protezione della vita che verrà. Bisogna preservare il pianeta, essere sostenibili ma cercare di fare business con la sostenibilità, perché poi anche questo è il punto.
C’è chi dice che la sostenibilità creerà povertà ma non è così. L’economia si poggia su quello che rende e nel momento in cui la sostenibilità diventa un tema fondamentale per l’umanità renderà eccome. Volerlo fare significa essere socialmente responsabili e in questo Volvo sicuramente è sempre stata all’avanguardia. È facile essere svedesi e amare la natura, ci sei immerso, sono tutti grandi golfisti e velisti. Sport che inevitabilmente ti creano un link con la natura indissolubile e anche noi di Volvo Italia siamo così.
Ovviamente per essere sostenibili bisogna far succedere delle cose. Non si può pensare che sia sempre responsabilità di qualcun altro, bisogna agire. Qualche anno fa Volvo ha deciso di avere una strategia ben precisa che si sviluppa in tre grandi blocchi. Il primo è quello centrale, che risponde alle normative a cui siamo chiamati, produrre vetture a impatto zero, ovvero che sia nelle emissioni di CO2 che di quelle nocive sia davvero nulla. Oggi l’unica tecnologia che può dare questi risultati è l’elettrico e Volvo lo ha scelto da tempo. Produrre auto elettriche significa comunque creare acciai e impiegare materie prime che arrivano dai giacimenti, come il cobalto e il litio, e su questo Volvo si è mossa in un certo modo. Abbiamo un codice di condotta ambientale sulla base del quale noi scegliamo con chi lavorare a livello di fornitori e questi devono condividere la nostra filosofia.
Entro il 2030 faremo solo auto elettriche ed entro il 2040 saremo completamente neutri. Per questo ci leghiamo ad aziende che abbiano lo stesso piano e che lo dimostrino nei fatti, come produrre acciaio senza emettere CO2. Gli impianti di produzione poi non devono essere impattanti a livello ambientale. Vogliamo anche che tutti i nostri sistemi di distribuzione, i concessionari e i sistemi di trasporto tendano all’emissione zero. Tutto il sistema Volvo insomma deve andare nella stessa direzione. Se ognuno avesse questo comportamento oggi non saremmo poi così lontani da un mondo a impatto zero sul nostro pianeta. È chiaro che non tutti sposano questa filosofia e alcuni nemmeno la condividono. Per noi questa è invece la via maestra: nel 2019 abbiamo affermato che tutte le nostre vetture avrebbero avuto a che fare con l’elettrificazione. Siamo stati molto coerenti, mettendo in produzione prima le mild hybrid, poi le plug-in hybrid e ora solo le full electric.
Gli altri due pilastri della nostra filosofia costruttiva sono ovviamente la massima sicurezza, quindi grandi sistemi applicati alla tecnologia della guida autonoma, e i software, ovvero la capacità di far diventare una vettura funzionale come uno smartphone.
Il 2023 è anche l’anno del lancio di una vettura su cui credete molto, EX30.
Dopo la EX90, che è stata annunciata ma non ancora commercializzata, sarà la EX30 la prima in vendita di questa nuova gamma full electric di Volvo. È un SUV piccolo, con pianali nati per l’elettrificazione che permettono più libertà all’interno dell’abitacolo, dal design molto bello, con linee filanti e affascinanti. La cosa che ci fa molto piacere è che per il lancio mondiale di mercoledì 7 giugno è stata scelta Milano e il Volvo Studio.
È una vettura straordinaria, su cui contiamo di riuscire a far svoltare anche l’Italia verso il mondo elettrico. Più marchi entrano sul mercato in maniera decisa con vetture che la gente si può permettere, che hanno una grande percorrenza, che costano il giusto e con le quali si vive bene e ci si sente puliti, più la mobilità elettrica si svilupperà velocemente anche nel nostro Paese, consentendoci di svoltare.
Parliamo di Italia e di elettrico, a che punto siamo?
Purtroppo siamo i peggiori dei grandi mercati europei. Abbiamo il 3.5% di penetrazione dell’elettrico in questo momento nel nostro Paese. Il motivo è che siamo fondamentalmente un paese tradizionalista e comodo. Utilizzare app per individuare le ricariche per qualcuno è ancora complicato, si fa allora prima a dire che non ci sono stazioni. In realtà oggi le colonnine di ricarica ci sono eccome. È vero che in autostrada non sono ancora così diffuse ma su questo abbiamo un dialogo costante con il Governo e stiamo lavorando quotidianamente.
Si pensa poi erroneamente che non ci sia sufficiente percorrenza, mentre ormai l’autonomia non è più un problema. In più non è vero che le vetture elettriche costano troppo, la EX30 ne sarà un esempio assoluto. Le elettriche hanno un costo leggermente superiore alle endotermiche ma bisogna anche dire che sono due tecnologie completamente diverse. È sbagliato confrontarle: le endotermiche tra 4/5 anni saranno obsolete, le elettriche sono le vetture del futuro.
La chiave sarà di sensibilizzare il pubblico a queste motorizzazioni, farle provare perché sono divertentissime per chi ama la guida anche veloce. Poi la silenziosità del viaggio: quando si guida un’elettrica si ha una sensazione di pace straordinaria.
Con EX30 lanceremo anche un nuovo modo per poter guidare una vettura Volvo. Non solo l’acquisto ma abbonamenti, noleggi, finanziamenti, pacchetti di elettricità da acquistare insieme all’auto. Non ultimo, stiamo per terminare la nostra rete di ricarica Fast Charge e inserito colonnine nelle concessionarie Volvo prossime alle uscite di tutte le principali autostrade italiane, stazioni da 170kw che possono ricaricare in 15 minuti batterie di 80/90 kw. Insomma, oggi c’è tutto per poter viaggiare sereni con l’elettrico.
L’Italia è un mercato importante per Volvo. Quali sviluppi vede nel breve?
Quello che dovremo fare nei prossimi 2/3 anni è cercare di mantenere i numeri che oggi facciamo con l’endotermico e l’ibrido vendendo solo elettrico. Il che non è un’equazione facilissima perché è chiaro che dobbiamo stravolgere completamente il nostro portafogli e da un lato portare con noi tanti dei nostri clienti che vorranno seguirci. Io credo che chi ha scelto Volvo lo abbia fatto in maniera razionale, perché pensa che Volvo abbia questo destino, quindi, sarà molto facile che questi clienti ci seguano.
Certamente non sarà semplice vendere 20/25mila auto all’anno passando dall’endotermico all’elettrico, specialmente in un paese con il nostro. L’Italia è uno dei major market per Volvo, sia in termini di volumi sia di qualità, di soddisfazione e grande affezione dei clienti. Il nostro brand è molto riconosciuto e apprezzato, sappiamo di essere nei cuori del consiglio di amministrazione di Göteborg e sono sicuro che anche in futuro l’Italia resterà un mercato importante per il marchio Volvo.
Voi siete presenti nel golf italiano ormai da diversi anni. Perché il golfista ama Volvo?
Da sempre Volvo è stato un brand con una premiumness “low profile”, non ostentata. Chi compra Volvo lo fa perché è già arrivato, non deve dimostrare nulla. C’è poi un aspetto tecnico: le Volvo da sempre sono state caratterizzate da grandi station wagon, quindi perfette per trasportare le sacche da golf. Infine il concetto di Volvo è molto legato alla natura. Chi gioca a golf ama ovviamente la natura. Faccio fatica a trovare un altro brand ugualmente o più famoso di Volvo che raccolga questi tre aspetti. È stato quindi un amore inevitabile il nostro con il mondo del golf.
Come vede il futuro di Volvo e dell’automobile tra vent’anni?
Ho un sogno: che la mobilità del futuro sia scegliere un brand e che questo ricopra tutti i miei bisogni, quelli della mia famiglia o dell’azienda, ovunque mi trovi nel mondo. Atterrare ad esempio a New York, essere geolocalizzato e avere vicino tutti i punti da cui io possa fare richiesta di una vettura che mi venga portata all’aeroporto senza pagare nulla. Il costo? Quello di un abbonamento con un fee mensile per essere cliente Volvo e avere la mia macchina pronta e già carica ovunque io sia. In sintesi, una mobilità totalmente condivisa.