McIlroy: “Non gioco in Arabia Saudita, è una questione di moralità”
C’è un evento, in programma nella prima parte di stagione dell’European Tour, che ancora prima di essere disputato sta facendo discutere, e molto. Si tratta del Saudi International, torneo che si giocherà dal 30 gennaio al 2 febbraio al Royal Green Golf Club di King Abdullah Economic City, in Arabia Saudita.
La sirena dei petrodollari
Il numero 1 del mondo, Brooks Koepka, Phil Mickelson e il vincitore del torneo lo scorso anno, Dustin Johnson, hanno già confermato la loro presenza, e salteranno di conseguenza il contemporaneo Waste Management Phoenix Open a Scottsdale, una delle gare più prestigiose della prima parte del PGA Tour.
Mickelson addirittura perderà il torneo in Arizona, dove è cresciuto golfisticamente, per la prima volta dal 1990. Il motivo? I sauditi hanno messo sul piatto un ingaggio che pare si aggiri intorno ai 2,5 milioni di dollari a testa per i top player…
La scelta di McIlroy
Ma mentre molti big non ci hanno riflettuto su molto, il numero 2 del World Ranking, Rory McIlroy, pare pensarla in modo diametralmente opposto. Ha deciso di non esserci, optando per continuare a giocare sul circuito americano con una motivazione profonda e decisamente controcorrente rispetto ai suoi colleghi.
“È una questione di moralità – ha detto ai microfoni di Golf Channel -. Molti sono i paesi in cui giochiamo in cui ci sarebbe più di una ragione per non essere presenti ma in questa occasione ho deciso di tirarmi fuori”.
La questione dei diritti umani
L’Arabia Saudita ha recentemente ospitato numerosi eventi sportivi di livello internazionale e in molti hanno commentato tale decisione come una semplice manovra mediatica per distogliere l’attenzione sulle delicate questioni relative ai diritti umani, ben poco rispettati da quelle parti.
Il caso Kashoggi
L’eco dell’omicidio del giornalista Jamal Kashoggi, che secondo quanto riportato da fonti indipendenti è stato ucciso da funzionari che lavorano per conto del governo dell’Arabia Saudita, non ha certo aiutato a placare le acque.
“Sempre più paesi del Golfo cercano di rafforzare la loro reputazione internazionale ospitando importanti eventi sportivi”, ha dichiarato Adam Coogle, ricercatore del Medio Oriente per Human Rights Watch -. Va però ricordato che questi stessi paesi non fanno nulla per mettere freno alla sistematica violazione dei diritti umani contro i dissidenti e gli attivisti politici, i lavoratori migranti stranieri e le donne“.
Meglio la costa ovest
McIlroy ne ha fatto quindi una questione di principio più che di denaro, anche se nelle sue successive dichiarazioni ha voluto smorzare i toni: “Penso che l’atmosfera sia migliore nei tornei sulla costa occidentale degli Stati Uniti, preferisco decisamente giocare di fronte a grandi fan del golf e in un torneo che mi entusiasma davvero” – ha aggiunto.