Una brutta botta da digerire quella che ha dovuto incassare Rory McIlroy a Pinehurst, dove si è visto sfuggire di mano proprio sul traguardo l’ennesimo major della sua carriera, il 124° U.S. Open.

Dieci anni di digiuno da titoli del Grande Slam per chi come lui è considerato uno dei giocatori di maggior talento degli ultimi vent’anni è un peso che sta diventando sempre più opprimente e difficile da gestire.

Questa ennesima delusione è però la peggiore tra le sconfitte possibili. Tre bogey nelle ultime quattro buche, con due clamorosi errori da poco più di un metro, gli hanno tolto il quinto major nel modo più drammatico.

Quello di Pinehurst è stato l’undicesimo piazzamento tra i Top 5 in un major da quando ha vinto il suo ultimo Slam, il PGA Championship nel 2014, e il secondo posto consecutivo allo U.S. Open dopo l’edizione dello scorso anno al Los Angeles Country Club, dove fu superato sempre di un colpo da Wyndham Clark.

McIlroy avrebbe dovuto partecipare questa settimana al Travelers Championship, uno dei tornei di punta della stagione del PGA TOUR, ma ha dato forfeit dopo quanto accaduto a Pinehurst.

Non lo rivedremo in campo quindi sino allo Scottish Open, in programma al Renaissance Club dall’11 al 14 luglio prossimo, dove arriverà come defending champion. La settimana successiva proverà l’ennesimo assalto a un major nell’Open Championship a Troon, torneo che vinse sempre nel 2014 al Royal Liverpool.

La dichiarazione sui social media

In una dichiarazione rilasciata lunedì su social media il nordirlandese ha detto:

“Domenica è stata una giornata dura per me, probabilmente la più difficile nei miei quasi 17 anni da professionista.

Innanzitutto vorrei congratularmi con Bryson. È un degno campione dello U.S. Open ed è esattamente ciò di cui il golf professionistico ha bisogno in questo momento. Penso che su questo possiamo essere tutti d’accordo.

Mentre rifletto sulla mia settimana, non posso non rimpiangere alcuni episodi nel corso del torneo, soprattutto i due putt mancati alla ​​16 e alla 18 nell’ultima giornata.

Ma, come cerco sempre di fare, guarderò gli aspetti positivi di questo U.S. Open che superano di gran lunga quelli negativi.

Come ho detto all’inizio del torneo a Pinehurst, mi sento più vicino a vincere un altro major di quanto non lo sia mai stato negli ultimi dieci annni.

L’unica parola con cui descriverei la mia carriera è resilienza. Ho dimostrato resilienza più e più volte negli ultimi 17 anni e lo farò ancora.

Mi prendo qualche settimana per riflettere e per elaborare il tutto, per poi difendere il titolo del Genesis Scottish Open e  giocare al meglio delle mie possibilità l’Open Championship al Royal Troon. Ci vediamo in Scozia”.