Gli ultimi casi positivi da Covid-19 sul PGA Tour non stanno certo facendo dormire sogni tranquilli ai giocatori impegnati sul circuito statunitense.
Ripartito lo scorso 11 giugno con il Charles Schwab Challenge a Fort Worth, in Texas, in tre settimane l’organizzazione ha effettuato oltre 7.500 tamponi per garantire la massima sicurezza possibile ai protagonisti, ai loro caddie, ai familiari e agli addetti ai lavori.
Ma seppur il PGA Tour abbia attivato protocolli rigidi, sono stati riscontrati sette positivi, gli ultimi tre alla vigilia del Travelers Championship, in corso di svolgimento questo fine settimana a Cromwell, in Connecticut.
La domanda ricorrente è una: dopo la positività di Cameron Champ e di due caddie questa settimana al TPC River Highlands, quanti altri casi potrebbero seriamente portare il Commissioner del PGA Tour, Jay Monahan, a prendere la decisione di sospendere nuovamente il circuito e di fatto la stagione 2020?
“Penso a tutto quello che è stato fatto per arrivare dove siamo oggi – ha commentato Jay Monahan -, ripartire e disputare i primi due tornei con il terzo in corso. Una cosa è certa: con questo virus ci dobbiamo convivere, fa parte della nuova normalità, e dobbiamo tutti imparare a farlo seguendo attentamente i protocolli, sia in famiglia sia al di fuori. Abbiamo avuto tre test positivi questa settimana: abbiamo rafforzato i controlli e i test saranno sempre più specifici per alzare il livello di sicurezza ancora di più”.
Senza dichiararlo apertamente il pensiero di Monahan è quindi chiaro: aspettiamoci altri casi ma, salvo l’esplosione di un clamoroso focolaio, il PGA Tour andrà avanti, The Show Must Go On.
Ma cosa ne pensano i veri protagonisti, i giocatori?
Alcuni top player si sono schierati apertamente dalla parte di Monahan, come il numero 1 del mondo, Rory McIlroy, e Sergio Garcia.
Lo spagnolo ha difeso l’operato del commissioner dopo la comunicazione dei nuovi casi che hanno caratterizzato la vigilia del Travelers: “Chiunque abbia pensato che saremmo riusciti ad avere zero positivi sul PGA Tour evidentemente non vive la realtà di oggi ma un mondo parallelo. Il circuito muove moltissime persone ed è impossibile pensare che non si possano avere nuovi casi. Non viviamo in una palla di cristallo, e anche se tutti rispettiamo il distanziamento sociale e le misure preventive, il rischio è sempre presente. Succede in ogni ambiente sociale, ogni giorno, e quindi è possibile anche qui ma alla fine, se tutto è sotto controllo e i protocolli sono buoni non possiamo lamentarci. Quello che non vogliamo è che le persone facciano cose sbagliate, mettendo in pericolo altri. Allora sì che la questione diventerebbe davvero pericolosa. Qualche test positivo è la normalità, non mi preoccupa la cosa”.
Dello stesso avviso Rory McIlroy: “Dopo l’ufficialità di qualche positivo molti sono entrati in panico; ho saputo che Monahan ha ricevuto anche qualche telefonata in cui si chiedeva di interrompere il torneo, il che è sciocco dal mio punto di vista”, ha detto il numero 1 del mondo. “Monahan e il PGA Tour hanno fatto un ottimo lavoro, sono stati effettuati questa settimana quasi 3.000 test e la percentuale di positivi è dello 0,025%”.
E se lo dice McIlroy, che di peli sulla lingua ne ha davvero pochi ultimamente, c’è da credere davvero che sul PGA Tour la questione Covid-19 è stata affrontata molto sul serio.