Rory McIlroy ha un nuovo portafortuna, che sembra funzionare molto bene. L’ultimo giorno dell’RBC Canadian Open, dominato con un favoloso 61, sul tee della 1 si è visto offrire da un suo tifoso un loonie nuovo di zecca. Loonie è il nomigliolo affibbiato alla moneta dorata da 1 dollaro canadese, introdotta nel 1987. Su un verso riproduce l’effigie di Elisabetta II, sull’altro un uccello acquatico, tipo le nostre strolaghe, che appunto in inglese si chiama loon.
McIlroy stava bevendo da una bottiglietta d’acqua, che ha riposto infilando una mano in tasca. Con un sorriso si è rivolto al suo fan e gli ha mostrato un altro loonie, che gli era stato regalato al martedì. “Ho marcato la palla per tutta la settimana con questo dollaro. E mi sa che, se continua così, me lo porterò dietro tornando a casa. Anche le piccole cose possono servire…”
Il “lucky loonie” ha una lunga storia di successi e aneddoti nello sport canadese, ma Rory non aveva certo bisogno di fortuna. Con precisione chirurgica in tutti e quattro i giri, ha consegnato uno score finale di -22 che non ha bisogno di commenti. E comunque impreziosito da quel 61 che ha fatto intravedere per qualche buca la possibilità di uno storico 59 (record in vigore di tutti i tempi), sfumato per i due bogey alla 16 e alla 18 che hanno bilanciato l’eagle della 17.
In prospettiva U.S. Open, il trionfo canadese (sette colpi ai secondi, Lowry e Simpson) rimescola un po’ tutte le carte. Se Brooks Koepka e Dustin Johnson, entrambi in gara in Canada, erano di gran lunga i due favoriti. Rory adesso li ha appaiati nei pronostici di tecnici e bookmaker. Il taglio mancato la settimana precedente al Memorial Tournament, che faceva il paio con l’anonimo 21° posto del Masters, aveva in precedenza fatto scendere parecchio le sue quotazioni.
In realtà, McIlroy quest’anno nelle altre gare ha dimostrato un rendimento di altissimo livello. Il successo canadese fa il paio con quello nel “quinto major”, e cioè The Players, ma bisogna anche ricordare il secondo posto al WGC Mexico Championship e ben dieci piazzamenti nei top ten su 13 gare. Questi risultati lo hanno riportato al terzo posto nella classifica mondiale, guarda caso dietro Koepka e DJ, posizione che non aveva più raggiunto dal giugno 2017. Inoltre oggi è secondo nella FedEx Cup, a pochi punti da Matt Kuchar, che comunque ha disputato tre gare più di lui. Anche per questo, i maggiori siti di golf americani si stanno chiedendo: “E adesso è Rory l’uomo da battere a Pebble Beach?”. La risposta a partire da giovedì 13. U.S. Open, si parte.