Alla fine ha vinto Danny Willett. 28 anni, inglese di Sheffield, ha rischiato di non essere al via del Masters 2015 perché, con la moglie in attesa di un figlio, aveva dichiarato che sarebbe rimasto a casa se il piccolo non fosse nato prima del major.
E invece Zachariah è arrivato il 30 e Danny, d’accordo con la moglie Nicole (con cui si è sposato nel 2013), è volato ad Augusta.
Willett (-5, 70 74 72 67) è il secondo inglese a imporsi nel Masters. Il primo e unico finora era stato Nick Faldo, che aveva indossato la giacca verde per ben tre volte (1989, 1990 e 1996).
Ma tutta la classifica di quest’anno è decisamente “British” visto che secondo è giunto Lee Westwood, quarto Paul Casey, settimo Matthew Fitzpatrick e decimo Justin Rose.
Danny ha segnato il miglior risultato dell’ultimo giro (67) proprio insieme ai connazionali Casey e Fitzpatrick, meritando senz’altro il titolo con cinque impeccabili birdie e nessun bogey sulle ultime 18 buche.
È però altrettanto vero che Jordan Spieth ha letteralmente buttato in… acqua una vittoria che, al giro di boa di metà gara, sembrava scontata. I quattro birdie consecutivi dalla 6 alla 9 gli avevano regalato un vantaggio di ben cinque colpi e, visto il suo stato di grazia con il putt, si poteva pensare a un finale in discesa.
Invece sono arrivati prima i due bogey alla 10 e alla 11 e poi si è consumato il dramma della 12.
La celebre Golden Bell, par 3 più corto del campo, gli è stata fatale. Corto con il tee shot, è finito nell’ostacolo e ha poi ripetuto l’errore dopo il droppaggio davanti all’acqua, con un incredibile flappa. Il quinto colpo è finito in bunker e Spieth è così riuscito a farcela solo segnando un pesantissimo sette sul suo score.
Con grande determinazione ha tentato di rientrare in gioco ma, sul colpo determinante alla 16, il putt non l’ha aiutato a raccogliere un terzo birdie dopo i due alla 13 e alla 15, che avrebbe completamente riaperto i giochi.
Jordan è così finito secondo, pari merito con Westwood, a tre colpi da Willett, segnando comunque un altro risultato da podio nel suo fantastico ruolino di marcia al Masters. In tre partecipazioni, una vittoria e due posti d’onore.
Altra terribile sconfitta per Dustin Johnson, anche stavolta a un passo dal successo ma forse incapace di reggere la tensione delle ultime buche, dove ha sbagliato putt non impossibili e subito un doppio bogey determinante alla 17.
DJ ha chiuso al quarto posto, in compagnia di Casey e J.B. Holmes.
Da citare ancora le grandi prestazioni di Kjeldsen e Matsuyama, settimi con Fitzpatrick, mentre McIlrouy e Day, troppo imprecisi sul green, si sono piazzati al decimo posto con il già citato Rose, Daniel Berger e Brandt Snedeker.