Nel gran finale di domenica, c’è nuovamente lui. Sono passati ben 11 anni da quando, nel 2008, Tiger terminò secondo, alle spalle del sudafricano Trevor Immelman, partendo dal quinto posto del terzo giorno. Al Masters fu il suo ultimo squillo da protagonista, fino ad ora. La suo presenza là in alto, sul tabellone, è una bellissima notizia per lui e per tutto il golf mondiale. Anche se noi, stavolta, abbiamo anche altro a cui pensare…

Ecco il commento del nostro inviato ad Augusta, Ascanio Pacelli.

Quello che il golf finalmente ci ha ridato è un Tiger evoluto, non solo tecnicamente, ma anche  caratterialmente. Sorride, spinge, osa, diverte, ma soprattutto si diverte. Seguirlo qui, durante The Masters, è un’impresa veramente ardua. Devi essere pronto a numerose finte alla “CR7” per schivare e dribblare le migliaia di persone che lo seguono. E poi sei costretto anche a fare veri e propri appostamenti strategici, per riuscire a vederne i colpi. Tiger è lì, a meno due, dal nostro top player Chicco Molinari.

Quello di oggi è stato un giro in crescendo, macchiato da un bogey alla 5 (già il terzo in tre round a questa buca). La grande forza della Tigre sta nel recuperare subito il colpo perso,. Così come ieri, anche oggi uno splendido tee shot ed un putt per chiudere la buca 6 con un birdie, seguito poi da altri alle due successive.

Quello che è successo dopo il giro di boa, è stato un vero e proprio show del 14 volte vincitore di major. Birdie 13, 15 e 16, con il pubblico in delirio.La cosa divertente è che anche gli atri giocatori in gara, ad ogni boato, scoppiavano a ridere, capendo che si trattava di Tiger.

Lo guardi negli occhi e capisci che è assolutamente sereno, in pace con se stesso. Lo vedi sempre ringraziare e salutare il pubblico che lo acclama e gli urla qualsiasi cosa. Lui risponde nel modo migliore, tirando fuori dalla sua faretra frecce incredibili, che solo lui sa scagliare.

Domani dividerà l’ultimo giro con Chicco e  Finau, autore oggi di una vera e propria impresa, una grande remuntada. Per me, solo questo Tiger, forte, determinato, connesso su ogni colpo, potrebbe essere l’unico vero antagonista di quello che ritengo in questo momento il più forte giocatore al mondo. E cioè il nostro Francesco Molinari”

 

Le quattro giacche verdi a tre quarti di Masters

Dopo il commento di Ascanio Pacelli, ecco qualche pillola di storia e statistica. Tiger si presenta per l’ultimo tee sulla 1 al secondo posto, con due colpi di ritardo da Francesco Molinari. Ma qual era la sua situazione dopo 54 buche nelle tre edizioni del Masters che lo hanno salutato vincitore? Vediamole insieme.

1997 – Una valanga di punti di vantaggio lo dividono dal secondo, il nostro Costantino Rocca: ben nove. Nell’ultimo giro, nessuna sorpresa. Tiger allunga ancora e vince con 12 lunghezze di scarto su Tom Kite, record di tutti i tempi.

2001 – Woods chiude la buca 54 con un colpo su Phil Mickelson. Nell’ultimo giro, con un buon 68, tiene a distanza gli avversari. David Duval è secondo a un paio di colpi.

2002 – È pari con Retief Goosen, che lascia a tre lunghezze nell’ultimo giro verso la sua terza Giacca Verde.

2005 – Il successo al Masters più difficile. Tiger è in testa dopo tre quarti di gara, ma Chris DiMarco gli recupera tre colpi, forzandolo allo spareggio. Woods però non gli lascia scampo e vince subito, alla prima buca di playoff.