Le speranze per un Tiger Woods da primattore sono pienamente giustificate, quest’anno. I successi ai massimi livelli, dal Tour Championship al Masters, al Zozo e alla grande prestazione in Presidents Cup, parlano chiaro. Tiger sarà l’avversario con cui confrontarsi negli appuntamenti da circolino rosso. Se, come sembra possibile e auspicabile, i problemi fisici gli daranno una tregua prolungata, tutti i campioni del Tour dovranno vedersela con lui. La sua classe infinita è tornata a splendere e non sembra proprio che la fame di vittorie si sia placata.
Per evitare un eccesso di lavoro e di usura, il suo calendario di presenze in gara si annuncia però molto selezionato. Come del resto è avvenuto nel 2019. In totale, nello scorso anno solare, Tiger ha preso il via in 16 gare, compresa la Presidents Cup. La maggioranza delle partecipazioni si è concentrata nella prima parte della stagione (dieci fino all’Open Championship compreso) e la previsione per il 2020 non dovrebbe discostarsi molto da questa impostazione.
Vediamo quelli che dovrebbero essere gli impegni di Woods fino al Masters, che prende il via il 9 aprile e a cui si presenta indossando la sua quinta Giacca Verde. Con una piccola precisazione. La vittoria nel primo major dell’anno gli ha consentito di rinnovare la sua exemption totale sul PGA Tour per i prossimi cinque anni. Era arrivata giusto in tempo per consentirgli di giocare lo U.S. Open entrando dalla porta principale. Infatti era giusto scaduto il “pass” legato a quel major, valido per dieci edizioni (ultimo successo di Tiger nel 2008, a Torrey Pines).
Evitato anche stavolta il Tournament of Champions che apre l’anno e a cui aveva ovviamente diritto (non è al via a Kapalua dal 2005), per il primo tee shot di Tiger dovremo aspettare il 23 gennaio. Il Farmers Insurance Open si gioca sul già citato percorso di Torrey Pines, in California, e il South Course è uno di quelli che preferisce. Ci ha già vinto ben otto volte (circa il 10% di tutti i suoi successi) e nelle 12 partecipazioni è sempre arrivato nei primi dieci. La scelta, che non fa una grinza, dovrebbe aiutarlo a cominciare il 2020 con il piede giusto.
I due appuntameni successivi potrebbero essere (il condizionale è d’obbligo) il Genesis Invitational (13-16 febbraio) e il WGC-Mexico Championship (20-23 febbraio). Il primo ha l’appoggio della sua fondazione e quindi può essere dato quasi per certo. Questo fatto garantisce al Genesis uno speciale status, come l’Arnold Palmer e il Memorial di Nicklaus. Il montepremi è volato da 7,4 a 9,3 milioni di dollari, il field è stato ridotto da 144 a 120 partecipanti e il vincitore avrà una exemption totale di tre anni sul Tour anziché dei soliti due. Un po’ meno certa la sua presenza in Messico, visto che quest’anno non ha bisogno tassativo dei maxipunti del WGC per la sua classifica mondiale.
Questa partecipazione sarà con ogni probabilità in ballottaggio con quella all’Arnold Palmer Invitational (5-8 marzo), mentre sono quasi obbligati i due successivi appuntamenti. Dal 12 al 15 marzo sarà a Sawgrass nel The Players, per poi presentarsi ad Austin dove è in programma il WGC-Dell Technology Match Play (26-29 marzo). Una settimana di riposo e poi sarà la volta del Masters.
Nel resto della sua stagione, oltre ai tre major (PGA Championship, U.S. Open e Open Championship), ci sarà posto per poco altro. Da indiscrezioni, le uniche chances dovrebbero averle il Wells Fargo (30 aprile – 3 maggio), il Memorial (4-7 giugno) e il WGC-FedEx St. Jude (2-5 luglio).
Capitolo a parte quello delle Olimpiadi. Tiger ha sempre dichiarato che amerebbe molto far parte del team americano per Tokyo. Come ha ammesso, questa sarebbe infatti forse l’ultima possibilità di prendere parte alla gara con i cinque cerchi, visto che a Parigi avrebbe 48 anni. Per riuscirci, dovrebbe essere uno dei migliori quattro americani nel World Ranking alla data del 22 giugno. In questo momento (è settimo) ce la farebbe, avendo davanti solo Brooks Koepka, Justin Thomas e Dustin Johnson. Se ne riparlerà a bocce ferme, dopo lo U.S. Open.
Olimpiadi o non Olimpiadi, poi ci saranno le finali della FedEx Cup. Ma adesso è davvero troppo presto per parlarne.