Chi non è più giovanissimo se lo ricorda ancora molto bene. È passata alla storia come “La battaglia di Brookline”, una delle edizioni più equilibrate, discusse e chiacchierate della Ryder Cup.
Gli americani, sotto 6 a 10 all’inizio dei singoli della domenica, furono autori di una clamorosa rimonta, non priva di enormi polemiche. L’episodio clou capitò nel match tra Justin Leonard e José Marìa Olazàbal: alla 17, con l’incontro ancora in parità e con le due squadre a caccia del punto chiave per conquistare la coppa, Leonard imbucò un putt monster di circa 15 metri scatenando un’esultanza esagerata da parte dei compagni a seguito, che si riversarono in green per abbracciare il collega.
Peccato che Olazàbal dovesse ancora puttare da molto più vicino per il birdie, un comportamento che creò minuti di grande tensione in campo tra i giocatori e i rispettivi team. Lo spagnolo poi non imbucò quel colpo per pareggiare la buca e gli americani vinsero la Ryder per 14.5 a 13.5. Nemmeno il pubblico si risparmiò, rivolgendo spesso ai giocatori europei frasi per nulla simpatiche e contribuendo a creare un ambiente davvero infuocato al limite della decenza.
L’episodio di Whistling Straits
Anche se l’incontro di quest’anno non è stato tirato come quello del 1999, a Whistling Straits si sono purtroppo di nuovo verificati alcuni episodi spiacevoli che nulla hanno a che vedere con il tifo e la passione per il golf.
A subire pesanti improperi di una parte dei fan statunitensi è stato Shane Lowry, uno dei più brillanti del team europeo. L’irlandese sabato pomeriggio è stato autore di uno dei rari momenti vincenti dell’Europa, trascinando al successo nel fourball Tyrrell Hatton contro Tony Finau ed Harris English.
Evidentemente la sua esultanza finale, più che giustificata, non è stata ben digerita dagli americani che la domenica nel suo singolo contro Patrick Cantlay lo hanno per 18 buche apostrofato con parole poco piacevoli.
“Non pensavo che fosse così grave fino a quando non ho chiesto a mia moglie com’era la situazione da bordo campo e, vedendola molto scossa, ho capito che anche lei era stata oggetto di pesanti insulti.
Non è stato per nulla facile ma per fortuna la cosa era ristretta a una piccola parte dei fan. La maggior parte del pubblico è stata ammirevole: domenica, dopo aver perso da Cantlay alla 16, ho raggiunto gli altri match ancora in corso e la gente si è complimentata con me, è stata una bella sensazione.
Hanno capito che avevo dato tutto per la mia squadra e mi rispettavano. Poi purtroppo gli idioti ci sono ovunque, e diventano ancora più idioti quando bevono”.
In Ryder giocare fuori casa non è mai stato facile ma certamente Lowry non si aspettava di dover subire una situazione simile sulla sua pelle.
“È stato molto difficile esibirsi in quelle condizioni. Quando hai tutto il pubblico contro, tiri un colpo perfetto da 250 metri, lo metti in asta e nessuno ti applaude è quasi surreale. Ma fa parte della Ryder, bisogna accettarlo.
Quello che non è pensabile è invece sentire qualcuno che insulta te e la tua famiglia. Non ho reagito e penso di aver fatto la cosa migliore, per non dare peso a pochi imbecilli che mi avevano preso di mira domenica.
Non credo che tra due anni a Roma potrà accadere una cosa simile a parti invertite. Ovviamente avremo il tifo a nostro favore e sarà certamente caldissimo, come a Parigi, ma speriamo di vincere sul campo e non grazie a questi mezzi di cattivo gusto.
Il mio bilancio comunque è certamente positivo: è stato fantastico far parte del team, una delle migliori esperienze della mia vita e non vedo l’ora di poter riprovarci tra due anni per riportare la coppa a casa”