“Imagination”: a Crans, chiedete a qualsiasi giocatore impegnato nell’Omega European Masters qual è la chiave per svoltare il torneo e vi risponderà così. Immaginazione.
“Ovvio – spiega Renato Paratore – con questi green e con questi approcci, riuscire a visualizzare perfettamente che tipo di colpo ti occorre è fondamentale”. E nello spiegarlo mostra le pendenze bastarde del green della 8 a sinistra: “Vedi queste gobbette? Magari tiri un ferro perfetto all’asta, lo sbagli di tre metri e finisce che per salvare il par devi inventarti un miracolo di approccio. E così è dapperutto”. E se lo dice chi di miracoli se ne intende… Voglio dire: l’anno scorso, nella sua stagione da rookie, il diciannovenne romano è riuscito a mantenere la carta del circuito maggiore e contemporaneamente a superare indenne l’esame di maturità: “La passata stagione , quando sono sbarcato sul Tour, mi sembrava di dover ricominciare tutto daccapo. Stessa cosa quest’anno, all’inizio: avevo tirato il fiato dopo un 2015 tostissimo e ho ricominciato a testa bassa. Adesso finalmente sto iniziando a prendere le misure con questa vita che per altro mi piace da morire e sono più sereno. Anzi, a dirla tutta, sono più in ansia per il campionato della mia Roma che per il mio gioco”.
Merito anche di un nuovo grip e di un nuovo putter: “Lo vedi com’è bello ‘sto bastone tutto nero? Non è aggressivissimo? La settimana scorsa, per la seconda settimana di fila ho pattato reverse, con la mano sinistra sotto, e i risultati sono arrivati: diciottesimo. Spero di bissare qui a Crans: sono ottimista.”
Un po’ scaramantico però, nonostante la giovane età, Paratore lo è: “Vabbè, dai, non voglio dire che mi sento in discesa, perché a questo gioco non si può mai dire, però, dai, diciamo che sono fiducioso. Ok?”.
Ok. E arrivati alla fine del quarto giro, non possiamo che dire: aveva ragione.