Le infrazioni al gioco sono, per il golf, come i falli da rigore per il calcio. Niente fa discutere di più della pallina da golf di un giocatore che oscilla di qualche millimetro o la lama di un wedge che sfiora leggermente un impedimento. Abbiamo assistito a una quantità letterale infinita di queste trasgressioni nel corso degli anni. Golf Digest ha provato a raccogliere in un lunghissimo articolo, che noi invece abbiamo suddiviso in sei puntate, le infrazioni più strane, celebri e penalizzanti fin dagli anni ’20 del secolo scorso. Questo articolo si apre infatti con il grande Bobby Jones, meraviglioso fuoriclasse che restò sempre dilettante e che inventò il Masters. Alcuni di questi errori di interpretazione delle regole e relative sanzioni, che incontreremo nei nostri sei appuntamenti domenicali, forse li ricorderete. Ma siamo sicuri che i protagonisti, più o meno volontari, non li hanno certo dimenticati per il resto della vita.
Bobby Jones, 1925 U.S. Open
Forse il momento più famoso nella storia del golf è stato quando il leggendario Bobby si inflisse una penalità al Worchester Country Club, in Massachusetts. La violazione si è verificata al primo turno quando, all’undicesima buca, il bastone di Jones ha spostato leggermente la palla all’addess. Nessuno – né i suoi concorrenti, né uno spettatore, né un ufficiale – aveva visto l’infrazione. E a quei tempi non c’erano curiose e invadenti telecamere a riprendere il gioco. Ma Jones lo fece notare, cosa che gli costò un colpo. Se non l’avesse dichiarato, avrebbe vinto il torneo. Invece, poi venne sconfitto in un playoff a 36 buche contro Willie Macfarlane. Jones fu ovviamente applaudito e ammirato per il suo atto onesto. Ma lui, molto semplicemnete, rispose: “Potreste anche lodarmi per NON aver rapinato una banca…”
Cyril Walker, 1929 L.A. Open
Walker, che vinse lo U.S. Open del 1924, era un giocatore notoriamente lento. Tanto che nel 1929, al Los AngelesOpen, fu squalificato alla nona buca del primo giro per il suo ritmo da lumaca. Apparentemente, era tanto testardo quanto lento. Rifiutò di andarsene e continuò il suo giro. La situazione era talmente grave per il torneo che gli organizzatori mandarono due poliziotti per allontanare con la forza Walker dal campo. Fu anche minacciato di finire la giornata in cella. A quanto pare il problema del gioco lento non è solo storia di oggi. E purtroppo nemmeno dopo quasi un secolo si è trovato il modo per risolverlo.
Ed “Porky” Oliver, 1940 U.S. Open
Il brutto tempo era incombente. E nessuno starter si trovava sul tee della 1 al Canterbury Golf Club per il giro finale. Oliver, Dutch Harrison, Duke Gibson, Johnny Bulla, Ky Laffoon e Claude Harmon (capostipite della celebre famiglia di grandi maestri) decisero perciò di partire mezz’ora prima del loro orario designato. Furono presto informati che quella trasgressione era motivo di squalifica. Tutti e sei i professionisti però continuarono a giocare per protesta. Oliver finì per essere il più penalizzato. Finì primo. Sarebbe perciò stato ammesso a un playoff a tre con Gene Sarazen e Lawson Little. Cosa che però non avvenne.
Byron Nelson, 1946 U.S. Open
Nel terzo giro al Canterbury Golf Club, una folla si era raccolta intorno alla palla di Nelson alla 13a buca. La calca portò il caddie di Nelson a calciare inavvertitamente la pallina, con conseguente colpo di penalità. Nelson, che vinse il suo unico U.S. Open nel 1939, avrebbe conquistato il secondo se non fosse stato per la scarpa del suo caddie. Finì infatti il torneo con un playoff a tre, contro Lloyd Mangrum e Vic Ghezzi. E Mangrum alla fine vinse di un colpo…
Lloyd Mangrum, 1950 U.S. Open
Quattro anni dopo aver beneficiato della sfortuna di Nelson, fu la volta di Mangrum. Il problema di regole si presentò sul celebre percorso di Merion. Ancora una volta si trattò di un playoff a tre, stavolta contro i leggendari Ben Hogan e George Fazio. Mangrum aveva un putt da circa quattro metri per chiudere in par la buca numero 16. Notando un insetto sulla sua palla, Mangrum la sollevò per soffiarlo via. Era una violazione delle regole in quel momento. Gli fu inflitta una penalità di due colpi e Hogan vinse con facilità.
Jackie Pung, 1957 U.S. Women’s Open
Dopo aver firmato lo score finale corretto, Jackie Pung sembrava aver battuto Betsy Rawls di un colpo al Winged Foot. Quella sarebbe stata la sua unica vittoria in un major. Ma sulla carta, Pung aveva segnato un 5 alla quarta buca, quando in realtà si trattava di un 6. Nonostante il punteggio finale fosse corretto, fu squalificata per aver firmato uno score errato.
E adesso, appuntamento a domenica prossima per la seconda puntata dedicata alle infrazioni più famose nella storia del golf. In rassegna gli anni dal 1960 al 1985.
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